Ligue 1, la terra promessa dei giovani

Crampi Sportivi
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8 min readFeb 10, 2016

La Francia, soprattutto negli ultimi trent’anni, ha dimostrato di essere una delle migliori scuole di calcio al mondo.

Tantissimi i talenti prodotti dalla fine degli anni settanta in poi. Dalla generazione d’oro capace di vincere il Mondiale casalingo nel 1998, sino alla classe dei ’93 che si è laureata campionessa iridata U-20 solo due anni e mezzo fa, la lista di talenti sfornati o passati dal calcio francese è realmente lunghissima.

La situazione sembra florida anche oggi, con un mix di giovani cresciuti in casa e di talenti d’importazione che illuminano il futuro del calcio transalpino.

Quindi, chi provare a tener d’occhio in questo 2016?

Milan Gajić

Parlando proprio di stranieri sbarcati alla conquista della Francia partirei da un giocatore che a molti dirà probabilmente poco, ma che avrei prelevato ad occhi chiusi e portato in Italia: Milan Gajić, terzino destro classe 1996 laureatosi Campione del Mondo U-20 — nonché messosi in mostra come miglior terzino destro del torneo — la scorsa estate in Nuova Zelanda, con la sua Serbia.

Cresciuto nell’OFK Belgrado, è stato acquistato dal Bordeaux lo scorso luglio per una cifra vicina al milione di euro. Fino ad oggi ha visto poco il campo, pur riuscendo a trovare il gol nel match contro il Nantes con una staffilata dal limite. Ma se il suo inserimento nella nuova realtà è partito un po’ a rilento, credo gli si debba continuare a dare fiducia perché ha tutto per affermarsi a questi livelli. A partire da un passo ed una resistenza allo sforzo notevoli, che lo portano ad arare la sua fascia di competenza con una continuità disarmante.

In passato, in particolar modo nel suo club di provenienza, si è disimpegnato anche in mediana, mostrando una buona capacità di adattamento in zone di campo che non occupa naturalmente.

https://www.youtube.com/watch?v=lg8g_FlZ3gk

Se il Mondiale U-20 ha messo in mostra il talento di Milan Gajić, l’Europeo under 21 ha invece ribadito che tra i nomi da tenere d’occhio per il futuro non può non esserci il protoghese Bernardo Silva. Arrivato nel Principato di Monaco una stagione e mezza fa, il guizzante trequartista lusitano classe ’94 si è subito imposto all’attenzione dei media come uno dei talenti più brillanti dell’intera Ligue 1.

Dopo aver cercato di trascinare, pur sotto età, la rappresentativa giovanile del suo paese al più importante alloro continentale per giovani calciatori, il funambolo cresciuto nelle Águias è un giocatore capace di agire con disinvoltura lungo tutta la trequarti avversaria, sia centralmente che sugli esterni. Baricentro basso, controllo e gestione della sfera da giocatore di alto livello, è abile nel dribbling nello stretto e fa proprio dell’uno contro uno la sua arma di forza principale.

Mancino naturale (nasce ala destra con licenza di accentrarsi per sfruttare il proprio piede preferito), non disdegna l’uso del destro. Reduce da una prima stagione con dieci goal all’attivo, si candida tanto a ritagliarsi un ruolo sempre più importante in Ligue 1 (ammesso e non concesso che qualche top club non decida di puntare su di lui, che recentemente è stato accostato alla Juventus), quanto a diventare uno dei futuri punti fermi della Selecção das Quinas.

https://www.youtube.com/watch?v=ZJVqhNUEHYo

Sempre in tema di stranieri in forza ai Rouges et Blanc, sposterei l’attenzione su Mario Pašalić, nato a Mainz nel febbraio del 1995.

Cresciuto tra il GOŠK Kaštel Gomilica ed il più famoso Hajduk Spalato, sbarcò al Chelsea nel luglio del 2014, venendo girato all’Elche un paio di settimane più tardi. L’esperienza spagnola può considerarsi tutto sommato positiva per il giovane centrocampista croato, punto fermo di una squadra capace di chiudere a metà classifica la stagione, venendo poi retrocessa per problemi contabili che nulla avevano a che fare con le prestazioni di campo.

All’apertura dell’ultimo mercato estivo, quindi, Pašalić è stato inserito nell’operazione che ha portato Radamel Falcao a Londra. Un prestito necessario accolto favorevolmente dal ragazzo, bisognoso di trovare spazio con regolarità per continuare la propria crescita come calciatore.

