La squadra folle che il Tottenham avrebbe avuto senza le cessioni degli ultimi anni

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
Published in
7 min readJan 3, 2017

La Football Money League è quella competizione continentale che si disputa ogni anno negli uffici di Deloitte, una delle Big Four mondiali tra le società di consulenza. Inizialmente vi partecipano tutte le squadre, ma poi via via quelle più piccole vengono scartate, fino ad arrivare al G20: la classifica delle società con il fatturato annuo più elevato. Nel 2016, con dati in riferimento alla stagione 2014/15, in testa c’è il Real Madrid con revenues pari a 577 milioni. In seconda posizione, il Barcellona, che ha superato il Manchester United, ora terzo.

Oltre a fornire parecchi spunti per discussioni da bar, il report di Deloitte spesso (ma non sempre) fornisce indicazioni su quali squadre domineranno il panorama europeo negli anni a venire, su quali sono in rampa di lancio e su quali — invece — dovranno abbandonare il gotha, sempre considerando valida l’equazione soldi = squadra vincente. Ovvero, più o meno, gli stessi spunti per discussioni da bar di-cui-sopra.

Scrollando la pagina verso il basso, ma non di molto, si scopre che, oltre alle solite big del calcio europeo, abituate ogni anno a giocarsi Champions e campionati di riferimento, ci sono anche alcune outsider che trasformano l’equazione soldi = squadra vincente nella più classica delle disequazioni. Tra di esse la più avanzata è il Tottenham, un dodicesimo posto e l’ultima Premier messa in bacheca cinquantasei anni fa.

Non benissimo. Tanto che anche Wenger, che più o meno ogni settimana si sente ricordare da Mourinho i giorni, le ore e i minuti esatti da quando non vince un titolo, ha scelto gli Spurs come bersaglio facile per sfogare le sue frustrazioni: “Finché faremo il nostro lavoro l’Arsenal sarà sempre più forte del Tottenham”.

Eppure, negli anni da White Hart Lane qualche buon giocatore è passato. Non tutti i pound sono stati sperperati. Così, abbiamo ipotizzato un undici crossgenerazionale, in grado di essere più forte di un gol di Hazard nel sette all’83’; in grado di zittire Arsenè; in grado di convincere Harry Kane a rinnovare e a non andarsene allo United, perché anche a nord di Londra si potrebbe diventare grandi.

Mauricio Pochettino è forse il tecnico che ha mantenuto le promesse e forse più. Quello che è andato più vicino di tutti a vincere il titolo, l’anno scorso. Con il suo 4–2–3–1, in cui mixa forza fisica e piedi buoni, Pochettino ha ridato un’anima al club, dopo un paio di stagioni così e così con Villas Boas e Sherwood.

Imposteremo il nostro dream team sullo stesso pattern, pensando a una squadra che possa essere fatta di muscoli, classe e cervello allo stesso tempo.

Portiere — Hugo LLORIS

Il confronto con l’altro principale guardiano dei pali Spurs, Heurelho Gomes, è leggermente impari. Lloris è da anni uno dei migliori portieri a livello mondiale, vice campione d’Europa, degno della dodicesima squadra più ricca la mondo. E forse anche qualcosa di più.

Non è un mostro fisicamente, ma tecnicamente rasenta la perfezione. Vedere per credere la leggiadria con la quale danza sulla linea quasi fosse un mouse di vecchia generazione sulla sua pallina interna.

Terzino destro — William GALLAS

Chelsea, Arsenal e infine Tottenham. Il calcio per Willy Gallas è una città con diversi colori. Raggiunge gli Spurs nella fase calante di una carriera gloriosa, per lo stupore di Wenger la cui espressione val bene una GIF. Nelle tre stagioni giocate sì e no, Gallas trova anche il tempo di punire i suoi ex amici Bleus.

https://www.youtube.com/watch?v=FV7fy3cKhfI

Capitano e leggenda, il Re ha dato la vita e un paio di ginocchia al Tottenham: unico. Anche nel segnare il gol più veloce della storia della Premier, contro il Bradford, a fine 2000. Tra l’altro il primo ufficiale, a 20 anni, con la maglia indossata in tutta la sua carriera.

