La Serie A della Settima Dimensione

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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10 min readJul 23, 2016

Alzi la mano chi, a furia di leggere/parlare/pensare/giocare/fissare il calcio non ha perso di senso almeno una volta, ritrovandosi in una dimensione atemporale in cui il pallone era solo la cornice di un traffico di informazioni apparentemente incoerenti, un turboflusso di derive possibili, supportate da entusiasmi sportivi mal posti, e rese finibili da una casacca con striminzito supporto di pantaloncini, scarpini ed eventuali parastinchi, meglio se quadrimensionali.

Se non avete capito minimamente di cosa stiamo parlando, aspettate di vedere cosa succederà alla Serie A negli anni a venire.

(Nella foto in alto/evidenza, l’undici della Pro Vercelli che, con una formazione tutta sfornata dal vivaio e interamente piemontese, ha conquistato l’atteso ritorno in massima serie dopo più di un secolo — stagione 2045/2046 -: si tenga in mente che il Piemonte Orientale è, dal 2022, una regione autonoma dello Xinjiang)

Stagione 2022–23 — Amore & Vita Juventus

Nel 2021/22, dopo dieci anni consecutivi di scudetti, la Juventus decide che è il momento di provare qualcosa di nuovo. Sicché, un po’ per provocazione auto-ironica (doverosa, dato che il governo Renzi bis ha reso l’ironia un obbligo di legge con la legge 23/2019, la stessa che ha sostituito l’inno di Mameli con un pezzo dei Cani), un po’ per semplice gusto della sfida, un po’ infine per diversificare le fonti di entrate, il club bianconero lancia Gneo Ciclofoot Agricola, il giocatore che d’estate si trasforma in ciclista e va a vincere i grandi giri: questo grazie al potere del training autogeno.

Dopo un anno di adattamento, in cui si limita a tirare le volate al capitano della Amore e Vita Juventus, il fiammingo Van de Kerkhof (vincendo peraltro un paio di tappe, pur non volendo, a causa della propria potenza dominante), Ciclofoot Agricola realizza nel 2023 un prestigioso triplete: scudetto, Coppa Italia e Giro d’Italia, con la ciliegina sulla torta della vittoria sul Pordoi.
Negli anni successivi, ad Agricola si aggiungono altri atleti polivalenti che tengono alto il nome della Juve e dell’Italia sia nel calcio, sia nel ciclismo, sia anche nello snooker e in altri ambiti; dimostrando tra l’altro con una serie di vittorie sul Tourmalet che il luogo comune per cui la Juve non vince in Europa è, appunto, fallace e superato. Anzi, sono proprio le vittorie al Tour e altrove che convincono gli impresari delle grandi kermesse del ciclismo su pista a scritturare la Juventus anche per le stagioni primaverile e autunnale; il che ha come conseguenza il ritorno dal 2025 in avanti, quando la Juve salta una decina di giornate a stagione o vi schiera gli esordienti, a un campionato più equilibrato.

Nota: le 8 stelle dello stemma della Juventus segnalano gli 82 scudetti reclamati dal sodalizio torinese; 46 di questi sono stati conquistati nel periodo post-2016, in cui la FIGC, per dare un po’ di interesse al campionato, ha cominciato ad assegnare scudetti per girone d’andata, mese d’ottobre, maggior numero di gol al Carpi, imitazioni più riuscite di personaggi di Enzo Braschi, conoscenza delle province, ecc. Ognuno di questi allori, nessuno escluso, è andato alla Juventus, portando il totale delle vittorie a 68 nel 2021 (più venti Coppe Italia); allora la Federazione, per pura rabbia, ha deciso di dividere per due i campionati, riportando la Juventus al 2016. La squadra torinese, da parte sua, ha quindi reagito applicando l’Iva al 20%, e arrivando così a 82 scudetti.

La querelle non è ancora conclusa.

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Stagione 2030/31 — Progetto Balotellix

Estraendo il DNA del campione bresciano da un chupa-chups da lui solo parzialmente succhiato e gettato in terra decenni prima negli spogliatoi di Marassi, recuperato e gelosamente conservato da un magazziniere del Genoa, i laboratori genetici del Genoa Cfc 1893 producono nel 2030 Nino Balotellix, la versione clonata e rigenerata del vecchio Mario.

