La Signora e l’uomo degli scacchi
Ivan Juric ha messo in scacco la Juventus di Allegri, lo ha fatto sfruttando le sue debolezze nel gioco ma soprattutto la stanchezza per la gara di Champions contro il Siviglia, in cui i bianconeri hanno speso tanto sia a livello atletico che mentale. Tuttavia non lasciate che nessuno sminuisca l’importanza del lavoro svolto ieri dal tecnico genoano: è Juric il vincitore assoluto della 14esima giornata, per la scaltrezza con cui ha saputo approfittare dei difetti del suo avversario. A differenza di quanto abbiamo visto fare ad altri (e più volte) in questo campionato, oltre a identificare questi difetti l’ex nazionale croato è riuscito anche a colpire duro, attirando la Juventus, ieri insufficientemente organizzata, in una trappola di densità che le impediva la costruzione del gioco e al contempo la costringeva a scoprirsi.
Dei problemi di Allegri in merito al gioco avevamo già parlato, ma se fino a ieri i risultati erano arrivati lo stesso, vuoi per il carattere della squadra, vuoi per gli sforzi individuali dei campioni a disposizione, ieri qualcosa si è rotto nel suo giocattolo sgraziato ma concreto. Certo la formazione messa in campo dal tecnico livornese, col senno di poi, si è rivelata disequilibrata il giusto perché l’intensità folle dei ragazzi di Juric e il loro modo di attaccare gli spazi mettessero la Juve alle corde sin dalle primissime battute.
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A causa degli infortuni la Juve ha esordito con una formazione inusuale, con Dani Alves centrale insieme a Bonucci e Benatia e Cuadrado quasi seconda punta insieme a Mandzukic. Ma il nodo centrale che è sembrato subire gli attacchi peggiori è stato il centrocampo, con Khedira unico faro in mezzo a due spenti e spaesati Hernanes e Pjanic. Dal canto suo il Genoa di Juric ha giocato in maniera simile alla tanto (e a ragione) lodata Atalanta del suo maestro Gasperini, con un’unica, sostanziale miglioria: i rossoblu non trovano praticamente mai pace, ieri non l’hanno trovata fino al 3 a 0, si muovono avanti e indietro per il campo come invasati, con l’atteggiamento di chi sta giocando a pallone con gli auricolari che trasmettono cavalcate heavy metal.
Più la Juve prova a reagire, nel secondo tempo, più si arena a centrocampo dove Pjanic non sembra cavare un ragno dal buco. Ed è proprio lì che il Genoa ha più densità, grazie a un Rincòn che sembra avere un gemello in campo tanto si spende e tanto è efficace. In generale Allegri è un ottimo gestore della pressione ma tende a essere cervellotico quando è a corto di scelte. L’improvvisazione non è il suo forte, il pragmatismo sì. Quando la sorte, o gli impegni, non gli consentono di essere pragmatico, tende a pagare le sue scelte. Finora d’altronde non ha trovato ancora il settaggio giusto e di conseguenza non ci sono ancora meccanismi utili a quei giocatori che dovrebbero essere risolutivi, soprattutto a metà campo.
Nel frattempo, le rivali non perdono l’occasione di accorciare le distanze: il sempre più convincente Milan di Montella maltratta l’Empoli in casa mentre una Roma cinica e in ripresa ma ancora troppo distratta difensivamente (merito in realtà di un centrocampo poco fluido che la lascia troppo spesso divisa in due blocchi in campo) conquista tre punti con un Pescara di Oddo che se avesse un po’ più di qualità davanti e un po’ meno infortunati dietro, meriterebbe di più.
Continuano a vincere e convincere anche Atalanta, Torino e Lazio, che non perdono il contatto con la zona alta della classifica.
Tutto questo in attesa del Napoli, impegnato stasera contro il Sassuolo, e di Fiorentina-Inter. Il fatto che queste due partite non siano state ancora giocate fa del best 11 di questa settimana una proiezione del tutto parziale.
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L’ormai consueto modulo suicida a sei punte e tre difensori, mascherato da 3–1–3–3, altro modulo già di suo poco raccomandabile.[/caption]
Il gol più bello della settimana
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Se è vero che la Puglia è il tacco dello Stivale, allora è anche vero che Sau è il tacco della Sardegna, che dallo stivale sarà anche fuori perché è un’isola, ma contro l’Udinese mi pare si sia provveduto a sopperire sufficientemente.