Un tiraccio dopo 10 secondi consegnato alla storia, come la sua maglia numero 26 indossata per 14 anni.

https://www.youtube.com/watch?v=hBr-Fc2Ht5Y

A fianco di un totem come King la sua antitesi, per formare una coppia di centrali complementari e variegata. Jonathan Simon Woodgate è stato un Galactico che ha fatto parte della corrente british del regno di Florentino, dopo che un tal David Beckham aveva aperto la via. Protagonista di uno dei peggiori debutti della storia al Bernabeu, il bel Woodgate passa da White Hart Lane dal 2008 regalando, di testa, una Carling Cup a Juande Ramos dopo un uno-due con Cech in uscita.

https://www.youtube.com/watch?v=mgKA09adN0s

Impossibile non inserire il Marcelo d’Oltremanica in squadra. Mancino puro, con la chioma al vento, legata o intrecciata il terzino franco-camerunense è uno di quei personaggi in grado di regalare soddisfazioni durante tutta la settimana, non solo nei novanta minuti. D’altronde stiamo parlando di un ragazzo che, ai tempi del Tottenham, dichiarava di avere come unici amici Bassong e Taarabt, di amare le auto sportive o di giocare semplicemente per i soldi. Tutto, meno che ipocrita.

Tornato ora in Francia, al Metz, l’ultimo colpo di chioma contro vento sono le scarpe da 30 euro che compra su eBay, perché a lui non va di “prostituirsi per un brand”.

Centrocampista centrale destro — Luka MODRIC

Se la prima linea non vi ha ancora fatto balzare dalla sedia, non c’è problema, la mediana non deluderà. Il punto fermo è uno dei giocatori più sublimi e danzatori del panorama calcistico mondiale. L’unico in grado di avvicinare nello stile di gioco il Maestro, Andrea Pirlo. Negli Spurs è diventato grande, nel Real immenso. Se vi dovesse girar la testa non preoccupatevi, sono le aperture di Luka Modric per Assou-Ekotto.

https://www.youtube.com/watch?v=YqMbChAxjQI

Centrocampista centrale sinistro — Eric DIER

https://www.youtube.com/watch?v=ji5glJFhyAk

Trequartista esterno sinistro — Gareth BALE

https://www.youtube.com/watch?v=EAcP1gxNQZw

Trequartista centrale — Christian ERIKSEN

Trequartista esterno destro — Dele ALLI

Alla fisicità devastante di Bale sulla corsia sinistra contrapponiamo la grazia, la fantasia e la freschezza di Alli sulla destra. Dele è probabilmente il miglior colpo di Franco Baldini, che lo preleva dal Milton Keynes Dons — terza serie — e lo mette in una cassaforte blindata, sfondabile solo con qualche decina di milioni di euro. Non sotto i sessanta, quelli che pare aver offerto il PSG per lui.

Punta — Harry KANE

Siamo stati indecisi un paio di minuti su chi schierare in avanti: Kane o Berbatov? Alla fine l’uragano ha vinto il ballottaggio sia a suon di reti che per il tradimento del bulgaro verso lo United, sperando che tra sei mesi non accada la stessa cosa con lui. Nella scorsa stagione Kane ha esultato, pacatamente come chi è abituato a buttarla dentro spesso, 31 volte inserendosi fra i migliori come una goccia nel mare Leicester.

https://www.youtube.com/watch?v=SB5Gz1fbBqU

Accanto a Pochettino, una quarta linea di lusso fatta di milioni e milioni di euro ripartiti in giocatori che poi hanno dimostrato di valerne tutti o ben pochi.

