La montagna che ha partorito Griezmann

Crampi Sportivi
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3 min readJul 7, 2016

Anche voi, quando sentite Bizzotto declamare ‘Schweinsteiger’ istintivamente completate con “bang/rock the microphone/bz bz/carry on/with a Schweinsteiger…”?

Durante Francia-Germania, complice anche la noia generata dall’attesa del vacuo coast-to-coast di turno, abbiamo sognato la telecronaca di Germania vs. Armenia affidata al prode Bizz, e cioè 90' di Mkhitaryan vs. Schweinsteiger grattuggiati a pieni polmoni come se avesse in mano una sfera poké e li stesse chiamando a raccolta contro Alberto Rimedio. Questo sempre che Basti sia ancora convocabile.

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Facezie a parte, è stata una partita tra mezzofondisti senza idee ma di talento, tra minestre OGM. Quella un po’ cialtrona di Deschamps, lesta a camuffare la propria confusione da foga patriottica, e l’altra, quella di Loew, sempre più reduce della Berlino anni ’80 di cuoio ed elettronica, mai apparsa così priva di fosforo come in questa occasione.

Doveva essere lo scontro anticipato tra le favorite alla vittoria, doveva essere il duello tra i padroni di casa e i padroni del mondo e invece il tumulto roboante della montagna ha partorito Griezmann. Non poco, dato che la sua doppietta è storica, e lo porta a eguagliare le 6 reti di Platini nell’84 (ma con ancora una partita da disputare) ma soprattutto dato che la sua crescita costante nell’arco di tutto il torneo è stata anche catalizzatrice di una ritrovata fiducia, per la sua equipe. Per il resto, in barba alla mole di gioco creata, sono bastate la realizzazione di un rigore sciocco concesso dai tedeschi e una fulminea zampata che si è fatta castigo divino per lo scempio difensivo teutonico. Un’impresa, quella di Griezmann, degna di nota anche per il modo con cui ha permesso di oscurare la serata di Ozil, per quanto ci riguarda l’uomo più atteso dall’altra parte, dati gli spazi che pensavamo la Francia avrebbe concesso.

E invece no, perché Deschamps si è rivelato un ottimo direttore d’orchestra con un mestolo in mano, e in una marea di cross tirati a cazzo dalla linea di fondo, e di ripartenze a corrente alternata, in cui la spuntava chi aveva il difensore più veloce a recuperare, la Germania ha fallito sotto porta tutto ciò che era in suo potere di fallire. Complice anche un Lloris che ha fatto il Neuer nel secondo tempo, e un Neuer che ha fatto i pasticci, soprattutto in occasione del secondo gol.

A dire il vero, delusioni a parte, è stata la Francia a meritare di più, se non altro per l’atteggiamento spavaldo e arrembante col quale ha aperto l’incontro, e con cui ha messo alle corde i campioni del Mondo già dalle primissime battute, salvo poi chiedere scusa e ritirarsi tutta nella sua area per il resto del primo tempo, a soffrire una pressione tedesca gestita però con pazienza e una legittima prudenza. Un pensiero speciale va a Giroud, autore di un recupero+ripartenza a centrocampo che avrebbe meritato il gol, se lui non fosse stato un onesto attaccante dai ritmi umani, troppo umani e i difensori tedeschi dei corridori dalla scivolata anaffettiva.

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Il risultato è che tra i due litiganti chi pasticcia di più in difesa la paga. Il risultato è che la finale sarà tra Francia e Portogallo, tra le due minestre col funambolo on top, e di conseguenza, a meno che domenica non si assista a uno scontro degno di Bruce Lee contro Chuck Norris, sarà bello ricordare questo europeo più per le sue outsider tirabaci e innalza-cori che per le sue finaliste ciniche, e dal percorso incespicante.

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