La squadra folle che il Genoa avrebbe avuto se…

Crampi Sportivi
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8 min readNov 17, 2016

La premessa essenziale (e un po’ buffa) da fare prima di iniziare un pezzo sull’utopia di un Genoa senza cessioni è che a ben vedere, se la società di Preziosi non avesse venduto nessuno, oggi conterebbe almeno una decina di potenziali titolari solo nel reparto offensivo. Una possibile formazione dei rossoblu prevederebbe un folle 0–0–10 tutta fantasia e trazione anteriore. Uno “speriamo di farne uno in più” tanto bello da vedere su YouTube quanto probabilmente fallimentare dal punto di vista tattico.

Ci consoleremmo probabilmente con i video dei trick freestyle degli attaccanti, ma il Genoa sarebbe in Lega Pro. Sì, perché stiamo parlando di una società che ha visto passare tra le sue fila Destro, Immobile, Pavoletti, El Sharaawy, Niang, Suso, Iago Falque, Perotti, Milito, Pandev, Alessio Cerci…

Se invece volessimo analizzare la situazione con un minimo di raziocinio e tentatassimo di mettere in campo una formazione quantomeno plausibile, ci si accorge che effettivamente il Genoa ha avuto tra le sue fila giocatori di livello molto alto: questi si sarebbero anche sposati bene assieme, se ne avessero avuto l’occasione.

Quindi mettiamo che a un certo punto della sua vita extra-calcistica (tipo intorno al 2005) a Preziosi capitasse di vincere uno sproposito al Super Enalotto. Mettiamo inoltre che in uno slancio d’amore verso la città decidesse di investire quei denari in stipendi e con sommo sacrificio fosse riuscito a trattenere i suoi calciatori in partenza, magari ipnotizzandoli, ballando sulle note di De Andrè (dai, De Andrè… dovevo pur metterlo da qualche parte) aiutato magari da Don Gallo (dai, Don Gallo dovevo pur metterlo da qualche parte).

La squadra di quest’articolo potrebbe comodamente lottare per le prime quattro posizioni del campionato. Vincerebbe con fatica l’Europa League, in una combattuta finale contro il Siviglia, con un gol sporco. Magari segnato nei minuti di recupero da Thiago Motta, che diventerà così il giocatore più amato d’Italia. Proprio in virtù di quella vittoria arriverebbe a giocarsi la Champions per la seconda volta nell’edizione 2015/16 (dopo il preliminare perso nel 2009), passando il girone con Porto, Borussia Dortmund e Viktoria Plzen, ma uscendo agli ottavi dopo i rigori contro il Bayern di Guardiola.

Un undici ideale — quello gudiato da Gasperini, fedele di lungo corso a Genova — che sarebbe competitivo nelle vecchie edizioni della Serie A, figuriamoci ora.

Portiere — Mattia Perin

In rossoblu dal 2008, dopo un anno in prestito al Pescara (dove fa cose pazzesche, tipo la partita con la Fiorentina) torna al Genoa. Per qualche tempo viene corteggiato da club di alto livello, ma le offerte non sono troppo convinte e lui vuole restare a Genova, diventando il simbolo del nuovo corso. Scrollatosi presto di dosso la solita etichetta di nuovo Buffon, Mattia si piazza tra i pali a difendere la porta della seconda difesa meno battuta del campionato 2013/14.

Centrale destro — Armando Izzo

Uno dei difensori più interessanti del campionato italiano. Arrivato durante l’estate del 2014 dall’Avellino, ci mette poco a scalzare Tomovic dalla formazione titolare. Diventa presto un perno inamovibile della difesa a tre gasperiniana. Si toglie pure lo sfizio di segnare il gol decisivo nella semifinale di andata di Europa League contro il Liverpool 2–1 ad Anfield, che fa già storia.

Libero (nonché àncora spirituale) — Nicolás Burdisso

Fino a poco tempo fa di Burdisso sapevo poco niente: di lui ricordavo soprattutto gli anni all’Inter, quando si faceva buttare fuori. Ricordo l’espulsione in un Inter-Liverpool del 2008, deciso da un gol di Torres e che portò alle dimissioni — ritirate quasi subito — di Mancini. A fine stagione, Moratti esonerò il tecnico per affidarsi a Mourinho. Insomma, mi chiedo se da quella espulsione sia nata l’inter di Mourinho.

In Burdisso ho scoperto un personaggio incredibile. Ranieri lo ha ricordato in un’intervista, ai tempi della Roma. Il tecnico nello spogliatoio prova a scuotere la squadra: «Si gioca come ci si allena», ma un pronfodo e lapidario Burdisso risponde: «No, mister… si gioca come si vive». Bellissimo. Vado avanti a leggere e ritrovo la storia della figlia malata di leucemia. E lui che offre a Moratti di rescindere il contratto per starle vicino, con Moratti che rifiuta. E scopro un’intervista alla Gazzetta, dove cita Murakami e Pastorale Americana e la scrittura come terapia.