Con quasi un metro e novanta d’altezza Mario Pašalić non è il classico mediano di rottura capace di fare a sportellate anche contro l’avversario più tosto, quanto più un giocatore dal bagaglio tecnico molto affinato, sicuramente poco consono in giocatori della sua taglia. Abile tanto dalla media distanza quanto con inserimenti senza palla, può giocare in posizione anche più avanzata, di trequartista, per quanto paia trovarsi più a suo agio in mezzo al campo. La visione di gioco non gli manca, peccando forse un pochino nella velocità con cui si trova ad amministrare la sfera.

https://www.youtube.com/watch?v=VtUsuZ0mZw0

Sempre in prestito dal Chelsea troviamo anche Jeremie Boga, attualmente in forza allo Stade Rennais. Trequartista all-rounder, classe ’97, il ragazzino nativo di Marsiglia viene da una stagione importante vissuta nell’academy dei Blues, con cui ha riportato la vittoria della Youth League al termine di una cavalcata inarrestabile di quella che era senza dubbio la miglior rappresentativa under 19 d’Europa nella scorsa stagione.

Di taglia ridotta (172 centimetri per 68 chili), Boga ama agire tra le linee per creare scompiglio con la sua frizzantezza e predisposizione al dribbling nello stretto. Buon destro, con cui non disdegna punire gli avversari da calcio piazzato, ha un primo passo notevole e la non secondaria capacità di agire anche decentrato sulle fasce, specialmente quella di sinistra (per convergere verso il centro e calciare col proprio piede preferito).

In questo senso, però, non dà grandissime garanzie in fase di ripiegamento: non tanto per mancanza di volontà, quanto per quelle specifiche caratteristiche fisico-atletiche che se da una parte lo rendono un folletto difficile da domare quando in possesso palla, dall’altra non lo aiutano in ripiegamento.

Karim Rekik

Proprio a Marsiglia poi un ennesimo straniero giunto alla corte di Francia per imporsi nel calcio che conta: Karim Rekik, centrale difensivo nato a Den Haag nel 1994.

La sua formazione calcistica è legata ad uno dei principali club d’Olanda, il Feyenoord. Da cui nel 2011 partì alla volta di Manchester per vestire la maglia dei Citizens, venendo ovviamente aggregato all’academy. Reduce da due anni giocati in prestito al PSV Eindhoven, il centrale di origini tunisine ha lasciato Manchester a titolo definitivo per vestire la maglia dell’Olympique.

Tutto mancino, discretamente elegante nei movimenti, è piuttosto abile nella gestione della sfera. Dotato di un buon lancio, è il classico centrale difensivo che non disdegna l’impostazione del gioco dal basso. Senso della posizione ed abilità nel gioco d’anticipo sono tra le sue armi preferite, ovviamente assieme al gioco aereo (aiutato da un fisico buono anche per fare il corazziere).

Benjamin Mendy

In quel di Marsiglia troviamo anche il primo francese di questo nostro viaggio in Ligue 1: Benjamin Mendy, la risposta in salsa OM a Layvin Kurzawa.

Terzino sinistro classe ’94, venne scoperto dagli scout del Le Havre nel piccolo Palaiseau, e subito aggregato alle giovanili de Les Ciel et Marine. L’esordio in prima squadra è datato 9 agosto 2011, a sedici anni di età. Il passaggio all’OM invece avverrà due anni più tardi, rappresentando un discreto successo per un giocatore che in quest’arco di tempo è sempre stato punto fermo delle varie rappresentative giovanili transalpine, sino all’attuale U-21.

Cursore di fascia dalle doti spiccatamente offensive, può anche ricoprire efficacemente il ruolo di esterno di centrocampo. Forza fisica, passo ed atletismo sono le sue armi migliori, che ne fanno un martello abile ad arare la fascia con sovrapposizioni ed incursioni costanti. Se nei cross ha tutto sommato buoni fondamentali, è sicuramente da un punto di vista puramente difensivo che ha ancora da crescere molto: in questo senso passare un paio di stagioni in Italia, la patria del tatticismo estremo applicato alla fase di non possesso, potrebbe contribuire a migliorarlo molto.

https://www.youtube.com/watch?v=0jBwfgFzXxQ

Fa anche divertire i tifosi.

