Mauro Tassotti, 36 anni al Milan

Crampi Sportivi
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4 min readJul 28, 2016

Nella mia esperienza di tifoso-bambino fatta di partite seguite alla radio — e, più avanti, con il televideo acceso — era grazie alle figurine che conoscevi i giocatori della tua e delle altre squadre. Le figurine ti permettevano di familiarizzare col loro volto e associarlo ai colori della loro maglia e, spesso, ti informavano sulla loro carriera: anni, squadra, presenze, gol, etc.

Io sono nato nel 1984 e non ho memoria della carriera di Mauro Tassotti alla Lazio, che va dai suoi anni nelle giovanili al 1980 quando passa al Milan, all’epoca in serie B, anche se la leggevo nella prima riga del suo riquadro con la carriera. Ero un tifoso bonsai, appassionato di figurine e, che io ricordi, Tassotti c’è sempre stato. Ed è sempre stato al Milan.

Tassotti è uno dei grandi eroi del nostro calcio. Un eroe dal profilo basso, di quelli che si appiccicano addosso i colori della loro maglia e non se li levano più, ma che quando si ritirano dal calcio giocato non vedono il proprio numero venire ritirato dalla società. Tassotti è stato una bandiera atipica e, nell’ultima stagione, De Sciglio ha indossato la maglia col suo numero: 2.
Lui, Tasso, la maglia numero 2 del Milan se l’è cucita nel cuore per trentasei anni: dal 1 Luglio 1980 a pochi giorni fa, il 12 Luglio 2016.

Nei diciassette anni in cui Tassotti ha difeso i colori del Milan ha fatto da spalla a quelle che sono considerate le ultime grandi bandiere: Baresi prima e Maldini poi, ha giocato –e vinto- dalla Serie B alla Coppa Intercontinentale, vedendo cambiare attorno a lui presidenti (c’era prima lui, di Silvione), sponsor, compagni di squadra e allenatori.

In quei diciassette anni da difensore del Milan, Tassotti ha vinto:

5 Scudetti (1987–88, 1991–92, 1992–93, 1993–94, 1995–96);
4 Supercoppe Italiane (1988, 1992, 1993, 1994);
3 Coppe dei Campioni (1988–89, 1989–90, 1993–94);
3 Supercoppe Europee (1989, 1990, 1994);
2 Coppe Intercontinentali (1989, 1990);

Oltre che una mitologica Mitropa Cup (1981–1982) e due Campionati di Serie B (1980–81/1982–83).
Un palmarès più che dignitoso per un giocatore, no? Ma siamo solo a metà della sua storia.

Dopo il ritiro dal calcio giocato, Tassotti rimane fedele ai colori ai quali ci aveva tutti abituati sin dai tempi delle figurine e diventa allenatore della Primavera del Milan. Quattro anni di gavetta che gli permettono di aggiungere i primi trofei da allenatore al suo conteggio: Trofeo di Viareggio nel 1999 e nel 2001.
Dal 2001 in poi Tassotti ricoprirà nel Milan quello che è stato il suo ruolo storico fuori dal campo: il secondo allenatore, il vice.

Nei quindici anni in cui Tassotti siede nella panchina del Milan gli si sono seduti accanto, nella poltroncina più importante, sei allenatori:
Maldini, Ancelotti, Leonardo, Allegri, Seedorf, Inzaghi.
In questi quindici anni Tasso riesce ad aggiungere qualche altro trofeo al conteggio:

2 Scudetti (2003–04; 2010–11)
1 Coppa Italia (2002–03)
2 Supercoppe Italiane (2004; 2011)
2 Champions League (2002–03; 2006–07)
2 Supercoppe Uefa (2003; 2007)
1 Mondiale per Club (2007)

Oltre a presidenti, compagni di squadra, primi allenatori e sponsor, mentre Tassotti continua la sua storia d’amore con i colori del Milan cambiano anche i nomi e le formule delle competizioni: da Coppa Campioni a Champions League, da Coppa Intercontinentale a Mondiale per Club.

Nonostante una piccola parentesi come allenatore nel 2014, subentrato ad Allegri dopo l’esonero, e l’endorsement da parte di Carlo Ancelotti, nel 2015 con l’arrivo di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Milan, Tasso lascia il suo ruolo di vice allenatore e si reinventa all’interno della società rossonera in qualità di osservatore.

Dodici mesi dopo, dopo trentasei anni, Tassotti lascia i colori rossoneri per stare accanto ad un altro grande campione della storia recente del Milan, Andrij Shevchenko, sulla panchina dell’Ucraina.

L’ultimo quadro delle statistiche di Mauro Tassotti negli album delle Figurine Panini è della stagione 1993–94 (negli successivi due era segnalato nel riquadretto “altri giocatori”, i gestori della Panini forse non ne potevano più di vedere i suoi ricci e il suo faccione) era questo:

Il bottino di trofei complessivo tra campo e panchina, invece, è — credo — uno dei più ricchi della storia del calcio italiano:

7 Scudetti;
1 Coppa Italia;
6 Supercoppe Italiane;
5 Coppe Campioni-Champions League;
5 Supercoppe Europee;
3 Coppe Intercontinentali-Mondiali per Club;

Mauro Tassotti è stato presente anche nella Coppa del Mondo più importante della mia infanzia, USA ’94.
Io avevo dieci anni e Tasso, al suo primo Mondiale, trentadue.
La numerologia di Tassotti in nazionale è al contempo un paradosso e un capolavoro della linearità:

7 Presenze in nazionale; 8 turni di squalifica presi alla sua ultima presenza; 9 come numero di maglia.

Grazie di tutto Tasso, gtazie per esserci sempre stato.

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