La squadra senza senso che avrebbe potuto avere il Siviglia se…
Se chiedi a un sivigliano di scegliere tra la pace nel mondo e un piatto di caracoles (lumache) e cerveza, ti dirà che il mondo non è messo poi così male. Sevilla tiene el duende, un’anima di sole e fiori d’arancio che fa innamorare. Questo calore lo conosce bene Ramón Rodríguez Verdejo, in arte Monchi, dal 2000 direttore sportivo del Siviglia e figura fondamentale nella dinamica dei successi manageriali e sul campo della squadra spagnola.
Storico portiere della decade dei ’90, il Monchi direttore nei 2000 sfrutta un fiuto per gli affari davvero notevole per catturare nella rete del Siviglia (e con poco più di 25 milioni di euro) pesci del calibro di Dani Alves, Fazio, Martin Càceres, Rakitic, Jùlio Baptista, Seydou Keita, Poulsen, Luis Fabiano e Carlos Bacca. Tutti venduti poi per una cifra complessiva che si aggira attorno ai 170 milioni di euro.
Una gestione magnifica, alla quale bisogna aggiungere altri interpreti favolosi che Monchi aveva trovato già seduti al tavolo sevillano, ma che ha poi dovuto abbandonare sotto il peso delle pressioni esterne come Sergio Ramos, Alberto Moreno, Jesùs Navas o Josè Antonio Reyes.
Dopo la conquista di tre Europa League consecutive, risulta davvero difficile pensare a uno scenario migliore per la squadra andalusa, ma esiste un universo parallelo (forse lo stesso in cui gli sceicchi del Qatar comprano il Palermo e sicuramente vicino a quello in cui il Porto non ha venduto nessun giocatore) in cui Monchi grazie a caracoles e cerveza riesce a trattenere i suoi giocatori migliori, impostando una rosa davvero fenomenale che dal 2004 in poi riesce prima a pareggiare il divario con Real e Barca (indebolite anche e soprattutto dal fatto di non aver pescato giocatori proprio tra le file sevillane).
Si arriva così a un triplete da sogno nel 2013: Liga al cardiopalma vinta all’ultima giornata, Copa del Rey sul Barcellona e Champions League ai supplementari dopo un 2–2 pirotecnico contro l’impressionante corazzata bavarese di Neuer, Lewandowksi, Reus e del kun Agüero.
Che formazione avrebbe schierato il Siviglia se non avesse venduto nessuno? Un 4–3–3 di pura spinta e fantasia, così impostato da Juande Emery (finto allenatore nato nell’universo parallelo dalla fusione tra Juande Ramos e Unai Emery, ossia i burattinai delle 5 finali di Coppa Uefa/EL vinte negli ultimi anni dal Siviglia).
Portiere (GK) — Diego López
Iker Casillas non si infortuna e il Real Madrid non lo riacquista nel gennaio 2013 ritrovandosi tra le mani (grazie anche ad una speciale congiuntura temporale) un portiere in un ottimo stato di forma. Diego Lòpez slega tutte le paure al Villareal, arriva a Siviglia maturo diventando parata dopo parata una delle figure simbolo dei Rojiblancos dominatori.
Terzino Sinistro (LB) — Alberto Moreno
Dalla cantera sevillana al tetto d’europa e del mondo. Il mancato trasferimento al Liverpool giova soprattutto al terzino sinistro che non costretto ad abituarsi ai ritmi e alla fisicità della Premier riesce a imporre il suo estro sulla fascia sinistra innescando un magnifico duello a distanza a colpi di assist e volate con il blaugrana Jordi Alba.
Difensore Centrale (CB) — Federico Fazio
Un centrale elegante, dalla chiusura raffinata al punto che il Siviglia lo blocca con una clausola rescissoria appena in tempo, eliminando le intenzioni di acquisto del Tottenham. Suo il gol nella semifinale di ritorno di Champions contro il Real Madrid che a 10 minuti dalla fine ha ibernato il Bernabeu.
Difensore Centrale (CB) — Sergio Ramos
Difensore di assoluto livello e affidabilità. Amante delle incursioni offensive e maestro nelle palle alte. Innamorato da sempre di un’amica d’infanzia di Camas, la ritrova per caso in un pomeriggio di pioggia a Plaza del Triunfo. La sposa e non cede alle lusinghe del Real Madrid, ma solleverà più di una coppa con il Siviglia.
