Kings against the law

Crampi Sportivi
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6 min readDec 29, 2016

C’era una volta, alle porte degli anni zero, una delle franchigie dal miglior stile di gioco mai visto: lo chiamavano “The Greatest Show on the court”, un passing game illuminato dal talento dei suoi giocatori.

I Sacramento Kings furono fermati solo da una delle combinazioni migliori di sempre di lungo + piccolo, Shaq + Kobe: ma ad una squadra che al suo interno annoverava la classe prima di Jason Williams, poi di Bibby, a contorno dell’asse straordinario del felino Chris Webber, del geniale Divac e del tiratore letale Stojakovic non si poteva non voler bene.

Al momento del declino di quel gruppo, tuttavia, son arrivati tempi cupi per i Kings, e da lì anche la loro attitudine è andata via via peggiorando. Almeno dal punto di vista di chi vi scrive, lo ammettiamo, è difficile trovare qualcuno a cui stia quantomeno simpatica la versione attuale del team a Sacramento. Eppure, da quei periodi ormai lontani non si era mai vista una stagione positiva quanto quella attuale: i Kings sono addirittura in lizza per un posto nei playoff.

Kings against the law

La stagione inizia con l’handicap: il playmaker titolare, Darren Collison, viene squalificato per 8 gare dalla lega a causa dell’arresto per violenza domestica avventuro nel maggio 2016.

Al suo posto, come playmaker di riserva, viene ingaggiato Ty Lawson il quale, già due anni fa, non appena i suoi Nuggets al draft scelsero il pariruolo Mudiay, destinato a rappresentare il futuro della franchigia, pronosticò di essere scaricato e a mo’ di battuta indicò, fra un tiro e l’altro di narghilè, proprio i Kings come destinazione:

Diciamo che a Denver avevano le loro buone ragioni per liberarsene: solo due stagioni fa venne arrestato due volte per guida in stato d’ebbrezza, sommandosi agli altri due ricevuti durante la carriera cestistica per lo stesso motivo. Per non citare la causa, poi caduta, per violenza domestica sulla compagna dell’epoca, nel 2013.

Quanto suona ironica la traduzione letterale del cognome in “figlio della legge”?

Kings against the draft

Non avere un buon rendimento durante la stagione pregiudica la possibilità di avere una scelta alta al draft dell’estate successiva. E c’è da dire che, senza andare troppo indietro nel tempo, negli ultimi quattro anni, visti i piazzamenti, ci sono state svariate possibilità di chiamate che potevano essere di livello:

Nel draft del 2013 viene chiamato come settima scelta Ben McLemore. Talento offensivo puro, un buon prospetto. Dopo 3 stagioni, nella quarta il talento offensivo che incontra il miglior difensore della lega fa questa fine:

https://twitter.com/outsidethenba/status/791860180128567296

https://www.youtube.com/watch?v=jEK_d-SFfCQ

Nel draft del 2015 viene chiamato come sesta scelta Willie Cauley-Stein: una stagione dopo già non trova più spazio e si diffondono sovente voci di trades che lo vedono coinvolto.

Nel draft del 2016, a sorpresa viene chiamato come 13esima scelta Georgios Papagiannis, che tutti i pronostici davano selezionato ben più tardi.

Il pariruolo, miglior giocatore della franchigia, DeMarcus Cousins, la prende bene:

https://twitter.com/boogiecousins/status/746149291249410050

Kings against ethics

In uno spogliatoio perennemente agitato in cui la stella è il volitivo DeMarcus Cousins, l’acquisto estivo con dichiarato scopo di fare da balia a DeMarcus è stato Matt Barnes.

Per chi non avesse presente il tipo, si tratta di uno specialista difensivo, rinomato per i modi sporchi e provocatori, utilizzati a corollario delle proprie abilità con lo scopo di destabilizzare gli avversari:

https://youtu.be/lxLpaifGurw

L’ultima del ragazzo prima dell’arrivo a Sacramento era stata la scazzottata con Derek Fisher della scorsa stagione, recapitata a domicilio, dopo aver scoperto che l’ex coach dei New York Knicks frequentava la sua ex moglie senza averglielo detto. Episodio non dimenticato in questa stagione dai tifosi newyorkesi, durante il suo passaggio da avversario nella Grande Mela:

https://youtu.be/glQ434dEDEg

Per non perdere l’abitudine, proprio dopo questa gara, in un night della città, scazzottata per Barnes con dettagli ancora poco chiari (se non per l’accusa di aver provato a strozzare una ragazza all’interno del club da parte di Matt): a salvare la situazione è intervenuto il pacifico Cousins.

Kings against cyber fair play

Nell’epoca dei social network intesi come origine principale della comunicazione pubblica, si sprecano messaggi interattivi di sostegno, mobilitazioni a suon di hashtag, collaborazioni telematiche.

