La belle jeunesse

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
Published in
5 min readMay 19, 2016

«O cieca gioventù! dove ti guida sconsigliato furor?»

Scipione Maffei

«Oggi è diverso, ho 21 anni e riesco a comprendere meglio le cose, non sono più lo stesso, mi sento più responsabile. Ho commesso tante cavolate dettate dalla gioventù,ma certe persone mi hanno fatto capire che la mia carriera ne avrebbe risentito se avessi continuato in quel modo», dice M’baye Niang in un’intervista per FranceFootball.

Il francese non ha un ottimo rapporto con le automobili. È un amore non corrisposto: lui le brama e loro lo rifiutano puntualmente anno dopo anno. Prima la scappatella in centro a Milano e il celebre «Sono Traorè!», poi i 18 mesi più condizionale e ritiro della patente dopo lo schianto contro un albero con la sua Ferrari, fino al recente incidente con relativa lesione capsulo legamentosa della caviglia sinistra (anche se, non ancora verificato, alla guida sembra esserci stato l’autista messo a disposizione dalla società rossonera) che l’ha tenuto lontano dai campi per il finale di stagione, lasciando il reparto offensivo del Milan in grave difficoltà. Menez e Balotelli non si sono rivelati pronti per compiere lo stesso lavoro che questo giovincello franco senegalese stava svolgendo alla grande.

«Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica».

Salvador Allende

Nello scacchiere tattico di Mihajlovic, Niang aveva trovato il proprio habitat nell’attacco a due, come spalla di Carlos Bacca. Il suo rientro dall’infortunio ha consentito all’ex tecnico rossonero di passare dal 4–3–3 et similia al 4–4–2 odierno, determinando una svolta alla stagione del Diavolo.

È un ruolo che calza a pennello per Niang, libero di svariare su tutti i fronti dell’attacco, sprigionando dinamismo e gioventù. La media di tre cross a partita testimonia l’estrema mobilità del giovane francese, che si allarga spesso e volentieri in fase di possesso palla, agendo più come una seconda punta di movimento. Preferisce infatti partire lontano dalla porta e dalle corsie, offrendo così una soluzione in più ai due esterni rossoneri, Bonaventura e Honda.

tattica niang

Appunto, ama allargarsi (qui in basso), offrendo un’alternativa in più a Montolivo.

L’eclettismo di Niang non disdegna la fase difensiva. Nel suo periodo migliore, la squadra di Mihajlovic si schiera con dieci uomini al di sotto della linea della palla, fuori dai quali l’unico (ma neanche troppo) si colloca Carlos Bacca, l’unico escluso da veri e propri compiti di copertura. Il francese accorcia sempre nella zona della palla, anche lateralmente se necessario, tuttavia solitamente si impegna a limitare il raggio d’azione del mediano avversario. Con Brocchi pronto a riprendere in mano il Milan di Mihajlovic e Niang per la finale di Coppa Italia, quest’impostazione potrebbe ripetersi sabato sera all’Olimpico.

niangdifesa.jpg
Niang in pressione su Maiello, Bacca per il momento disinteressato

«Il tempo speso in malo modo durante la gioventù è talvolta l’unica libertà che una persona abbia mai avuto».

Anita Brookner

Niang si mostra ancora molto giovane ed immaturo per certi punti di vista. Non è ancora del tutto capace di leggere il gioco. Le nove palle perse nel match casalingo del febbraio scorso contro il Torino lo rendono il giocatore con più palle perse dell’incontro, nonostante abbia giocato solamente 69 minuti. Spesso e volentieri si intestardisce in dribbling poco probabili e sfrutta poco la collaborazione dei compagni di reparto, uno dei punti su cui deve lavorare di più per raggiungere la maturazione.

Ciò nonostante, gode già di personalità e sicurezza. A 21 anni, conscio delle gerarchie all’interno di una squadra come il Milan, con un certo Bacca che vanta due Europa League sulle spalle e più di 150 gol fra i professionisti, gli scippa un calcio di rigore e lo trasforma con disinvoltura. Non vogliamo immaginare cosa sarebbe potuto succedere se non lo avesse messo a segno, per cui ci limitiamo a dire che è molto self confident.

