Letteratura calcistica immaginaria

Gianmarco Lotti
Crampi Sportivi
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9 min readApr 4, 2018

In casa ho una macchina del tempo. La uso poco perché va a litio, le batterie sono costose e spesso la mesticheria dove mi servo non le tiene. Non so nemmeno come ha fatto a finire a casa mia, so solamente che è lì da qualche anno. La usava mio padre per andare a controllare i risultati delle partite del futuro per poi giocarli alla Snai, perché lo aveva visto fare in A spasso nel tempo con Boldi e De Sica, ma poi ha smesso. Ogni tanto la utilizzo io, ma di rado. A un certo punto, però, mi è venuta in mente un’idea.

Stavo preparando la tesi magistrale in Italianistica, curriculum filologico-linguistico. Essendo un grande appassionato di calcio e di letteratura calcistica, ho scelto quella come materia principale del mio studio. Dunque, ho ben pensato di andare nel futuro e prendere un po’ di libri per vedere come è evoluto il linguaggio o il modo di raccontare il pallone. Non sto a tediarvi su ciò che ne è uscito, la tesi è andata bene e sono soddisfatto.

Voglio solo proporvi alcuni libri che ho trovato nel futuro e che, secondo me, rivoluzioneranno la letteratura calcistica. Forse è ancora presto per capire se riusciranno a segnare una svolta nel mondo dei libri in generale, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Ve ne propongo dieci, giusto per fare cifra tonda (anche se tra trent’anni le cifre tonde saranno tutte rigorosamente multiple di sette).

IL MALEDETTO PARMA di David Peace

Uno degli ultimi romanzi di David Peace è stato scritto durante il suo soggiorno italiano. Tornano le atmosfere de Il maledetto United e una storia simile, non a caso in molti hanno paragonato le due opere. Con uno stile serrato e incalzante, Peace racconta i 42 giorni di Daniel Passarella come allenatore del Parma.

Inizia in medias res, col Caudillo che stringe la mano a Tanzi, termina nel peggiore dei modi: cinque partite di campionato, cinque sconfitte. Un viaggio all’interno della mentalità dell’allenatore argentino, dal ritmo palpitante e netto, a metà tra l’amore per se stesso e l’odio per una squadra che lo contraccambia.

Tra realtà e finzione, Peace tira fuori un capolavoro divenuto culto in poco tempo. Avvincente anche il suo ultimo scritto italiano, Merende riding quartet, dedicato al Mostro di Firenze.

LE BARZELLETTE RACCONTATE DA FEDERICO BUFFA

Il titolo è già tutto un programma. Come nella migliore tradizione italiana, il libro — con una divertentissima prefazione di Gino & Michele — riprende gli sketch che hanno reso famoso Federico Buffa dopo la carriera da storyteller. La verve comica dell’Avvocato è rimasta per anni “in soffitta” per poi essere espressa in tutto e per tutto in barzellette divertentissime. Pruriginose, geniali, graffianti, le storielle di Buffa non toccano ogni tema, dall’omosessualità alla politica, dai bambini agli immancabili carabinieri. Dal risvolto di copertina, la barzelletta simbolo.

«Unione Sovietica, 1965.
Nella grande Dinamo Kiev allenata da Maslov, milita un centrocampista che ha problemi sessuali. È una fase geopolitica intensa. Il centrocampista, triste come Èvgen Pavlovič Hrebinka sapeva essere, chiede aiuto a un compagno.
“Stasera — dice, sorseggiando del kvas — vieni da me, facciamo sesso di gruppo”.
Colto alla sprovvista, il compagno, nel freddo pungente della superba Kiev, risponde “Sì vengo, quanti saremo?”.
Al che il centrocampista prorompe: “Per ora, se porti la tua fidanzata e El Maestro Triste Oscar Washington Tabarez siamo quattro!
”».

IO, PELLEGRI di Pietro Pellegri

Il romanzo più recente è questa autobiografia di Pietro Pellegri, scritta nell’estate 2018 e pubblicata poco dopo. Un po’ come Georges Simenon nelle sue Memorie Intime — non a caso si sente l’influenza dell’autore belga, “compagno morale” di Pellegri al Monaco — il centravanti rievoca tutti i ricordi della sua carriera calcistica. L’esordio, i gol a Roma e Lazio, il passaggio in Ligue One.

Il tutto raccontato minuziosamente in oltre mille pagine, con l’incedere lento e trasognato di Ivan Aleksandrovič Gončarov, a cui l’autore si è ispirato. Una vera perla il capitolo su quella volta che voleva andare in un centro commerciale ma poi ha cambiato idea all’ultimo secondo e quindi è andato in un altro centro commerciale ma era chiuso quindi è tornato a casa.