I Kings invece han preferito specializzarsi nell’arte del trolling via twitter.

Prima partita della stagione dei nostri; i Phoenix Suns, che li ospitano, propongono l’ovvia reclame per i tifosi di casa:

https://twitter.com/Suns/status/788838308788908032

Tuttavia la vittoria arride agli ospiti, che non contenti aggiungono un pó di pepe:

Anche quando sul campo dei 76ers la condensa ha reso impraticabile il campo, portando allo spostamento della partita, la solidarietá dei Kings è stata questa:

https://twitter.com/SacramentoKings/status/804126679253729280

Prendendo al suo posto George Karl, mal sopportato da parecchi giocatori nella sua carriera, e sul quale Cousins stesso si è espresso nei seguenti termini:

https://twitter.com/boogiecousins/status/613225835365949440

Non è un caso che il secondo miglior giocatore del team, Rudy Gay, unico di levatura avvicinabile a Cousins, abbia già dichiarato a inizio stagione di voler uscire a fine stagione dal contratto, con improbabile ritorno a Sacramento.

Vista la mancata esplosione in questi 3 anni di Ben McLemore, dal mercato estivo i Kings hanno firmato il veterano Arron Afflalo come guardia per il quintetto base.

Le prestazioni non hanno convinto coach Joerger, che lo ha messo in panchina abbastanza in fretta e relegato ad un ruolo ridotto. Il ragazzo avrà preso come stimolo la riduzione dello spazio a disposizione, raccogliendo il messaggio del coach? Macchè:

https://youtu.be/CII3_e8diAU

E dopo l’entrata in campo pigra contro i Jazz, direttamente il rifiuto di giocare contro i Rockets.

I Sacramento Kings odiano gli arbitri

General manager della franchigia, amministratore unico della sezione cestistica della società, è il già citato Vlade Divac. Ex giocatore, fra le splendide doti offensive e la presenza difensiva, spiccava anche per i non onorevoli flops in cui ingannava gli arbitri: sui contatti sotto canestro, talvolta si lasciava facilmente andare a terra simulando colpi pesanti mai ricevuti.

https://youtu.be/DgPHIT61FfU

DeMarcus Cousins, oltre ad aver imparato la lezione del suo predecessore, ha anche voluto elevare l’arte dell’infrazione: quest’anno nella lega è primo assoluto per falli tecnici ricevuti (9) e secondo assoluto per falli commessi (111).

https://youtu.be/fHX7EseP-qU

Contro Toronto, il tiro da 3 del pareggio subito viene annullato perchè il tempo non è partito al tocco sulla rimessa di Cousins; viene aggiunto 0.1 di secondo in più e il tiro di Ross considerato fuori tempo massimo, invece di ripetere l’azione

Contro Portland, realizzato il canestro del sorpasso, Cousins sputa il paradenti verso la panchina avversaria; riceve il secondo fallo tecnico e conseguente espulsione, poi gli arbitri ci ripensano e lo riammettono in campo

Contro Philadelphia, nell’ultima azione difende sul tiro da 3 di Embiid che avrebbe potuto costargli la vittoria; tiene la maglietta del ragazzo che non può saltare, avendo la meglio su Joel non sanzionato dagli arbitri

https://youtu.be/PNzAxvqNAqs

All’ennesimo “Ridiculous” la lega è costretta a chiudergli il microfono

Ad essere onesti, questo punto riguarda DeMarcus Cousins, la stella che in virtù del suo peso specifico condiziona comunque l’intero rapporto coi media della società.

Perchè, insomma, DeMarcus risponde solo ai cronisti con cui ha piacere parlare, ma soprattutto boicotta quelli che non gli vanno a genio.

Ad esempio, ultimamente ce l’ha avuta con Leo Beas, parte del famigerato network di blog TrueHoop della ESPN. Quando Beas ha presenziato alle consuete interviste dopo la gara, Cousins si è rifiutato di rispondere a qualunque domanda dei presenti finché il cronista sgradito non ha tolto le tende.

La stessa tattica è stata usata con il reporter della rivista locale della città, Andy Furillo del Sacramento Bee, reo di aver raccontato la vicenda del night newyorchese di cui sopra; e quando un tipetto di 2 metri e 11 per 122 chili cerca lo scontro fisico, è possibile rivedere il fatto alla luce della consapevolezza di non averlo riportato in modo veritiero.

In pratica, nessuno riesce ad incrociare le simpatie dei Kings. Anzi, forse uno sì.

Non sappiamo se ci avete creduto, fatto sta che Babbo Natale, la Linsanity e Mauro Repetto avrebbero dovuto insegnarvi che certi idilli durano molto poco.

“Adoro quel ragazzo, credo abbia grandi possibilità di essere il miglior lungo della Lega… quando mi sarò ritirato”

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