Karate Kid Eder

Crampi Sportivi
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3 min readJun 17, 2016

Una partita brutta. Bruttissima. Però iniziata con un segno di pace e amore, un segno di benevolenza. Un elefante bianco, un quadrifoglio, un ferro di cavallo. Barzagli che raccoglie una coccinella dal terreno di gioco e la fa salvare dal preparatore atletico.

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🐞 BARZO❤️

Il prepartita è terrificante. La tensione dite? Macché: servizi su servizi su quanto siano biondi gli svedesi e come siano fisici. *inserite qui una battuta su dell’arredamento economico*

Il primo tempo è tosto e brutto, le azioni da gol sono poche e imprecise, abbiamo tutti paurissima di Ibrahimovic e il gioco è spezzettato, muscolare e pure noiosetto. Noi non azzecchiamo mai l’ultimo passaggio — errori di misure –, ma anche loro ci si mettono.

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È davanti che sembriamo non avere idee. Quest’Italia da l’impressione di giocare meglio contro chi il gioco lo fa per davvero, con chi azzarda e si scopre, mentre la Svezia gioca in attacco con l’ausilio degli esterni e dei terzini (bene Olsson a sinistra, grande spinta; un po’ più gobboso dall’altra parte Lindelof) e poi vabbè, lo devo dire? Ibrahimovic. Per un po’ sembrano pure fare la partita, almeno statisticamente.

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I nostri non sembrano d’altronde spiccare. Pellè è in vistosa difficoltà, gli viene concesso spazio per mettersi fronte alla porta, e Pellè fronte alla porta non è che sia esattamente Rui Costa. Azzarda alcuni passaggi per mandare nello spazio Éder, ma non riesce. I cross arrivano bassi, e comunque la Svezia non è che manca di centimetri in reparto difensivo. Insomma, Pellè si trova maluccio.

A centrocampo, in fase di impostazione, non siamo messi benissimo: Giaccherini non se ne può occupare, troppo piccoletto, un avversario così gli concede massimo un’azione delle sue. De Rossi è abbastanza occupato a prendere e dare sportellate, Parolo appare fisicamente e mentalmente fuori fase. Tant’è che ad una certa, su una respinta in area del portiere Isaksson, Parolo si avventa sul pallone manco troppo di fretta e non contento e lo accompagna fuori, in rimessa dal fondo.

Si sente però che c’è qualcosa che sta cambiando. All’ora di gioco appare in campo Zaza per l’affaticato Pellè, ed inizia ad inseguire tutte le cose con la maglia gialla che vede. Su un bel cross a rientrare di destro di Giaccherini lo stesso Parolo si smarca e colpisce di testa una traversa clamorosa. Sembra che tutto possa succedere. E infatti.

Abbiamo passato tutti più o meno 85 minuti ad insultare Éder, e questo considerando solo gli ultimi 85 minuti. E poi, ovviamente, Éder ha segnato. Vorremmo dire che l’abbiamo fatto per scaramanzia ma non è vero, il nostro Ralph Macchio ha giocato malino o meglio, da disturbatore degli avversari più che da produttore di manovre offensive, più falli a centrocampo che azioni in direzione della porta. E però, basta un pallone dato come piace a lui, in corsa, in velocità, con un assist bislacco che sorprende la difesa avversaria e subito Karate Kid diventa un torello. E mette la cera, toglie la cera.

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A conti fatti sì, partita brutta; certo noi peggio di quello che potremmo fare, ma sicuramente meglio di loro, che non hanno mai tirato in porta e sono stati spesso e volentieri picchiati dalla trequarti in sù. Ci vediamo tra cinque giorni per la festa con gli irlandesi.

Articolo cura della redazione

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