IL ROMANZO DI PETAROSPI di Jorge Valdano

Sul calcio sudamericano, sui suoi riti tribali e sul suo magnetismo è stato scritto di tutto. Riquelme, Maradona, Milito, Batistuta, Schiaffino sono idoli già cantati dai più grandi di tutti. C’è però un calciatore di cui nessuno ha mai parlato, ingiustamente messo da parte nella storia moderna dell’immaginifico futbol.

Si tratta di El Pederasta, Juan Francisco Petarospi, ex trequartista di Tigre, Patronato, Peñarol e Deportivo Petare. Lentissimo, dell’incedere pachidermico a causa della mole, si narra che segnò un gol all’Independiente partendo al 22' da centrocampo e arrivando a calciare al 36' dal limite dell’area. Rifiutò la convocazione con l’Albiceleste perché odiava indossare maglie di colore bianco. Aveva una tecnico sovrumana, ma anche il cervello fino, lo dimostra il trucco con cui fece vincere i suoi in Libertadores contro il Real Garcilaso: nascose una rivoltella nel risvolto dei calzini e sparò a tutti gli avversari portando a casa uno 0–0 d’oro.

La bellezza del calcio sudamericano, e di quello argentino in particolar modo, sta tutta in campioni dimenticati come Petarospi. Prefazione di Lele Adani.

UN ALTRO TIRO-CROSS DA DESTRA di Javier Marias

Tra i più fini indagatori dell’animo umano c’è Javier Marias. Domani nella battaglia pensa a me, Un cuore così bianco, Gli Innamoramenti, sono alcune delle pietre miliari della sua bibliografia. Marias è anche un grande appassionato di calcio, lo ha dimostrato in Selvaggi e sentimentali, manifestando il suo amore per il Real Madrid.

Il suo unico romanzo ambientato in Italia ha proprio il calcio come protagonista e riporta alla mente i fatti del 2017. Si svolge in pochi giorni, tra la periferia di Stoccolma e Milano. Protagonista è Antonio, un centrocampista offensivo che fa dei suoi momenti di profonda riflessione un vezzo e un’arma. D’improvviso, come capita spesso in Marias, c’è qualcosa che si rompe, una frizione segreta, un‘inconfessabile colpa che si tramuta in azione.

La seconda metà del romanzo, ambientata nel quartiere di San Siro, segue Antonio durante la sua corsa verso il ritorno al raziocinio. Si vede Antonio crossa, tentare i dribbling, tirare da posizione poco favorevole, senza mai riuscire nel suo intento. La sua ricerca della lucidità è degna di un personaggio di Saramago e segna una lieta eccezione nell’opera di Marias. Il finale è tutt’altro che lieto.

SIGNOR BEPPE di Martì Perarnau

Dopo il successo di Herr Pep e de La Metamorfosis, Martì Perarnau abbandona il personaggio di Josep Guardiola per dedicarsi al calcio più verace.

Smessi i panni di biografo del profeta di Santpedor, il giornalista iberico continua la sua carriera di cronista a stretto contatto con il campo e realizza un lavoro degno di McGuinniss. Riceve l’ok dal Bar Pedrone Mauro di Chiaravalle Centrale (CZ) e segue la squadra del baretto durante il campionato amatoriale nella provincia di Catanzaro. Allenatore è Pedrone Giuseppe, figlio del titolare del bar e soprannominato Signor Beppe. Un personaggio pasoliniano che, per certi versi, riflette la figura del reietto vista in Ciprì e Maresco.

Perarnau ha accesso totale al Bar Pedrone Mauro, passa una stagione a stretto contatto con Pedrone e con la squadra, instaurando un legame solido e franco. E proprio con Franco, mezzala e postino, ha il rapporto più schietto. Sarà lui a dare le dritte tattiche vincenti al suo allenatore nel derby con la Termoidraulica Satrianese. Mai uno scrittore era stato così vicino all’élite del calcio catanzarese. Postfazione di Gianni Mura, alla centesima in carriera.

SONETTI di Nedo Sonetti

Un insospettabile Nedo Sonetti, appesi al chiodo i panni di allenatore, si ricicla brillantemente come poeta. Si fa cantore del calcio moderno, ma con metodi all’antica. Non tragga in inganno il titolo della sua opera, assonante col cognome e volutamente ambiguo: è una raccolta dei versi migliori della produzione dell’ex difensore e allenatore di Piombino.

