L’avvento di Moise Kean

Crampi Sportivi
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5 min readNov 16, 2016

“Kean è il nome da tenere d’occhio per il 2017, e non dico questo solo perché sono il suo agente”. Con queste parole Mino Raiola ha dichiarato al tavolo il prossimo fiore all’occhiello del suo eclettico parco giocatori. Perché solo adesso?

Perché Moise Bioty Kean ha compiuto 16 anni il 28 febbraio ed è quindi da poco entrato nel regime minimo di età per un tesseramento sportivo professionistico. La Juventus lo soffiò alla scuola calcio del Torino quando il ragazzo non aveva ancora compiuto 14 anni, età in cui il vincolo di appartenenza smette di essere in vigore. La proposta di Marotta è quella di un triennale da rinnovare ogni anno fino al compimento della maggiore età, perché solo allora sarà possibile l’opzione del quinquennale. Una circostanza abbastanza aggrovigliata dal punto di vista legale che diventa ancora più delicata quando alla porta del mercato si affacciano top club come l’Arsenal e le due squadre di Manchester.

A Londra lo seguono da un paio di anni, quando Kean debuttò con l’under 15 della Nazionale e della Juve. Wenger è alla ricerca disperata dell’attaccante definitivo per i gunners e, dopo una lunga ricerca infruttuosa, la possibilità di far crescere e lanciare un giovanissimo potrebbe rivelarsi la strada più giusta da percorrere per gli standard attuali della società londinese. Il profilo di Kean è quello ideale per un top club: agisce maggiormente da punta centrale e sfrutta bene i suoi 182 centimetri, ma non sono solo le doti fisiche a comporre il suo multiforme talento. A Manchester, sponda City, anche a Guardiola non dispiacerebbe avere della sua uno dei più forti prospetti del panorama europeo, specie uno nato nel 2000.

Inoltre, alla già ambigua situazione tra le parti, si aggiunge un dato anagrafico che renderà Mino Raiola una figura ancora più centrale nell’evoluzione delle trattative: finché Kean non compirà la maggiore età o non firmerà il primo contratto da professionista, il procuratore continuerebbe a vestire i panni del suo consigliere. Solo dopo la firma con la Juve Raiola e Kean potranno sottoscrivere il Mandato tra calciatore professionista e agente. Superata la noiosa fase di disamina del diritto sportivo, si arriva finalmente al momento in cui capiamo perché Moise Kean abbia suscitato l’interesse di mezza Europa calcistica.

Per l’età che ha Kean non difetta della giusta dose di sfrontatezza, a livello caratteriale. Ha definito l’area di rigore il suo habitat, è cosciente delle proprie doti fisiche e atletiche, confessa di non aver avuto mai problemi a giocare “con quelli più grandi” e ammette di aver perso il conteggio dei suoi gol. Dichiarazioni esuberanti per un millennial che descrivono esattamente le sue capacità principali. Figlio di madre italiana e padre ivoriano, Moise Kean è nato a Vercelli e, nella trafila delle varie categorie giovanili azzurre, ha già messo a segno 10 gol in 21 partite. La sua prima rete in Nazionale juniores l’ha siglata nell’amichevole contro i pari età dell’under 17 spagnola, in una partita giocata il 20 gennaio a Ferentino.

A guardare le esultanze, più che un Balotelli 2.0 ricorda Pogba

Nelle giovanili bianconere la differenza con gli avversari della categoria Esordienti è troppo evidente, e quindi il passaggio alla leva successiva diventa d’obbligo. Nella stagione 2013/2014 Claudio Gabetta lo aggrega ai Giovanissimi Nazionali per la fase finale dei play-off e Final Eight: alla fine di questa avventura Moise porta a casa un bottino di 3 gol e una corsa terminata nella finale persa contro la Roma.

La stagione successiva Gabetta, attuale allenatore della Juventus Academy, lo conferma nella sua rosa, diventando il mister protagonista dell’esplosione dell’italo-ivoriano. Kean raggiunge la media 2 gol a partita con 21 reti in 10 apparizioni con i Giovanissimi Nazionali. Prestazioni che inevitabilmente lo consegnano all’ennesima promozione precoce. Così, contemporaneamente ai Giovanissimi, nella stessa stagione Kean gioca con gli Allievi Nazionali di mister Felice Tufano, oggi alla guida del Sassuolo under 17. Nel 2014/2015 con gli Allievi il referto segna 14 gol in 15 presenze. In un anno, giocando sotto età in due categorie diverse, Kean fa gol 35 volte su 25 match disputati.

