Mastercramps #4 — Campi visivi e tiri inventati

Crampi Sportivi
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3 min readNov 28, 2013
Diego Costa

“Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”. Come sappiamo sin dai manuali delle scuole medie, la siepe leopardiana ha questa ambigua funzione di essere, al contempo, limite ed esaltazione della vista: rappresenta il confine a partire dal quale lo sguardo può distendersi verso l’infinito.

Tanto per strafare con i paragoni, il portiere ha, per un calciatore che sta per tirare in porta, all’incirca la stessa funzione. Rappresenta cioè un punto di riferimento in base al quale creare un campo visivo e indirizzare la palla. In un gioco di pieni e vuoti, la sagoma del portiere è il pieno che rende possibile lo spazio vuoto attorno a sé, quello della rete da gonfiare.

Così quando il portiere viene sorpreso fuori dai pali, in periferie pericolose, il giocatore che sta per calciare, senza quella sagoma, deve reinventare un campo visivo da zero, e con esso ricreare una modalità di calcio ex-novo. Insomma, la porta è sguarnita ma centrarla senza punti di riferimento può essere paradossalmente complicato.

Per questo motivo a porta vuota possono essere segnati gol eccezionali, tipo questo di Stankovic, o questo di Totti.

5. Badelj

Da questa settimana alla lista possiamo aggiungere anche un giovane croato dell’Amburgo, che, nel mezzo di una caotica densità di gente, calcia senza guardare, disegnando la parabola più intelligente per scavalcare tutti.

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4. Suarez

Nel momento in cui si sta per tirare un calcio di punizione, il gioco di vuoti e pieni viene decuplicato. Al portiere si aggiunge la barriera, che della siepe leopardiana ha persino la forma.

Solitamente il tiratore quindi cerca di scagliare, nel modo più improvviso possibile, la palla al di sopra della barriera, nell’angolo aperto della porta. Qui invece Suarez preferisce trovare la falla nella chiusura: la barriera sistemata male apre uno spiraglio di luce vicino l’angolo basso, dove l’attaccante tira forte.

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3. Gignac

In altre situazioni di gioco, il ruolo della vista è delegato a una sorta di istinto profondo: la porta si sente letteralmente e quel che diventa importante è concentrarsi sulla perfezione del gesto, a cui si avvicina A. P. Gignac in questo gol. La palla gli va un po’ all’indietro ed è quasi un miracolo l’insieme di micro-movimenti con i quali riesce a calciare al volo scaricando il peso del corpo in avanti.

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2. Diego Costa

Talvolta il gesto è talmente incredibile e improvviso che davvero basta prendere un punto qualsiasi della porta, non c’è verso che la palla non possa entrare.

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1. Jesus Navas

Ci sono poi dei casi in cui si segna con il portiere sorpreso fuori dai pali, ma con dei tiri che sarebbero entrati anche con due portieri. Quello che ti viene in mente è uno spreco. Qui Jesus Navas traccia una traiettoria a giro che sembra aver a che fare più con gli effetti del tennis che con il calcio. L’angolo di porta colpito è di quelli invisibili agli occhi.

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A cura di Emanuele Atturo @Perelaa

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