Leggiadri e nobili come il carattere dello scrittore, i sonetti di Sonetti sono una lieta anomalia nella produzione calcistica moderna. Da segnalare, senza anticipare nulla al lettore, tre dei suoi componimenti più celebri: quello sui tifosi del Sassuolo («Solo e pensoso i più deserti campi»), l’altro sulla Indian Super League («Kolkata ho la fronte») e, infine, il sonetto su Alessio Romagnoli («Tanto Gentile e tanto Nesta pare»).

NOI CAMPIONI DEL MUNDIAL a cura dell’Ussi

In un ambito come la letteratura calcistica mancava proprio un’opera sul Mondiale del 1982, quello vinto dall’Italia, per intendersi. Un saggio a più voci firmato dalle grandi penne del giornalismo sportivo italiano, che rende finalmente merito a una squadra passata in secondo piano nella storia del nostro calcio. È il resoconto giornalisti di alcuni eroi che hanno portato in alto il nome dell’Italia in un momento in cui il nostro pallone era funestato dagli scandali e non riusciva proprio a tirarsi su. Memorabili alcuni retroscena, finora inediti, come il silenzio stampa, lo schiaffo di Bearzot alla tifosa che invocava Pruzzo, la partita a carte in aereo con il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Infine, un’appendice su cosa hanno fatto i campioni del Mundial, letteralmente spariti dalle scene dopo il 1982.

Dal risvolto di copertina: «Quelli sì che erano campioni, quello sì che era calcio. La mirabile avventura di un collettivo di uomini veri e fieri alla conquista del mondo. Non come il pallone patinato di oggi, in cui hanno tutti le fascette nei capelli ed è pieno di stranieri».

PASTORALE SARRIANA di Philip Roth

L’opera che finalmente è riuscita a far vincere il Premio Nobel per la Letteratura allo scrittore statunitense è forse la più sorprendente del suo sterminato repertorio. Philip Roth parla de “Il Toscano”, vale a dire Maurizio Sarri. Dal Valdarno fiorentino fino al calcio europeo passando per Empoli e Napoli, dei quali racconta con un’asciutta minuzia i lati secondari, nascosti al grande pubblico.

Un romanzo in flashback che parla del Sarri uomo: la carriera in banca, il tirocinio a Londra, la possibilità di andare a lavorare a Dresda e infine l’inseguimento della passione. Ossessionato dai numeri e dipendente dal fumo, Sarri viene seguito passo dopo passo anche nella sua carriera sindacale, senza tralasciare la vicinanza a Landini e la mitizzazione estremista che nasce in quel di Napoli.

Ma il Comandante non è solo uno che vuole avere il comando della sua squadra attraverso il bel gioco, è pure un uomo che aspira ad avere il controllo delle sue emozioni e che vuole scrollarsi di dosso l’etichetta di provinciale. Roth è cinico, spietato, ironico, proprio come Sarri. E il romanzo ha il merito di restituire quell’odore di crostino col sugo di fegatini tipico delle osterie toscane.

NARRAZIONE di Aa.Vv.

Nel new football writing il calcio è un pretesto. Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio e quindi non vale neppure la pena perdere tempo a parlarne. L’importante è la Narrazione, con la N maiuscola. In questo saggio si parla di storytelling applicato al mondo del pallone e, come vuole la nuova Epica calcistica, il pallone è bandito. Si parte dall’analisi dei vigneti tra Sarteano e Cetona in provincia di Siena, per passare a parlare di come le neuroscienze abbiano influenzato la produzione vinicola e musicale a ridosso degli anni ’50.

Un assist per soffermarsi sulla figura di Otis Redding e sul soul in generale, spostandosi sulla Motown di Chicago e sugli anni ruggenti degli USA. Si torna in Italia con il paragone tra il Principe di Machiavelli e il rovescio di Paolo Canè, punti focali spiegati grazie all’influsso degli studi sulla nefrologia.

In mezzo i richiami del Sudamerica, Enzo Moser, Magnus Moan, la Contea di Walworth (Wisconsin), la strategia militare nell’offensiva delle Ardenne, la scoperta dell’antistaminico, il cardinal Tettamanzi e un tuffo nei rajon della Repubblica di Carelia. Perché, ricordatevi, chi sa solo di calcio non sa niente di calcio, ma chi non parla mai di calcio allora per forza sa tutto di calcio.

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Gianmarco Lotti
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Nel 2010 è stato inserito nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1989 stilata da Don Balón - @calcionews24 @gonews_it