La squadra folle che avrebbe avuto il Porto se non avesse venduto nessuno dal 2003

Crampi Sportivi
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8 min readSep 30, 2016

Triste l’estate senza divertimenti. Senza mare, senza un buon bicchiere di vino e soprattutto senza qualche cessione importante. Ecco, tutto questo è possibile solo in un posto della terra: uno che affaccia sull’Oceano, dove osano i Dragoni, dove tutto era, è stato e forse è ancora possibile. Quel posto è Oporto.

Ma perché il Portogallo è sede di una delle società del male e dell’ingegno più sviluppate al mondo? Perché dietro a ogni follia, ci deve essere un progetto. E dietro ogni progetto, c’è una mente. Una che potrebbe appartenere a uno che è tutt’altro uno stinco di santo (di scandali la sua vita è piena), ma che ha avuto il merito di creare un introito in cessioni grande quanto il PIL di un paese sviluppato.

Quell’uomo è Jorge Nuno Pinto da Costa, presidente del Futebol Clube do Porto dal 1982, quando di anni ne aveva 45, mentre nell’aprile scorso ha ottenuto il 13° mandato (TREDICESIMO) con una percentuale di votanti dell’assemblea quasi bulgara: il 79% ha optato per un’estensione della sua reggenza, sebbene i tifosi abbiano qualcosa da ridire.

C’è da dire che negli ultimi anni si è divertito parecchio. Dal suo arrivo, il club ha vinto 51 titoli nazionali tra campionati e coppe, due Champions League, altrettante Coppa UEFA/Europa League, una Supercoppa Europea e due Coppe Intercontinentali. Ma soprattutto sono sbocciati futuri campioni, nonché giocatori normali trasformati in affare a peso d’oro (sì, il quartetto composto da Costinha, Seitaridis, Maniche e Dérlei alla Dinamo Mosca per 37 milioni di euro è compreso nella casistica).

Ma come sarebbe stato il Porto senza vender nessuno? Magari con José Mourinho — ancora un portoghese qualsiasi e non lo Special One — a guidare i Dragoni dopo la vittoria in Champions League. Noi c’abbiamo provato ed è venuta fuori una squadra fantastica, disposta con il 4–2–3–1 tipico dell’allenatore di Setubal, magari con André Villas-Boas in qualità di vice.

Abbiamo dovuto tener fuori degli esclusi eccellenti: Paulo Ferreira, Álvaro Pereira (sì, tifosi dell’Inter, non l’abbiamo dimenticato), Casemiro (il Real l’ha ricomprato dal prestito, ma non credo a chissà quale cifra), Maniche e Luís Fabiano (che al Porto in realtà ha fatto pochino).

Portiere — 1 Beto

Qui casca l’unico asino delle cessioni del Porto: mai venduto un gran portiere. Sarà perché la tradizione ha prevalso, visto che la coppia Vítor Baía-Helton ha difeso la porta dei Dragoni per quasi vent’anni. Sarà perché il Porto non ha mai trovato interpreti rivendibili a grandi prezzi in quel ruolo.

Con la scarsa casistica a disposizione, il caso di Beto è il migliore: cresciuto allo Sporting (dove però non ha mai esordito), ha girato il Portogallo prima di arrivare al Dragão, trovando poco spazio. Così ha continuato il suo giro del mondo, vincendo un’Europa League con il Siviglia. Quest’estate ha realizzato il sogno di giocare con lo Sporting.

Ma è marginale anche nelle celebrazioni, dai.

Terzino destro — 2 Danilo

La tradizione delle cessioni eccellenti ha toccato picchi recenti con i 31 milioni di euro incassati per il passaggio del brasiliano al Real Madrid. E pensare che doveva essere l’erede di Dani Alves a Barcellona…

https://www.youtube.com/watch?v=aQuzKEzciKE

Centrale destro — 5 Pepe

Prima di distruggere diverse caviglie, guadagnarsi una pessima reputazione a Madrid dopo un investimento da 30 milioni di euro e diventare l’asse portante del Portogallo campione d’Europa, Képler Laveran Lima Ferreira era un centrale in ascesa.

Tra i pretoriani di Mourinho, ancora oggi Carvalho è nel calcio che conta. Oddio, la sua carriera a 38 anni sembra finita dopo la scadenza del contratto con il Monaco, ma c’è qualcuno che dice come il ritorno proprio a Oporto sia vicino. In fondo se non sei mai stato appariscente, ma ti hanno comunque strappato per 30 milioni dal Porto, qualche merito dev’esserci.