Tornando a noi: arriva al Genoa già nel 2014, quando il ciclo vincente entra in una frase più matura, ma come fai a non metterlo in top 11? Io mi farei spiegare la vita da Burdisso, altroché.

Centrale sinistro — Sokratis Papastathopoulos

I crauti non lo entusiasmano e il tempo non lo aggrada, così il buon Sokratis decide di restare in una Genova finalmente competitiva a livello nazionale, piuttosto che diventare un utile rimpiazzo al Milan. Diventa uno dei giocatori del grifone con più presenze in serie A, marcatore roccioso e arcigno come le sue sopracciglia. Magari evita pure di farsi fare tre tunnel. Di seguito. Dallo stesso giocatore.

Esterno destro — Rafinha

La prima stagione non è esaltante, nonostante venga impreziosita dal gol-vittoria nel Derby della Lanterna: dopo attente riflessioni, Gasperini e Preziosi si convincono che Rafinha possa essere più che utile a questa squadra. Viene dunque rifiutata l’offerta del Bayern Monaco: Rafinha non si muove. La fascia destra è sua.

Regista — Thiago Motta

Come sarebbe stata la storia della carriera di TM88 senza quei due anni di problemi al ginocchio? Non lo sapremo mai. Chiaro che il suo arrivo in rossoblu il 14 settembre 2008 desta curiosità e interesse, visto che il brasiliano è alla caccia di un’occasione per il riscatto e la trova nel Grifone. Al Genoa gioca una grande stagione, segna sei gol e porta la squadra a giocarsi i preliminari di Champions, poi persi contro l’Atletico Madrid.

Nell’estate 2009 si fanno sentire le sirene dell’Inter, ma un lieve infortunio blocca la trattativa. Per fortuna del Genoa Thiago resta, arrivando addirittura a segnare il gol-vittoria nella combattutissima finale di Europa League 2014/15 contro il Siviglia, una mezza rovesciata stilisticamente poco apprezzabile, ma che ha il merito di infilarsi sotto la traversa. Dopo quella rete diventa un pilastro della nazionale italiana, amatissimo dalla critica e dai tifosi.

https://www.youtube.com/watch?v=5gm5Lvmz-mY

Mediano di rottura — Juraj Kucka

Storico pomo della discordia che mette definitivamente fine all’amicizia pluriennale tra Milan e Genoa. Galliani corteggia per tutta l’estate un centrocampista, ma Soriano non arriva e Hamsik resta un miraggio lontano, seguito con poca convinzione. Il ritorno di Boateng si complica, così all’ultimo giorno di mercato il pleni-potenziario milanista cerca la mano tesa dell’amico di sempre, senza trovarla.

Preziosi si impunta: Kucka con Thiago Motta formano una grande diga a centrocampo. Galliani è costretto a virare su l’ennesimo parametro zero. Cala il gelo sull’asse Milano-Genova.

Il momento che definisce la carriera di Criscito arriva presto, nel 2004, quando il ragazzo rifiuta di andare in comproprietà alla Juventus di comune accordo con la società rossoblu, evitando così due anni di Primavera bianconera o come dichiara in un’intervista “il cimitero degli elefanti”.

Ala sinistra — Rodrigo Palacio

L’attacco albiceleste del Genoa vede schierato ala sinistra El Treza. Palacio arriva inizialmente convinto di giocare prima punta, ma quella casella alla fine non si libera e lui si adatta rapidamente a sfruttare il suo movimento a rientrare per gonfiare la rete sul palo lungo.

https://www.youtube.com/watch?v=qte9fRCInjc

Centravanti — Diego Milito

La storia del suo ritorno a Genova nel 2008 è diventata una specie di leggenda metropolitana del calciomercato, con il lancio del contratto all’interno del box della lega, a mercato scaduto. Galeotto fu Pastorello.

El Principe rientra al Genoa da barely legal e ripaga a suon di gol lo sconsiderato gesto. A fine stagione lo cerca l’Inter, che lo vuole per affiancarlo a Ibrahimovic. Lui tentenna, passa l’estate senza allenarsi con la squadra, ma alla fine, una sera di fine estate si affaccia dal suo appartamento sventolando una maglietta del Genoa. E un lauto aumento di stipendio.

