L’importanza di chiamarsi Milan Badelj

Crampi Sportivi
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3 min readFeb 9, 2016

31 Agosto 2014, Badelj arriva a Firenze da perfetto sconosciuto, solo i maniaci di Bundesliga sapevano di lui e neanche tutti, solo quelli che ci vedono lungo anche per i ruoli meno appariscenti. Non a caso nasce come centrocampista centrale in un centrocampo a tre, ma in Germania Thorsten Fink, allenatore dell’Amburgo, lo trasforma in una mezzala di onesto livello. La Fiorentina tuttavia lo acquista come vice-Pizarro, ruolo rimasto sempre scoperto nei due anni precedenti.

I primi mesi in Italia per il croato sono da dimenticare: Milan è tutto fuorché Pizarro. Il cileno è uno dal pensiero veloce, che appena riceve il pallone sa già a chi darlo e come darlo. Badelj invece con la palla tra i piedi pare riflettere troppo sull’universo in generale. I tifosi cominciano a contestarlo ed è subito un coro di questo non è adatto al calcio italiano.

Il 3 febbraio 2015 però arriva la svolta, quando i viola si apprestano a giocare i quarti di Coppa Italia a Roma contro i giallorossi padroni di casa. Montella stupisce tutti: solito 3–5–2 ma con Badelj e Pizarro contemporaneamente in campo. Il croato torna a fare la mezzala e dopo sei mesi di sole prove negative ecco il cambio di tendenza. Badelj si rivelerà fondamentale nel vincere quella partita, rompendo bene il gioco e partecipando alle impostazioni assieme al Pek.

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Se non ci credete guardate al minuto 2:36 chi è che effettua il lancio per Pasqual, l’azione si concluderà con il gol di Gomez. Ah, Badelj è destro.

È un nuovo inizio per Milan: da quel momento in poi giocherà con continuità a fianco di Pizarro e troverà anche il primo gol in campionato contro il Chievo Verona.

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Minuto 00:47, gol di Badelj ancora una volta utilizzando il piede debole

La stagione viola termina con l’esonero di Montella, e al nuovo allenatore Paulo Sousa il mercato estivo porta Mario Suarez, centrocampista spagnolo che con Simeone arriva alla finale di Champions League nel 2014. A Firenze torna anche Vecino, reduce dal prestito all’Empoli, e c’è già un certo Borja Valero. Sembra l’inizio di una storia già vista, con il povero Badelj che sulla carta si prepara a farsi la barba in panchina. Ma Sousa stravolge tutto: complice probabilmente un feeling mai nato con Suarez, Badelj si ritrova titolare nel 3–4–2–1 viola, a fianco di Vecino. Il rendimento del croato è più che sufficiente, non mancano gli assist e contro l’Udinese arriva anche il gol (a dirla tutta sarebbe da assegnare a Kalinic, ma tant’è).

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Per farla breve, minuto 04:33;05:59 e 09:02, il tanto discusso gol assegnato al croato.

Il 9 gennaio di quest’anno Milan subisce una lesione al retto femorale sinistro contro la Lazio e nonostante ora si sia ripreso, Paulo Sousa ha deciso di non rischiarlo contro l’Inter ma di aspettare il responso dei prossimi allenamenti. Questo a conferma di quanto sia indispensabile il suo recupero per gli equilibri della Fiorentina e, a giudicare dagli ultimi risultati dei viola, anche di quanto Milan sia mancato alla squadra nell’ultimo mese e mezzo.

Articolo a cura di Gabriele Burini

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