I progressi della tecnica hanno permesso di espungere da Balotellix pigrizia, testardaggine e tutta una serie di caratteristiche che, stando ai giornalisti sportivi del periodo 2008–2020, hanno rovinato la carriera di Mario Balotelli; il nuovo Balotellix ha inoltre un leggero accento pistoiese e non è attratto dalle donne, ma solo dall’arte figurativa premoderna. Per evitare tuttavia di farne un fighetto, e per renderlo più benvoluto dagli intellettuali di sinistra e dai contadini, il nuovo Balo ha inoltre un’allure pasoliniana, resa più evidente dalla sfumatura assai più chiara rispetto al primo Mario.

Per la sorpresa dei più, senza la sua psicologia difettosa, Balotellix risulta assai meno forte dell’originale. Presto ceduto all’Entella, fallisce anche lì; dopo il ritiro dal calcio giocato diventa il timido e cortese guardiano del museo diocesano di Chiavari nonché, forse per via della suddetta allure, un apprezzato poeta dialettale.

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Stagione 2042/43 — Serie A Ologrammi Zanfter

Domenica 26 ottobre 2042, ore 20 e 45: le raffigurazioni olografiche dei capitani di Milan e Inter, Dario Rivérosz Bertozzi ed Enrique Gonzalez (detto El Fucketts sia in quanto terzino sinistro, sia per sordide storie di discoteche milanesi), si scambiano i gagliardetti nel primo derby giocato davanti a un pubblico pixelato. Il derby è stato acquistato e gestito in toto dalla Ologrammi Zanfter, una ditta del settore desiderosa di mostrare in mondovisione gli enormi progressi della tecnica olografica; la stretta di mano, per esigenze di propaganda, avviene dunque quando i calciatori originali sono ancora negli spogliatoi. La terna è invece reale ed appartiene, come si vede, alle caste arbitrali entrate in produzione negli anni ’30 per evitare le ricorrenti accuse di sudditanza e corruzione: si riconosce un beta direttore di gara e due beta-beta guardalinee, più bassi e scattanti per meglio presidiare le fasce laterali.

Purtroppo la serata finisce in tragedia quando, proprio mentre Bertozzi è sul punto di battere un rigore per i rossoneri (contestato, in quanto forse ottenuto da un giocatore proiettato e non da uno reale), un sovraccarico elettrico conduce a una serie di esplosioni. Per Bertozzi e per il portiere dell’Inter, Vatutin, non c’è nulla da fare. Gli ologrammi verranno banditi per quindici anni in tutti gli stadi d’Europa.

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Stagione 2045/46 — Cruyff all’Udinese

Nella primavera 2046, a trent’anni esatti dalla morte del grande campione olandese, la clinica “La Quiete” di Udine annuncia alla stampa di aver approntato una cura rivoluzionaria, capace non soltanto di sconfiggere il cancro che ha ucciso Cruijff, ma persino di riportarlo all’età fisica di 22 anni.

Nel settembre dello stesso anno, per riconoscenza verso i medici friulani, Giuan Eluano Cruiffs fa dunque il proprio esordio nell’Udinese, formando, con i talenti locali Presnitz, De Zolt e Yeboah IX, le cosiddette “Cuatri Maraveis” (quattro meraviglie), che conducono l’Udinese a due scudetti e a un’Astrocoppa Uefa. La permanenza di Cruiffs in maglia bianconera è segnata non soltanto dalle vittorie sportive, ma anche dal progressivo innamoramento del campione olandese per la cultura ladina, come già gli era capitato a Barcellona: anche a Udine Cruiffs si sente a casa, tanto da battezzare Ramacul e Fortunât i due figli che gli nascono nel 2051.

Inoltre, divenuto col tempo capitano e leader dei bianconeri, Cruiffs darà vita all’esperienza del cosiddetto balon totâl, che prevede, a differenza di quello originale di un secolo prima, meno sesso libero e più poesia romanza: da allenatore dell’Udinese (2058–2066), Cruiffs ammetterà perciò in squadra solo chi è in grado di superare un esame non elementare di lingua e cultura friulana. Tale comportamento, definito “intrinsecamente friulano” (furlanat propite!) dagli osservatori, si rivela alla lunga troppo rigido e provoca la freddezza della squadra e le conseguenti dimissioni di Cruiffs. Questi si ritira in montagna a produrre formaggio vaccino, e non parla mai più di calcio, se non, raramente e in un carnico non più decifrabile da nessuno, ai rari compratori che si avventurano alla sua malga.