Ala destra — Diego Perotti

Gasperini cerca un esterno d’attacco forte, veloce e bravo nel dribbling. Arriva Perotti e risponde a tutti questi requisiti. Il tridente argentino è servito, che per tre anni è il miglior attacco della Serie A. Perotti arriva in doppia cifra in stagione per la prima volta in carriera e quel trio sembra divertirsi da matti. Un po’ la stessa sensazione che hanno i tifosi.

Antonio Donnarumma

Solo perché era Donnarumma prima che essere Donnarumma fosse cool. Indubbiamente, il portiere più hipster dei cinque maggiori campionati d’Europa. Se però fossi stato una persona seria avrei scelto Frey.

DAI SONO UGUALI

Marco Amelia

Dopo un paio di buone stagioni cede il posto all’esplosione di Perin. Lui non si scompone e accetta la panchina, pronto a dare una mano. Fun fact: nel 2015 è costretto a cambiare numero di cellulare per lo stalking di Mourinho, che lo vorrebbe al Chelsea.

Andreas Granqvist

Chi non vorrebbe, nei momenti bui dell’esistenza, voltarsi e vedere seduto in panchina il rassicurante volto del lungagnone svedese? Gasperini può, voi no.

Emiliano Moretti

Valido ricambio in difesa, capace di giocare in tutte le caselle della difesa a tre di Gasperini.

Sebastien De Maio

Un metro e ottantanove di alternativa francese, parbleu.

Matteo Ferrari

Fa parte di quella serie infinita di giocatori rigenerati dalla cura-Gasperini. Si ritrova senza contratto nel 2008 e firma prima un triennale, poi per riconoscenza rinnova per altre cinque stagioni, fino al 2017. Oggi rincorre la prospettiva di entrare a far parte dello staff dirigenziale.

Cristian Ansaldi

Dopo anni passati al freddo della steppa russa, l’argentino decide che è arrivato il momento di provare gli aspri paesaggi liguri. Diventa in breve la prima alternativa a Rafinha sulla fascia destra.

https://www.youtube.com/watch?v=s8mXhMf8h9w

Šime Vrsaljko

Arriva dalla Dinamo Zagabria a 21 anni come una grande promessa. Viene acquistato a 1 credito da tutti i bene informati al Fantacalcio, quelli che di solito arrivano ultimi.

Luca Antonelli

Cresciuto calcisticamente nel Milan, è costretto a una lunga serie di vagabondaggi in prestito, prima di approdare definitivamente al Genoa nel 2011. Qui sgomita su Criscito e riesce a ritagliarsi il suo spazio, togliendosi anche la soddisfazione di decidere un Milan-Genoa, con un colpo di testa allo scadere.

Tomás Rincón

Si gioca il posto in mezzo al campo con Kucka. In allenamento scommettono amichevolmente su chi randella di più.

Stefano Sturaro

Prodotto del settore giovanile genoano e ligure di nascita. Come scriveva Calvino: “I liguri sono di due categorie: quelli attaccati ai propri luoghi come patelle allo scoglio che non riusciresti mai a spostarli; e quelli che per casa hanno il mondo e dovunque siano si trovano come a casa loro. Ma anche i secondi…tornano regolarmente a casa”. Lui dimostra orgoglioso di appartenere alla prima categoria, quando nel 2015 rifiuta la Juve per giocarsi le sue chances nel Grifone.

Uno dei senatori della squadra: dopo l’ottima esperienza in primavera con la Juventus e una fugace stagione ad Avellino, il centrocampista sposa i colori rossoblù per non lasciarli più.

M’Baye Niang

Trova poco spazio durante il suo prestito dal Milan, che si stufa di aspettarlo e lo cede a titolo definitivo al Genoa. Riesce a ritagliarsi un posto importante in Coppa Italia, di cui sarà capocannoniere nel 2015/16 con sei gol.

Iago Falqué

Meteora bianconera ed ennesimo colpo di mercato/giocatore ritrovato del duo Preziosi-Gasperini, garantisce gol e intelligenza tattica. Non ha rispettato le aspettative che gli erano state appioppate, ma è un ottimo ricambio per i tre tenores.

Leonardo Pavoletti

Subito dietro a Milito nelle gerarchie dell’attacco. Garantisce gol, sponde e un accenno di barba.

Ciro Immobile

Subito dietro Milito, Pavoletti e un altro scugnizzo. Non fatemi andare avanti che poi ci sono Destro, Gilardino, Paloschi, Floro Flores… e insomma facciamo notte.

Marco Borriello

Back-up di Milito e Pavoletti, per incornate al gusto di babà.

https://www.youtube.com/watch?v=5sfKVU8Fwbo

Ci sono anche le menzioni speciali.

Marco Rossi

Perché 248 presenze col Genoa dal 2003 al 2015 mica si scordano, specie se hai accompagnato il Grifone dalla C alla A.

Articolo di Claudio Balboni

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