Terzino sinistro — 3 Alex Sandro

Altro colpo in uscita recente, altra plusvalenza mastodontica: pagato quasi 10 milioni dall’oscuro Deportivo Maldonado, produrrà un surplus di +17 finendo alla Juve per 26 milioni. Nessuna delle due parti ha da recriminare.

Mediano/Regista — 8 João Moutinho

Io non ho mai visto un giocatore dal rapporto così inversamente proporzionale tra soldi spesi e hype: regista dal cervello superiore e dai piedi finissimi, è stato il simbolo dello Sporting Lisbona prima di diventare il braccio armato del Porto del Triplete di Villas-Boas (dove gli piacerebbe prima o poi tornare). Due estati più tardi, il Monaco sganciò 25 milioni per averlo insieme a un altro giocatore, di cui magari parleremo più tardi.

https://www.youtube.com/watch?v=8xzMu08FNJQ

Maestro.

Centrocampista centrale — 4 Fredy Guarín

Probabilmente del colombiano ci siamo fatti ormai un’idea ben diversa di quella che avevamo quando militava in Portogallo. Siamo reduci da quattro anni di Inter e dal suo passaggio in Cina, ma nel 2012 Guarín era un giocatore sulla bocca di tutto. Magari non è stato pagato tantissimo dai nerazzurri (circa 12 milioni), ma anche l’hype pesava sul suo conto. E comunque 12 milioni non sono bruscolini.

Una volta faceva questi gol con siluri da 84 km/h. I tifosi nerazzurri hanno visto spesso invece quei tiri finire in curva. Quando segna, non ci crede con fare genuinamente stupito; a Milano avrebbe proposto qualche esultanza swag.

Ala destra — 7 Hulk

Alla fine verrà venduto per 60 milioni allo Zenit nell’estate 2012. E la scorsa estate è passato ai cinesi dello Shanghai SIPG per 55 milioni.

https://www.youtube.com/watch?v=RdbNJ9AQhi8

Una macchina da soldi. E un mostro.

Ala sinistra — 11 James Rodríguez

In quella straordinaria squadra 2010–11, c’era un ragazzino colombiano arrivato da qualche mese che faceva da riserva. Villas-Boas cominciò a dargli minuto verso il finale di stagione; dall’annata successiva, il mondo ormai lo conosceva.

James Rodríguez si sarà pure consacrato al Mondiale 2014, le cui prestazioni l’hanno portato al Real. Tuttavia, i 45 milioni spesi dal Monaco nell’estate dell’anno precedente erano per quanto visto al Dragão.

https://www.youtube.com/watch?v=UoOaXOtPk7c

L’ultima annata da sconosciuto.

La leggenda vuole che Anderson Luís de Souza sarebbe dovuto essere la stella di una squadra portoghese, ma non dei Dragoni, bensì del Benfica. Lì ha militato in gioventù, ma con un errore ancora oggi ritenuto imperdonabile, Greame Souness lo mandò via. Lui finì al Porto e Mourinho ne ha fatto l’anima tecnica dei suoi primi trionfi.

In cinque anni Deco è stato fondamentale nei successi del Porto, segnando anche in finale di Champions. Mourinho vorrebbe portarselo a Londra, ma quando sembra tutto fatto, il brasiliano — naturalizzato portoghese ben prima che le cronache lo facessero conoscere — opta per Barcellona (15 milioni più il cartellino di Quaresma). Tanto al Chelsea ci andrà comunque. E poi al Barca si è fatto una buona reputazione.

Il centravanti letale — 9 Radamel Falcao

Arrivato dal River Plate, se ne andrà all’Atlético dopo aver vinto l’Europa League: 40 milioni che forse sono stati addirittura un affare più per i Colchoneros che per il Porto.

13 Bruno Alves

Oggi a Cagliari, nell’estate 2010 lascia il Portogallo per 22 milioni: direzione Zenit.

14 Nicolás Otamendi

Vista la sua importanza nel City di Guardiola e i 12 milioni guadagnati all’epoca dal Valencia, anche qui il Porto ci ha visto lungo.

15 Eliaquim Mangala

Perché un centrale in più non fa mai male. La storia sembra dimostrare che i 40 milioni spesi dal City siano stati un abbaglio, ma meglio per il Porto, dove stanno ancora ridendo sotto i baffi per l’affare.

https://www.youtube.com/watch?v=ut0N16gVAT8

Peccato, perché in allenamento era dotatissimo.

16 Aly Cissokho

Quello scartato dal Milan per i denti, sì. Che però l’Olympique Lione preleva per 15 milioni.

17 José Bosingwa

Ereditata la fascia destra dopo la partenza di Paulo Ferreira, lo zairota viene venduto al Chelsea nel 2008 per 21 milioni. La sua ultima partita con i Blues sarà la finale di Champions vinta a Monaco di Baviera contro il Bayern.