Yassine Benzia

Il suo nome finì sulle bocche di tutti gli osservatori di Francia e non solo a sedici anni, quando chiuse una stagione fenomenale diventando il miglior marcatore nella storia dell’under 17 lionese (36 reti) e segnando cinque marcature in quattro match al Mondiale di categoria.

Da lì in poi Benzia è sempre stato etichettato, e non a torto, come una delle grandi sensazioni del calcio francese, ma a Lione non è mai riuscito a trovare quella continuità di rendimento indispensabile a compiere il definitivo salto di qualità. Ceduto a titolo definitivo al Lille lo scorso 31 agosto, Benzia ha già realizzato cinque marcature in questa prima metà di stagione, uno in più dei gol segnati nei precedenti quattro anni all’OL.

Nel mio “La carica dei 301” parlavo di un giocatore di carattere, tocco, tecnica, mobilità e fiuto del goal, ma con doti atletiche non eccezionali e soprattutto una certa tendenza all’incaponirsi in improbabili sortite palla al piede. Non è il giovane galletto più talentuoso tra quelli nati nella prima metà degli anni 90, ma se saprà trovare lo stesso feeling con il goal mostrato a livello giovanile potrà dire la sua anche tra i pro.

https://youtu.be/unToI0uDxw8?t=25s

Corentin Tolisso

Stesso anno di nascita e stesso settore giovanile di provenienza anche per Corentin Tolisso, ormai titolare inamovibile in quel di Lione.

Giocatore che mi pare ancora poco sponsorizzato, sarà sicuramente un ragazzo da seguire in questo nuovo anno. Non è stato ancora interessato da grandi voci di mercato, ma qualora dovesse continuare sulla falsariga della scorsa stagione (dove ha messo a segno 7 reti) salirà sicuramente agli onori delle cronache anche in quel senso.

Originario del Mali, ad oggi ha scelto di vestire le maglie delle rappresentative giovanili Bleus. Per quanto si può star certi che da Bamako gli arriveranno missive continue per convincerlo a vestire la maglia de Les Aigles.

https://www.youtube.com/watch?v=aw0ieEU2Lp8

Alban Lafont

Se in Italia abbiamo Gigio Donnarumma, in Francia hanno Alban Lafont, estremo difensore classe ’99 salito alla ribalta nelle ultime settimane in quel di Tolosa. Esattamente come il portiere milanista anche il ragazzo nativo di Ouagadougou (Burkina Faso) mostra tutte le pecche della sua giovane età: in primis una certa insicurezza di fondo quando si tratta di andare a bloccare la sfera, preferendo più spesso respingerla onde evitare possibili infortuni.

Quello del portiere è un ruolo molto difficile sia da interpretare che, a mio avviso, da scoutare. Anche quando si è in presenza di fenomeni assoluti, infatti, può essere necessario aver bisogno di un range superiore di partite per valutare il giocatore, anche per il semplice fatto che spesso gli estremi difensori possono venire chiamati in causa poco, nel corso dei novanta minuti. Se su di lui non posso quindi ancora sbilanciarmi in senso assoluto, di certo è uno dei nomi da tenere in assoluta considerazione quando si parla di calcio francese.

Edouard Odsonne

Infine, butto lì il nome di un giocatore che ancora non ha esordito tra i professionisti, ma di cui a breve è lecito attendersi sentirete parlare molto. Perché se Edouard Odsonne continuerà a crescere come ha fatto sino ad ora nell’Academy del PSG è legittimo attendersi un suo arrivo in pianta stabile tra i grandi di Francia. Se non con la maglia della squadra parigina, quantomeno in prestito a qualche altro club di Ligue 1.

Classe 1998, nativo della Guyana Francese, Odsonne è una prima punta con qualità fisico-atletiche letteralmente fuori scala, rispetto ai propri coetanei. Bomber inarrestabile agli ultimi Europei U-17, c’è da capire se è semplicemente maturato prima del tempo o se invece ha di fronte a sé un futuro da star. L’esperienza mi ha insegnato ad andarci con i piedi di piombo nel valutare questi colossi capaci di spostare equilibri ed avversari senza difficoltà a livello giovanile, ma indubbiamente è un nome che deve essere ben appuntato sui taccuini di tutti i calciofili!

https://youtu.be/3-iRuSsZbEg

A cura di Francesco Federico Pagani

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