Le 9 cose più interessanti della prima giornata di Champions League

Crampi Sportivi
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5 min readSep 18, 2014
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1. Lo splendido talento di Julian Draxler

Non ci vogliono molte parole per descrivere questo talentino proveniente dalla Renania settentrionale: splendido basta e avanza. Lanciato allo Shalke 04 da Felix Magath contro l’Amburgo nell’ormai lontano 2011, il ragazzo ha già alle spalle 3 anni buoni di esperienza internazionale. Julian Draxler ha sempre dichiarato di ispirarsi a Zizou e A Stamford Bridge lo omaggia con questa delizia di tacco dopo uscita palla al piede dalla difesa. Magnifico.

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2. Il fail twitter del Manchester City

Minuto 88 di Bayer Monaco — Manchester City, i bavaresi sbattono per l’ennesima volta su un Joe Hart fenomenale; dall’account twitter del City parte questo tweet:

city tweet

Pochi secondi dopo Boateng, con la deviazione decisiva di Goetze regalano alla squadra di Guardiola la rete del successo.

3. Il gol bionico di Benzema

Per chi se lo fosse scordato quelli con la camiseta blanca sono ancora molto più grossi e veloci e con i piedi migliori di tutti gli altri. Benzema ce lo ricorda con questo gol che assomiglia a quelli che nella Demo di FIFA servono a dimostrare quanto può essere perfetto il gioco del calcio.

4. L’amore di Liverpool

E’ bastato il primo gol in Champions con la maglia del Liverpool per far innamorare i tifosi dei reds di SuperMario. In realtà l’amore era già nato all’arrivo del centravanti ex Milan ed è una caratteristica di Mario questa: arriva, segna, fa innamorare tutti e poi? Il poi è l’incognita, il rischio di cui si parla in questi giorni. Gli amori tra Balotelli e i nuovi tifosi non durano mai a lungo, giusto il tempo che il gossip prenda piede e diventi più tambureggiante delle reti sul campo e l’idillio si spezza. La Kop lo ha salutato con uno striscione che cita Oscar Wilde, sperando che non finisca in tragedia shakespeariana.

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5. Il centrocampo della Roma

“Fossi in Garcia non mi fiderei molto di questo CSKA”; d’altronde lo stesso Garcia ha raccolto il giorno dopo l’invito alla prudenza, descrivendo una squadra “molto più avanti” nella condizione fisica e pericolosa in avanti. Ieri sera, dopo un minuto, la Roma era quasi in gol con un inserimento di Gervinho su cross di Nainggolan. Dopo trenta minuti era quattro a zero.

Quanto il dominio di ieri sera è nato dalla forza della Roma e quanto da un CSKA imbarazzante nelle distanze tra i reparti, l’attenzione difensiva e la mancanza di aggressività?

È l’impossibilità di rispondere in modo definitivo a questa domanda che rappresenta il lato meno positivo della serata trionfale di ieri.

Quello che rimane è un centrocampo dominante per strapotere fisico, automatismi di gioco e accuratezza tecnica. A fine partita Keita, Pjanic e Nainggolan avranno completato, ciascuno, più di 100 passaggi, con percentuali marziane di successo (97% Keita, 95% Nainggolan, 92% Pjanic).

keita1
pjanic1
nainggolan1

6. Il ritorno di Nani

Via da Manchester dove ormai non era più ben voluto, Luís Carlos Almeida da Cunha detto Nani è tornato nella squadra in cui è cresciuto e che lo ha lanciato. Un ritorno allo Sporting Lisbona per mostrare che non è un calciatore finito (in fondo ha 28 anni), tornato in Portogallo solo per riempirsi di Bacalhau à Gomez de Sa. Corona il nuovo approdo in Champions con la casacca biancoverde con ad una splendida rete contro il Maribor: stop, finta che disorienta l’avversario, palla sul sinistro e gran botta da fuori nell’angolo basso opposto.

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7. Il figlio di Zahovic

Non deve essere facile portare sulle spalle un cognome del genere, soprattutto se giochi in patria e, in patria, tuo padre è considerato un semidio. Luka Zahovic, figlio d’arte e faccia da bambino, non sembra curarsene molto e a 18 anni sigla la rete del pareggio contro lo Sporting Lisbona in Champions per poi mostrare fiero il cognome stampato dietro la sua maglia numero 11.

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La soddisfazione deve essere stata certamente doppia per lui, nato a Guimarães nel periodo in un cui papà giocava con il Benfica e che, proprio con le aquile, ha mosso i suoi primi passi nel mondo del calcio.
Già 5 reti in 17 partite con i “grandi” del Maribor, due su due in questo campionato e rete in Champions al debutto, in una gara che sembrava già persa al 93’. Più seconda punta di papà, forse, ma stessa classe da perderci la testa.

8. La tripletta di Brahimi

Appena prima che iniziassero i mondiali Yacine Brahimi era già il nostro giocatore preferito. Poi nell’Algeria Feghouli gli ha rubato la scena, ma il nostro amore resta. Pazzo dribblomane, incostante e infinitamente vacuo, ieri sera è esploso in una tripletta che — chi lo conosce sa — è perfetta quanto casuale.

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9. Il dominio del BVB

A fine partita la statistica dei tiri era 25 a 5. Eppure questo dà solo una minima idea di quanto il Borussia Dortmund abbia sgretolato l’Arsenal, reparto per reparto, giocatore per giocatore, contrasto dopo contrasto.

Wenger ha proposto una squadra leggera, senza giocatori di corsa a centrocampo e con Sanchez e Ozil dirottati sugli esterni, da dove hanno galleggiato in un mare di noia. La squadra di Klopp è scesa in campo col solito veleno: ha corso il doppio degli avversari e la coppia Immobile-Aumbameyang è stata una delle cose più eccitanti di questa giornata di Champions. E Klopp, fatto come una scimmia, è d’accordo con noi.

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Articolo a cura di Oscar Cini ed Emanuele Atturo

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