Moise è stato già ribattezzato il Balotelli 2.0 ma nonostante il paragone con Super Mario possa presto apparire forzato, a dire il vero qualche analogia la si può pescare nel modo in cui entrambi gestiscono il primo controllo, nello strapotere fisico e un po’ anche nella gestione dei profili social. Il profilo Instagram di Kean, infatti, ha delle tinte da vero bad boy del’etere. Tra l’altro Moise ha anche omaggiato Balotelli in occasione di un suo gol contro il Perugia, sfoggiando la maglia con l’iconica scritta “Why always me?”.

Durante la stagione 2015/2016, Kean condivide ancora la sua ubiquità divisa tra gli Allievi e la Primavera allenata da Fabio Grosso. Con i pari età il rendimento è notevole: 24 gol in 26 presenze. In primavera, Grosso opta per un minutaggio più ragionato fino a febbraio, quando dovrà fare di necessità virtù perché Favilli, altro ottimo prospetto delle giovanili, viene convocato da Allegri per sopperire all’infortunio di Mandzukic e la squalifica di Zaza. In quell’occasione Kean può stupire con una rete nella vittoria contro la Fiorentina in Coppa Italia di categoria, subentrando dalla panchina e giocando solo 26 minuti. Nella prima stagione in Primavera arriva anche l’esordio in Youth League contro il Siviglia.

L’esperienza a cavallo tra i due settori è infine anche il banco di prova per un tastare una seconda opzione posizionale per l’attaccante. In fase di transizione Kean tende spesso ad allargarsi sulla sinistra per ricevere il pallone e poi accentrarsi nuovamente palla al piede. Per questo motivo Tufano, all’interno del suo 4–3–3, lo ha schierato più volte come ala sinistra del baby attacco juventino. Abile nella corsa, esplosivo nel tiro e a suo agio nei duelli aerei, Kean combina grandi qualità individuali e discrete capacità associative. Nella stagione attuale ha cominciato da dove aveva terminato, mantenendosi in linea con i suoi standard realizzativi. Nelle apparizioni in Primavera ha messo a segno 3 gol in altrettante partite e anche in Youth League capacità realizzativa di un gol a partita distribuendone 1 ciascuno a Siviglia e Dinamo Zagabria, entrambe finite con il risultato di 2 a 1 a favore dei bianconeri. Nel dettaglio tra campionato e coppa le 5 reti sono state siglate in 428 minuti, quindi un gol ogni 86 giocati più un assist. Proprio nella sfida contro gli Andalusi, Kean ha mostrato al mondo le sue capacità fisiche che lo aiuteranno ad avere un approccio meno traumatico alle difese della Serie A.

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Kean inoltre dimostra di avere una grande capacità nell’inventare soluzioni brillanti quando lo spazio di tempo tra controllo e tiro è ridotto al minimo, e tutto questo senza che la precisione ne risenta. Nel gol vittoria contro il Bari, il suo primo quest’anno con la Primavera, dimostra cosa deve fare un attaccante in area, quando riceve un pallone non troppo comodo da addomesticare.

Insomma l’attenzione sul ragazzo è tanta, non a caso Max Allegri ha aperto ad un suo possibile esordio in tempi brevi. Dalla gara contro l’Udinese in poi Kean è stato infatti convocato in tutte le successive partite, collezionando 5 panchine senza ancora esordire. Quando arriverà il momento del battesimo, Moise sarà tra l’altro il primo debuttante classe 2000.

Il resto sta a come la Juve vorrà e saprà gestirlo, d’altronde la società bianconera ha intrapreso una strada precisa nella gestione dei giovani, un modus operandi teso a rinnovare la prassi che nell’ultimo ventennio aveva permesso al solo Marchisio di inserirsi in pianta stabile in prima squadra. Dopo Coman e Pogba, la Vecchia Signora si ritrova tra le mani un’altra bomba ad orologeria da innescare o far esplodere altrove.

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