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Stagione 2083–84 — Godi Fiorenza

Nel 2083 viene approvato in Parlamento il disegno di legge che obbliga ogni club calcistico a dotarsi di gruppi ultras di tifosi cyborg, per sostituire i tradizionali gruppi ultras, ormai anacronistici e di difficile gestione. I tifosi cyborg, come spiega il premier Claudio Lotito nella conferenza stampa di presentazione del modello “PEPZZ78 ‘o scassato”, sono in grado di replicare la stessa atmosfera festosa e rumorosa prodotta dagli ultras umani, e di elaborare cori e slogan goliardici ma non discriminanti; ma soprattutto possono essere disattivati in caso di “U-u-u” rivolti ai giocatori umani (d’altra parte, per i cyborg è difficile distinguere l’uomo dagli altri primati, quindi non è vera e propria discriminazione).

In questo rinnovato clima calcistico fa la sua comparsa alla Fiorentina un giovanissimo Sante Alighieri, centravanti prolifico e prolisso, nato dalla fecondazione di un ovulo con delle tracce di liquido seminale trovate sul Codice Urbinate Latino 365: l’obiettivo degli scienziati era capire se il liquido seminale fosse del divin poeta e così autenticare il manoscritto come autografo. Ad autenticazione avvenuta (che portò in cassa integrazione 132 filologi danteschi) il giovane Sante, destinato alla soppressione prevista per questo genere di esperimenti un po’ scriteriati, fu liberato insieme ad altri neonati grazie all’intervento di alcuni ragazzi della LAEUPS (Lega Anti Esperimenti Un Po’ Scriteriati), venendo poi trovato e adottato da una coppia di Fiesole.

Dopo un veloce e vincente percorso nelle giovanili della Fiorentina, Sante Alighieri approdò in prima squadra, diventandone ben presto una bandiera. Guidata dal suo capitano, la Fiorentina si impose a livello galattico, con una formazione quasi interamente autoctona, che i tifosi ancora snocciolano a memoria: Guinizzelli; Lapo Gianni, D. Frescobaldi, Alfano; Orbicciani, Dante da Maiano, M. Frescobaldi, Cino da Pistoia; Angiolieri, Cavalcanti, Alighieri. Oltre che per la rosa eccellente, la Viola si impose perché rivoluzionò lo stile di gioco, all’epoca caratterizzato dall’uso di 9 difensori e di 1 centravanti impegnato di vedetta a centrocampo, per avvistare eventuali azioni d’attacco con largo anticipo. Il “dolce stil novo”, come venne ribattezzato, prevedeva invece una fitta rete di passaggi a centrocampo e rapide verticalizzazioni sulle fasce; un po’ come il tiki-taka, ma decisamente più angelicato. Nei suoi primi 3 anni, Sante Alighieri fece 33 goal a stagione, e oltre che bandiera, divenne una vera e propria star, complice anche la sua relazione extra-coniugale con la wag Beatrice Portinari che gli garantiva una costante presenza sui principali rotocalchi della galassia (rimane negli annali quando Sante esultò urlando alla telecamera “BEATRICE TE AMO”).

Nell’estate del 2101, dopo 18 anni con la Viola, Sante partì per Roma, per discutere con la proprietà vaticano-americana (anni bui, sotto la guida di James Jr. Pallotta e Bonifacio VIII/bis) di un eventuale ingaggio con la squadra giallorossa. La notizia scosse profondamente l’ambiente fiorentino e mandò letteralmente in tilt i gruppi ultras cyborg della Fiesole, che tacciarono subito Sante di “infame”, impedendogli poi di tornare in città e condannandolo al rogo. Infatti, già dopo qualche anno dall’inizio della sperimentazione, gli ultras cyborg, delusi dai continui cambi di maglia dei propri beniamini, avevano cominciato ad acquisire una precisa coscienza culturale, riproponendo quei valori tipici della vecchia mentalità ultras e riunendosi tutti sotto lo slogan “No al calcio post-moderno”.

