Mental Crampi! — CS S03 E05

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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6 min readSep 23, 2015

Il turno infrasettimanale ha in sé la forza salvifica del calcio tutta la settimana e allo stesso tempo porta lo straniamento di vederlo fuori posto. A questo contribuisce il fatto che le squadre, soprattutto da noi, prendono il turno di mezzo come una sorta di Coppa Italia — senza offesa coppaita’, tranquilla — e quindi fanno giocare personaggi improbabili in modi improbabili. Questo può aumentare il tasso di cose da raccontare nei Crampi Sintetici, o far piombare negli sbadigli tremendi come i primi 45 minuti della serata di campionato, con 16 squadre in campo e due gol segnati. Per fortuna poi è successo di tutto. Mental Crampi per la locura.

Diretta Gol Lewandowski

Di ciò che ha fatto Lewandowski ne hanno parlato tutti, ne abbiamo parlato persino noi perché una cosa simile non si può ignorare. Eppure volevamo tornare sull’argomento per segnalarvi la GIF DEFINITIVA.

La beffa delle beffe: Samp-Roma

Di partite dominate e poi perse è pieno il mondo. Certo, sulla Roma di quest’anno ci sarebbe molto da dire, ma le riflessioni fatte finora sono inutili di fronte a una gara come quella vista ieri al “Ferraris” di Genova.

Nonostante un dominio prolungato (seppure un poco sterile in alcuni tratti della gara), la Roma non solo non riesce a vincere, ma perde addirittura contro una Samp rinunciataria. Zenga ha deciso per larghi tratti della partita di non giocare: ciò nonostante, a festeggiare al triplice fischio finale sono stati proprio i padroni di casa.

Solo guardando i dati riportati qui sopra, il risultato finale appare impossibile da capire. Sembra la classica partita fortunata, in cui chi dovrebbe esser sconfitto in realtà esce vincitore. Ma anche questa visione sarebbe riduttiva. In fondo, la Samp non ha fatto nient’altro che quello che la Roma ha deciso di fare contro il Barcellona (con le debite proporzioni).

In casa giallorossa, la domanda più pressante è una: come si possono avere 24 tiri e 18 corner all’attivo senza segnare di propria iniziativa? In fondo, il gol della Roma arriva su un rinvio sporco di Moisander, sul quale Pjanic fa la cosa più semplice e serve un Salah libero di piazzare la palla alle spalle di Viviano.

Eppure la Roma è apparsa spuntata davanti. Le iniziative più pericolose sono state frutto di spunti personali (leggasi Pjanic: onnipresente). A difesa schierata, la Samp ha sofferto meno di quanto dicano i dati. E la precisione di tiro degli ospiti è stata tutto tranne che impeccabile.

Bravo Viviano, ma su 24 tiri la porta non è stata centrata granché.

Di contro, la Samp ha continuato a fare quello che si è visto per alcuni tratti di TUTTE le sue partite nel 2015–16: non giocare, rinunciare malamente al pallone per alcune fasi delle gare. Lo si è visto soprattutto nella seconda parte della prima frazione, quando i padroni di casa non sono riusciti a tenere il pallone tra i propri piedi.

Questo ha anche mortificato le proprietà tecniche dei vari Correa, Soriano e Muriel (risultati infatti tra i “peggiori”). Per il resto, Zenga conferma la sua concretezza: la sua squadra non è accompagnata da plausi per il gioco, però siamo a tre vittorie in tre gare giocate al “Ferraris”e dieci punti in classifica. Uno scenario imprevisto dopo il Vojvodina.

Praticamente Coach Z non è mental, è SOLO mental.

La partita difensiva della Samp: benissimo Zukanovic e Pedro Pereira.

Cinque su cinque: Inter-Hellas

E adesso chi li ferma più? L’Inter continua a esser brutta, bruttissima. Non che Mancini fosse conosciuto per il suo calcio spettacolare, ma qui stiamo sfiorando vette inimmaginabili. Eppure l’Inter è concreta, così tanto che ha eguagliato Helenio Herrera: cinque vittorie consecutive dall’inizio del campionato, come nel 1966–67.

La quinta perla arriva contro l’Hellas, privo di Toni e che ha perso quasi subito Pazzini per infortunio. A decidere la contesa, il re del mental, ovvero Felipe Melo. Prima ha azzoppato Pazzini con sana furbizia, poi ha chiuso la gara con un’incornata su angolo di Telles.

Per il resto, l’Inter ha gestito gli avversari. Con un potenziale di cattiveria così grande — non solo Melo: pensate a Murillo, Miranda, Guarin, Medel — la squadra di Mancini può farlo. Basta guardare qualche dato: l’Inter non subisce tiri in porta e deve fare poche azioni difensive.

Questo perché la palla è sempre in possesso della squadra nerazzurra. In questo quadro, Felipe Melo è l’uomo da cercare quando devi far capire agli avversari che non si devono neanche azzardare ad avvicinarsi alla porta. Certo, poi c’è chi esagera come Caressa.

In questo ci butta dentro anche una rete ogni tanto: l’ultimo gol in A è datato 17 ottobre 2010, in un 4–0 al Lecce con la maglia della Juve. Su rigore, col cucchiaio.

https://twitter.com/ItalianFD/status/646777516011601920

Per altro, può non essere mental uno che ha creato un account Twitter per il suo cane?

https://twitter.com/KyraMelo_Z/status/646778702785736704

A me preoccupano i 1700 followers.