18 Raul Meireles

Giramondo d’Europa e mohawk al seguito, si trasferì al Liverpool per 15 milioni: a 33 anni, la sua carriera si è chiusa qualche mese in Turchia.

19 Lucho González

Anch’io seguirei in battaglia uno così.

20 Fernando

Altro affare incrociato con il City: 15 milioni.

21 Ricardo Quaresma

Non bastano due righe per descrivere il personaggio o i suoi tre passaggi al Porto. I lusitani ci hanno comunque guadagnato 25 milioni quando hanno venduto El Trivela all’Inter di Mourinho.

22 Anderson

Qui entriamo nel mistico: crack assoluto con le giovanili brasiliane e nel suo unico anno in Portogallo, verrà comprato per 30 milioni dal Manchester United. Ferguson non si è più rimesso dall’abbaglio, visto che a Old Trafford il brasiliano non è stato protagonista come ci si aspettava, finendo per esser prestato a Firenze e poi tornare in Brasile la scorsa estate.

https://www.youtube.com/watch?v=Y0tpfnZ4RPw

Il suo unico anno a Oporto si chiude con l’infortunio contro il Benfica. La durezza di Katsouranis nel tackle e poi nel pensare che il brasiliano — infortunatosi gravemente — stia fingendo.

23 Diego

I tifosi della Juve ancora tremano al suo nome: il giocatore si è dimostrato più che valido in altri contesti, ma è stato il simbolo del punto più basso raggiunto a Torino negli ultimi anni. Dal canto suo, Diego ha vinto parecchio. E anche se non è stato il vero successo di Deco al Porto, poco male: andò al Werder per sei milioni.

24 Jackson Martínez

Stessa parabola di Falcao (centravanti colombiano affermatosi nelle Americhe, esploso nel Porto e trasferitosi all’Atlético Madrid per 35 milioni), ma situazioni diverse. Se Falcao si sta riaffacciando sul calcio che conta, Jackson fa la panchina al Guangzhou Evergrande.

25 Lisandro López

Qui la menzione è dovuta non solo per l’addio al Porto per 28 milioni (direzione Olympique Lione), ma anche perché Lisandro è stato un giocatore sottovalutato, forse anche sfortunato a capitare nell’epoca degli Aguero e degli Higuain.

Honorable mentions

Tre che non puoi escludere, perché la storia del Porto l’hanno fatta a modo loro

Arrivato nel silenzio generale, non ha rappresentato una plusvalenza, ma ha difeso la porta e capitanato i Dragoni dal 2005 all’estate scorsa. Capito che non avrebbe giocato neanche quest’anno, ha chiesto la rescissione chiudendo un’avventura di 11 anni.

Angolo curiosità: dev’esser stato strano il colloquio con l’allenatore. In fondo Espirito Santo ha giocato al Porto, da portiere, e ha fatto per anni la riserva… di Helton.

https://www.youtube.com/watch?v=oTRxoiDmkTI

27 Dimitri Alenichev

Questa va segnalata solo perché non si è mai capito come si possa passare dallo Spartak Mosca al vincere Coppa UEFA e Champions League con il Porto nel giro di sei anni, segnando gol decisivi in entrambe le finali e passando nel mezzo per Roma e PERUGIA.

28 Hélder Postiga

Non chiedetemi perché. Quando sento Porto e Portogallo, il pensiero corre sempre a Helderone.

La prossima linea primavera-estate 2017

Quest’estate il Porto si è limitato a liberarsi dei pesi morti, almeno secondo quanto voluto da Nino Espirito Santo, nuovo tecnico dei Dragoni. Perché definire “pesi morti” gente come Martins Indi o Aboubakar, ci vuole coraggio.

E allora la prossima estate potrebbe esser quella buona per una nuova tornata di prodotti appetibili per il mercato europeo: da capitan Herrera al connazionale Corona, dai lusitani Rúben Neves e André Silva al giovane Awaziem, passando per Boly e Óliver Torres (se verrà riscattato dall’Atletico Madrid).

Ma nel mio cuore e in quello di molti altri, c’è un giocatore di cui molti parlarono bene nell’estate 2014: fece un gran Mondiale, disputò una grande prima annata al Porto e poi… poi non l’hanno venduto e quindi che si fa?

https://www.youtube.com/watch?v=LgkBlHi_YuU

Yacine Brahimi è un giocatore di quelli che passano poche volte, un trequartista dalla visione di gioco dinamica e dallo spiccato senso dell’assist. Quest’anno sembra finito nel dimenticatoio, ma è l’unico che è stato graziato dal ripulisti di Espirito Santo. Magari la prossima estate tocca a lui.

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