Heurelho GOMES

La papera sta a lui come la salsa di soia al sushi. Non è un caso che su YouTube il video più visto che lo riguarda sia il suo ‘The worst of’.

Brad FRIEDEL

Sol CAMPBELL

Sol meriterebbe di essere titolare al fianco di King, ma il passaggio di stato da possibile bandiera Spurs all’Arsenal pesa parecchio.

Kyle WALKER e Danny ROSE

Il primo a destra e il secondo a sinistra sono due treni, due stantuffi, due punti forti del Tottenham recente, e due seri candidati al ruolo di più affidabile terzino (ognuno sulla sua fascia) che gli Spurs abbiano avuto nella contemporaneità.

Reto ZIEGLER

Reto Ziegler, lui? Sì, quello mancino che alla Samp ha scaldato la corsia mancina, che alla Juve non ha mai debuttato ufficialmente e che ora fa il fenomeno al Sion in Svizzera. In una delle sue mille vite calcistiche è passato anche di qui e noi lo mettiamo lì, pronto a subentrare.

Edgar DAVIDS (Honorable Mention)

Il primo vero Pitbull passa da White Hart Lane dopo la deludente parentesi nerazzurra, nel 2005. Su di lui c’è poco da dire, parla Wikipedia. La spalla perfetta per permettere a Modric di danzare liberamente e per mettere anche la musica, se necessario.

Rafael VAN DER VAART ed Erik LAMELA

https://www.youtube.com/watch?v=sgKEw7fxF24

Due mancini egualmente sublimi ma diversamente educati. Il primo dalla scuola calcio forse migliore d’Europa dell’Ajax; il secondo da quella della squadra più titolata d’Argentina: il River Plate. VDV, arrivato da scarto del Real Madrid, è riuscito subito a fare breccia nei cuori dei supporter di White Hart Lane, Lamela ci ha messo un pochino di più. Ma poi ha fatto la rabona.

Aaron LENNON

Una vita a fare a gara con Theo Walcott su chi sia più veloce. Ora che gli anni sono passati per entrambi viaggiano forse un po’ meno dei tempi d’oro, ma comunque a un chilometraggio fuori da qualsiasi nostra portata in scooter. Al Tottenham Aaron Lennon ha promesso molto, ma non mantenuto tutto. Diversamente, non sarebbe mai finito all’Everton.

Kevin-Prince BOATENG

https://www.youtube.com/watch?v=_SM1InLd22g

Dimitar BERBATOV

Con una nota di merito anche a Peter Crouch, Robby Keane e il mitico Roman Pavlyuchenko non convocati, in panca mettiamo un bulgaro e un inglese di origini caraibiche. Il passaggio di Berbatov dal Leverkusen agli Spurs l’ha fatto diventare il calciatore bulgaro più costoso della storia. Titolo ingombrante che Dimitar ha saputo sostenere con parecchi gol carini e una personalità non qualunque.

Jermain DEFOE

Jermain Defoe concede due atti al Tottenham, inframezzati da un prestito al Portsmouth. Arrivato giovanissimo dal West Ham, probabilmente gli Spurs si sarebbero aspettati più del semplice primato di reti nelle coppe europee nella storia del club da lui, ma comunque gli hanno voluto bene.

https://www.youtube.com/watch?v=6AjThS1qw3Y

Adebayor arriva a White Hart Lane dopo l’acmé della sua carriera: il Real Madrid. Ma soprattutto fa la strada inversa di molti suoi colleghi, con un passato da Gunner opta per essere Spurs. Dopo la prima annata alla grande, finisce col perdersi con Villas Boas. Attualmente è svincolato perché né Napoli né Lione hanno puntato su di lui. Forse la sua idea di fumare e bersi un caffè corretto al colloquio decisivo con Bruno Geneio non è stata capita fino in fondo.

Articolo a cura di Lorenzo Dragoni

--

--