Juventus — Frosinone

Il protagonista di questo match, per entrambi i gol segnati, è Leonardo Blanchard. Il difensore del Frosinone devia il tiro di Zaza facendo segnare la Juventus, segna di testa su calcio d’angolo al novantesimo per i suoi. Sarà l’unico tiro in porta del secondo tempo della squadra di Stellone — che, ci preme sottolineare, è uno che tra qualche anno molla il calcio e si compra un chiosco sulla spiaggia a San Teodoro. Blanchard è uno talmente juventino da essere stato a Berlino la notte della scorsa finale di Champions. Grande Leo.

La Galizia offre paesaggi bellissimi e vertiginosi, con sprazzi di oceano e infinità di orizzonti. La cosa che forse i giocatori del Barcellona avranno apprezzato maggiormente nel viaggio a Vigo è il charter per tornare oggi in Catalogna. 4–1 secco per gli uomini di Berizzo che ora affiancano il Real in testa alla classifica. La Liga sta mostrandosi in una veste equilibrata per queste prime giornate, un coupe de theatré a cui non eravamo più abituati negli ultimi anni.

E visto che ultimamente al Barcellona gira bene ma non benissimo, il suo matador nella notte galiziana non poteva che essere Nolito, uno che proprio coi blaugrana s’è fatto le ossa prima di tentare la sorte altrove.

Un gol e due assist vengono serviti a freddo, e ora per Luis Enrique iniziano a porsi interrogativi visto che la squadra, se si esclude l’inserimento di Roberto in mediana, era quella dei titolarissimi.

https://www.youtube.com/watch?v=Mv832JLwOEQ

Evoco il Potere della Palombella Spiovente sotto il Sette e concludo il mio turno ( a quasi trent’anni compiuti l’ex Benfica è nel pieno della sua maturità calcistica e questo match di cuore passione e talento a pacchi è il suo manifesto poetico).

Un marziano a Roma.

Continuano a chiamare all’Asta: il fantacalcio è nel vivo, lo sto facendo in una casa della Roma bene dove per entrare e godersi la vista dello spettacolo dell’Urbe illuminata dall’alto ho dovuto superare un blindato militare.

Molti laziali, pochi romanisti, ma il bussolotto di questo circense non esce mai. Quando chiamano Felipe Anderson Ferreira Gomes da Brasilia c’è movimento, ma più una carica leggera di fanteria, non la guerra di sterminio coi panzer a forma di fantacrediti che mi aspettavo.

“E’ indolente” “ Viziato” “Corre poco”, si accavallano le voci con un’aria triste, come di quelli che ci credono tanto e poi vengono altrettanto delusi da un’amore infausto.

Però col pallone dipinge e anche ieri sera ha chiuso la pratica di una Lazio umorale e lunatica contro un Genoa pericolante.

Poi lui è andato via con qualche altro fantacalcistico amante e una piccola parte di me ancora l’aspetta con occhi lucidi.

https://twitter.com/FootyAccums/status/646957024190799872

Masters of mental

Se il resto dei maggiori campionati europei gioca, la Premier League si prende una pausa e l’Inghilterra si concentra sulla League Cup, competizione che regala sempre qualche sorpresa. Basti vedere quanto accaduto al Newcastle, che ha deciso di rovinarsi ulteriormente la stagione.

Il piatto forte era il derby di Londra tra Tottenham e Arsenal, forse il più sentito. Anche più di quello giocato sabato tra Gunners e Chelsea, conclusosi con la vittoria di Mourinho e l’incredibile record di zero falli per Diego Costa (ancora non me ne capacito).

Sul prato del White Hart Lane, gli Spurs hanno dimostrato che hanno talento, ma gli manca un po’ di concretezza. Quella che è forse incarnata da Mathieu Flamini, un uomo che se non fosse mental, non avrebbe avuto una discreta carriera nel calcio tra Marsiglia, Londra e Milano.

A sorpresa è stato lui a decidere la gara. Con una doppietta. Potrei chiudere qui. Se non ci fossero altri due dettagli. Primo: Flamini ha segnato più gol ieri sera che in tutto il 2014–15. Secondo: perché comprare un centravanti se ci pensa Mathieu?

https://twitter.com/indykaila/status/646782605405192193

https://twitter.com/BeardedGenius/status/646781366734950400?ref_src=twsrc%5Etfw

Griezmann

Qua sotto potete osservare due video che vi fanno dedurre che :

1) Griezmann ha probabilmente il baffetto prepuberale più brutto del mondo, ma da abile e scavato leader già padroneggia la inutile arte dell’”Intervista a fine partita con domande da Modulo Standard”

2) Ha tirato quattro volte, segnato due, completato cinquantatre passaggi su sessantuno, e aiutato in maniera significativa l’Atletico Madrid a sconfiggere il Getafe nel derby. E sono fermamente convinto che questo sia l’anno in cui si prende gli oneri o gli onori in una Liga satura di fenomeni.

https://www.youtube.com/watch?v=ia9H2cHiNPM

Sì, ha segnato. Di nuovo, stavolta in League Cup contro l’Ipswich. Siamo a quattro gol in altrettante gare giocate con lo United.

https://twitter.com/hughwizzy/status/646788786022518784

A cura di Mattia Pianezzi, Sebastiano Bucci, e Gabriele Anello

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