Terzino Destro (RB) — Dani Alves
Arriva praticamente dal nulla e giovanissimo nel 2002 per un pugno di euro. In questo universo parallelo Daniel Alves riesce nell’impresa di diventare esattamente lo stesso giocatore che nel nostro mondo ha fatto la fortuna della fascia destra del Barcellona, rischiando di creare un varco temporale. Fin troppa creatività per un terzino destro di spinta, giustificata dal pallone d’oro nell’anno del triplete leggendario.
Centrocampista (CM) — Ivan Rakitić
A beautiful mind. La bizzarra chioma bionda del pacatissimo croato non cede alle lusinghe catalane e resta salda a dirigere l’orchestra del centrocampo sivigliano. Talento indiscutibile e piedi sopraffini conditi da un’immacolata visione di gioco. Qui, di fretta prima di andare a girare due nuove puntate di Dawson’s Creek per arrotondare, si scambia la maglia con Modric dopo la semifinale di Champions League del 2013 vinta 3–1 in casa.
Regista (CM) — Seydou Keita
Blindato dal (e del) Siviglia, dopo un anno di grandissima prospettiva e imposizione tattica. Nessun trasferimento al Barcellona imperiale, vincerà qualcosa di meno in questo parallelismo andaluso ma si affermerà comunque come uno dei migliori mediani europei degli ultimi 10 anni.
Centrocampista (CM) — Banega/Kondogbia/Maresca: trittico alternato
Se le geometrie di Rakitic e il tatticismo spezza ripartenze di Keita risultano imprescindibili, uno dei punti di forza del Siviglia meraviglia è sicuramente la convivenza alternata di questi 3 centrocampisti. La qualità e l’inventiva estrema di Banega, la fisicità di Kondogbia (che scopre il migliore dei carburanti nel calore andaluso, senza nemmeno dover provare la nebbia milanese) e l’imprevedibilità del folletto di Pontecagnano Faiano sono tre wild cards a disposizione di Juande Emery, cui basterà scegliere la più appropriata per ogni partita.
Ala destra (RW) — Jesús Navas
Altro youth graduate proveniente dai corsi dell’università sevillana, con la sua velocità e imprevedibilità lungo la fascia destra ha fatto innamorare tutti gli amanti del calcio. Con quegli occhi di ghiaccio e quel viso rubato alla moda ha invece fatto innamorare tutte le andaluse (e non solo). Completa la sua crescita al Siviglia contribuendo splendidamente alle manovre d’attacco con tanti gol e tantissimi assist.
Ala sinistra (LW) — Josè Antonio Reyes
Uomo simbolo e capitano dal mancino arcobaleno. Nasce, cresce, corre e vince tutto partendo dalla cantera sevillana. La “perla di Utrera” non diventerà un invincible e il primo spagnolo a vincere la Premier League, ma farà impazzire di una gioia continua l’Andalusia prima e tutta la Spagna poi.
Punta centrale (FW) — Luìs Fabiano
O Fabuloso. In una guerra di spallate butta fuori dagli 11 titolari un certo Frederic Kanoutè, grazie alla sua tecnica sopraffina e alla capacità di lettura dello spazio. Punto di riferimento di un attacco imprevedibile.
A disposizione:
PORTIERI: Andrès Palop
DIFENSORI: Martìn Càceres, Adriano
CENTROCAMPISTI: la garra e i polmoni di Gary Medel e Grzegorz Krychowiak (aka un polacco a Siviglia).
Gary Medel un po’ arrabbiato per non essere negli 11 titolari
Infine, con la regia del gigantesco e amatissimo Frederic Kanoutè, ecco il gran galà degli ATTACCANTI sevillani, o più comunemente “esclusioni illustrissime” (per i quali si dovrebbe scrivere di un universo parallelo a parte, dove è permesso giocare con il modulo 2–1–6 a trazione anteriore):
Fernando Llorente
Carlos Bacca
Kevin Gameiro
Julio Baptista
Diego Perotti
Alvaro Negredo.
Ah, Siviglia.
Lo malo no es que los sevillanos piensen que tienen la ciudad más bonita del mundo. Lo peor es que puede que tengan hasta razón.
(Antonio Gala)
Articolo a cura di Mattia Polimeni