La sensazione della prima volta

Paolo Stradaioli
Crampi Sportivi
Published in
2 min readMay 7, 2017

Tappa 2— Olbia > Tortolì, 221 km

Vincitore e leader: André Greipel

Giornata di prime volte, anche se la tappa sarebbe la seconda e il vincitore di giornata tocca quota otto volte a braccia alzate nella storia del Giro. Niente azioni a sorpresa, niente fughe riprese a ridosso del traguardo, un controllo totale del gruppo che è il prologo di una volata annunciata. A vincere è il Gorilla André Greipel, quest’oggi pilotato a meraviglia dalla squadra e poi scatenato a 400 metri dall’arrivo, dove riesce a polverizzare la concorrenza (debole) di Ferrari e Stuyven sul traguardo inedito di Tortolì. Perde il pedale nel momento topico Caleb Ewan, dimostra ancora ritardo di condizione Fernando Gaviria.

La vera sorpresa la poteva regalare ancora Lukas Pöstlberger, impagabile guerriero vestito di rosa, nel tentativo di conservare quella coccarda dei campioni. Lui, che per la prima volta rappresentava l’Austria in testa al Giro d’Italia, ha gestito bene la tappa e nel finale ha provato a ripetere la mezza impresa di ieri, che in assenza del fattore sorpresa si è rivelata poca cosa. Dovrà cedere il primato allo stesso Greipel, per la prima volta in maglia rosa dopo essersela fatta sfuggire il primo giorno. Chi ce l’ha fatta è invece l’eritreo Teklehaimanot, anche oggi in fuga e capace di conquistare i punti necessari per vestire la maglia azzurra. Senza dover consultare le statistiche, è il primo atleta dell’Africa Nera ad indossare una maglia del genere, che fa pendant con quella a Pois del Tour già vestita in passato: raggiunto lo scopo, si accascia sul manubrio e alza il pollice per le telecamere. Missione compiuta.

Giornata di prime volte ma anche di sole, mare e vento, che ha rischiato di essere fatale per un potenziale favorito al podio come Ilnur Zakarin. Il capitano della Katusha è stato sorpreso dal poderoso ritmo imposto dalla Bahrain Merida in discesa e soltanto negli ultimi chilometri è riuscito a rientrare grazie all’impagabile lavoro dei compagni di squadra e all’innata resilienza che non lo fa mai partire battuto. Il tentativo di allungo della squadra di Nibali ha fatto capire che lo Squalo dello Stretto sta bene, ha buona memoria (il Giro dello scorso anno lo ha vinto anche in discesa) e sostiene una causa più grande di lui: fare qualcosa di importante per onorare la memoria di Scarponi. Ci sarà tempo, in attesa della prima volta di un italiano a questo Giro 100.

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