Jakub Mareczko de La Palice

ale fabi
Crampi Sportivi
Published in
2 min readMay 18, 2017

12ª tappa — 18 maggio

Forlì > Reggio Emilia 237 km

*[da un’idea — e attraverso gli occhi — di Francesco Cardinali, perugino e medievista].

Vincitore: Fernando Gaviria

Leader: Tom Dumoulin

Quando è il nulla, a dominare, la differenza si coglie nei dettagli. Da Forlì a Reggio, dunque, è tutta una chicca, a partire dal fatto che siamo al cospetto della tappa più lunga del Giro (237 km); si aggiunga che, per la prima volta nella storia, la corsa è passata per un tratto di autostrada (non vale, perché off topic, il tratto percorso nei pressi di Innsbruck nel 1988). Scopriamo così che Baronchelli ha aperto un negozio di bici e che — solo da adulto — ha manzoneggiato, convertendosi alla maniera di un Fondriest qualunque; Firsanov, come Rui Costa, è un fan de Il Gladiatore, mentre Maestri preferisce Forrest Gump, con tutto ciò che la scelta comporta in termini di cioccolatini. La domanda, a questo punto, diventa: è legittimo supporre che Maestri abbia mal interpretato il celeberrimo “corri, Forrest”? Già ad Alghero, il buon Mirco senza kappa aveva tradito un’incontenibile voglia di fuggire, finendo per mollare per primo e per lasciare la corsa in mano ai vari Benedetti e Teklehaimanot, poi risucchiati da Pöstlberger; quest’oggi, in fuga più o meno da subito, è stato raggiunto a circa 7 km dal traguardo: se non resta che augurargli miglior sorte, si dovrà comunque riconoscere che, da emiliano (o reggiano di Guastalla), ha fatto il possibile.

Se qualcuno aveva dei dubbi circa il trito e ritrito argomento riassumibile in “gli italiani e le vittorie di tappa”, possiamo già spoilerare che nemmeno oggi ha vinto un azzurro. Azzurra è diventata ufficialmente la maglia di Fraile, che ieri era primo ex aequo e che oggi ha consolidato il primato, guadagnando altri 7 punti. Quanto alla casacca ciclamino, pare che possa considerarsi semi-assegnata, o almeno così pare. Certo è che Gaviria, il vincitore di oggi, ha preso più o meno tutto il prendibile, e che l’Emilia in questo senso non ha fatto eccezione. Per chi si sia esaltato per il secondo posto dell’italo-polacco Mareczko, che avremmo fatto italiano solo in caso di vittoria, valga la lapalissiana risposta dell’atleta ai microfoni delle emittenti nazionali: all’impertinente domanda dei cronisti — più o meno del tipo “cosa si può fare per battere questo Gaviria?” –, il ragazzo, senza fronzoli, ha chiosato con un “Andare più forte”. Una pietra tombale.

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