Non si sa se l’Alighieri fosse già piuttosto attento al denaro, o se fu la rottura con la sua tifoseria a portarlo a non credere più in alcuna appartenenza, fatto sta che dopo la Fiorentina Sante cambiò numerose squadre, diventando il classico esempio di giocatore mercenario: Forlì, Bologna, Padova, Treviso, Massa-Carrara (girone di andata con la prima, di ritorno con la seconda), Arezzo, Verona e infine Ravenna, dove concluse la carriera.

Dopo la rottura con la curva, Sante non mancò mai di punzecchiare i suoi vecchi tifosi; proprio questa continua tensione portò al definitivo fallimento del progetto “Curve Cyborg”. Nel clima infuocato di Fiorentina-Verona del 2110, sul risultato di 1–0 per la Fiorentina (bellissima punizione di Cino da Pistoia), Sante Alighieri segnò la rete del pareggio al 92° con un contestatissimo colpo di testa (carica sul portiere Guinizzelli) e, non pago della beffa procurata ai suoi ex-tifosi, corse sotto la Fiesole mostrando sotto la maglia la seguente dedica (di cui censuriamo due terzine per rispetto verso i fiorentini):

Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande,
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ‘nferno tuo nome si spande!

Al colmo dell’ira, i tifosi cyborg invasero il campo, misero a ferro e fuoco l’Artemio Franchi (Sante riuscì a fuggire riparando a Ravenna), e, dismessi come tifosi dal presidente del Consiglio Lotito, presero il controllo della città dando vita a una Signoria che si protrasse per più di un secolo.

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Stagione 2115–16 — Totti si ritira

L’addio al calcio di Francesco Totti, qui raffigurato con la maglia del Frontino nella sua ultima stagione in A (2115/2116), avviene domenica 27 settembre 2116, giorno del suo centoquarantesimo compleanno, con un derby — esibizione giocato per beneficienza — approfittando anche della sosta della A per via delle qualificazioni interplanetarie: si affrontano una mista delle due sole squadre della carriera di Totti, Roma e Frontino, contro una selezione delle squadre rivali SS Lazio e Montecopiolo.

Francesco Totti ha infatti giocato nell’As Roma fino ai 100 anni d’età, con un contratto che si rinnovava in automatico a seguito del raggiungimento di certe clausole stabilite di anno in anno, quali: due partite giocate, corretto funzionamento dell’apparato respiratorio, riuscire a salire su un gradino, ecc. In questo modo il numero 10 giallorosso sopravvive all’estinzione della casata dei Pallotta, avvenuta nel 2076. Tuttavia quell’estate il club romano viene acquistato da Txarrapikox, un faccendiere basco-plutonese che commercia nel settore delle acque minerali estratte dal ghiaccio di cui sono costituiti gli anelli di Saturno, da cui l’elegante bottiglia verde con la scritta Saturnia (GR; che sta per Ghiaccio Ridotto). L’antipatia personale fra i due è immediata, e in più Txarrapikox ha sbandierato propositi rottamatori e di riforma di tutto quello che, a parere suo e di Plutone Sport FM, non va a Trigoria.

Totti si trasferisce perciò a Frontino (PU), cittadina d’origine della moglie, per meditare lontano dal calcio. Grazie alla sua nuova sedia a rotelle, che ne esalta la capacità di difendere il pallone per poi lanciare le ali alla cieca (dal 2090 aiutato in questo anche da grossi problemi di cataratta), Totti trascina il club biancorosso dalla seconda categoria marchigiana alla vittoria di una Champions League, ovviamente dedicata a Mammucari e ai lupi dell’Appennino.

Curiosità: nell’ultima stagione al Frontino, Totti, allenato da suo figlio, gioca con tre nipoti e sei pronipoti. Completa l’undici un parente lontano della Blasi, noto anche come truccatore di apetti.

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Tutte le storie sopra riportate sono ad opera di Gian e Adr, tranne quella di Omar Sante Alighieri, ad opera del poro Fabioli.

Inoltre tutte le storie sopra citate, ma anche tante altre in più, le trovate sulla nostra pagina preferita di sempre: Serie A Settima Dimensione — Quantica Nostalgia.

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