«Si cresce quando, guardandosi indietro, si cominciano a vedere cose che si vorrebbe poter cambiare».

Cassandra Claire

È senza dubbio l’aforisma con cui Niang concorda di più. E invece a nemmeno venti anni si è ritrovato solo contro Victor Valdes, al Camp Nou, sul punteggio di 1–0 a favore dei Blaugrana dopo la vittoria rossonera per 2–0 a San Siro. Un suo gol avrebbe al 99% condannato il Barça ad uscire dalla competizione, regalando qualche speranza in più al diavolo. La palla si stampa sul palo e i rossoneri tornano a casa con un secco 4–0, senza altre chances. E’ difficile sapere se quello fosse stato il treno che passa una volta sola nella vita, ma com’è naturale che sia, abbiamo tutti un grande rimpianto riguardante la nostra giovinezza. Perché non dovrebbe averlo lui, che è il giovane per antonomasia?

https://www.youtube.com/watch?v=Z-eAuAibDmo

Proprio sotto l’aspetto realizzativo, il giovane sembra aver fatto passi da gigante. La media di un gol ogni 172 minuti fra Serie A TIM e Coppa Italia non è cosa da poco, considerando l’enorme quantità di lavoro sporco che svolge ogni partita. Con lui in campo, il Milan ha perso solamente 2 partite sulle 16 totali, subendo 0,8 gol a partita in media. Senza di lui, la statistica sale a 1,35 reti incassate. Carta canta.

Niang ha un’ottima velocità (32 km/h max in sprint) che lo rende devastante quando gli vengono concessi spazi dalla squadra avversaria. Questa qualità si coniuga perfettamente con l’atteggiamento tattico dei rossoneri mostrato sotto la gestione Mihajlovic, spesso attenti a coprirsi e ripartire in contropiede, pungendo gli avversari sbilanciati in avanti. Fatica molto di più a difesa schierata, momento nel quale, nonostante la mole di movimento che compie, non riesce a essere preciso con il pallone fra i piedi (sono 8 le palle perse in media dal francese nell’arco della partita, troppe) e risulta spesso eccessivamente irruento sui difensori avversari, attestandosi spesso sul podio dei giocatori più fallosi durante il match.

Il grande difetto di Niang è pero la discontinuità — Je sais que j’ai manqué de régularité, mais je crois que quand on est jeune, c’est assez normal d’être inconstant — dichiara. Anche il francese sa di essere l’archetipo del giovane, e non può non ammettere la propria pecca in quanto a continuità. Quando la squadra non va Niang è il primo che ne risente, come testimoniano le partite fra Carpi ed Empoli (periodo in cui il Milan ha conseguito solamente due vittorie in sette gare), nelle quali ha inciso veramente poco anche a livelli realizzativi, con solamente due assist all’attivo. Dal derby della ventiduesima in poi, è letteralmente rinato sfoderando prestazioni di grande livello e personalità, condite da tre reti e due assist in cinque gare.

A proposito di unioni civili.

Con un parallelismo un po’ trash, Niang non è il giovane à la Mario Balotelli dagli atteggiamenti ambigui e dal tanto discusso impegno. Impeccabile per corsa e volonta nel campo, automobili (e capelli) a parte, è un giocatore in fase di maturazione quasi ultimata per cui non sembra dover essere lontana la definitiva consacrazione, specie se in compagnia dell’allenatore serbo, con il quale è nato un feeling fondamentale.

«Ma i giovani — è risaputo — per loro e per nostra fortuna, non sempre si comportano come vorrebbe la logica, perché si avventurano su certe strade che nessuno aveva seguito prima di loro», con l’augurio che Niang trovi la propria strada, diversa dalle altre, come giocatore talentuoso qual è. E magari, trovi quella giusta anche fuori dal campo.

A cura di Michelangelo Berulli

--

--