Mastercramps — “Mo je faccio er cucchiaio”

Nasce Mastercramps, una piccola rubrica che ogni martedì selezionerà per voi i cinque migliori gol del calcio internazionale, cercando di gettare un occhio estetico sulla roba bona che ci regala l’arte del futbol. L’accompagnamento scritto sarà breve; del resto parlare troppo di fronte a certe cose non sarebbe del tutto inutile?

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La cosa strana di questo gol è che il video inizia con un giocatore del Twente che prova ad andarsene in azione personale ma non ci riesce; allora la palla la prende questo tizio che di nome fa Van Duinen col piglio del tipo “mo te faccio vede’ io come se fa” e prova un’azione fotocopia, parte da dietro il centrocampo e li salta tutti: incredibile è la forza che trova, dopo quella corsa disperata, per tirare una mina all’incrocio dei pali. E poi è l’88esimo, il gol vittoria. Chi dice che in Olanda ci si annoia?

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Ogni volta che arrivano nuove notizie di Henry da New York di solito portano la dicitura di “Superb Goal”, “Stunning Goal” o “Golazo!”. Noi apriamo il video, rimaniamo per un attimo a bocca aperta emettendo un lieve suono gutturale e poi ci chiediamo per quale cazzo di motivo Titì non è rimasto a giocare a calcio tra noi per un altro po’, a segnare di questi gol nei mercoledì di coppa.

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Suarez sarà pure una persona orribile e il lungo castigo che si è fatto sarà stato pure sacrosanto, e però. E però da quando è tornato non fa che segnare gol bellissimi in tutte le varianti possibili che implicano una palla che gonfia una rete. Anche sabato ci ha lasciato questo piccolo saggio di centravantismo onnivoro: non so decidermi su quale dei due sia il migliore. Certo che segnare di testa da praticamente fuori area…

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I pallonetti possono essere classificati in due tipologie; la prima ha a che fare con lo spazio: c’entra col mettere la palla nell’esatta porzione di spazio tra la traversa e la mano del portiere solo lievemente avanti. Bisogna essere chirurgici come lo è stato Sturridge in questo caso.

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L’altra tipologia ha a che fare con il tempo: c’entra col sorprendere il portiere mentre fa quel passetto in avanti che gli consente di ridurre lo specchio della porta. Non occorre essere tanto essere precisi quanto scegliere il tempo giusto perché la traiettoria alta risulti del tutto imprevista e crolli in rete come una sentenza.

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A cura di Emanuele Atturo @Perelaa