Meriti e demeriti, però nel pallone — CS S02 E31

Crampi Sportivi
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7 min readApr 13, 2015

Il derby di Manchester

Se mai ce ne fosse stato bisogno, il derby di Manchester scrive probabilmente la parola fine all’avventura di Manuel Pellegrini sulla panchina del City. Il 4–2 finale in favore dello United rappresenta la quinta sconfitta dei Citizens nel 2015 in Premier League (18 punti in 13 gare del nuovo anno). Si sperava che il derby potesse essere un modo per rilanciarsi in classifica, ma in realtà è stato un altro campanello d’allarme. Il Manchester United può sorridere e cementare il terzo posto in classifica, oltre a celebrare un van Gaal capace di tanti piccoli miracoli.
L’olandese ha portato i Red Devils nuovamente in zona Champions League, è alla sesta vittoria consecutiva in casa e ha fatto più punti del Chelsea nel 2015. In più ha resuscitato diversi giocatori, come Juan Mata (che sembrava fuori dai suoi piani tecnici) e Marouane Fellaini. E ha vinto questo derby giocando “male”.

Dopo il vantaggio di Aguero, a rimettere a posto tutto ci ha pensato un protagonista inaspettato: Ashley Young. L’anno scorso sembrava tutto finito per lui: con la fama di un simulatore professionista, Young era inviso a molti tifosi. Quest’anno la rinascita da esterno sinistro in un 3–5–2. Lo stesso van Gaal lo ha elogiato nel post-gara («Il migliore in campo») e lui si è sparato la gara della stagione. Non solo i due assist a Fellaini e Smalling, ma anche il gol del momentaneo 1–1. Fortunoso sì, ma anche importante.

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L’unica nota positiva per il City? Con la doppietta di ieri, Aguero è tornato a esser il capocannoniere, seppur in co-abitazione con Diego Costa e Harry Kane. Soprattutto, l’argentino è arrivato a quota 100 reti con il club di Manchester: diventa il più veloce a raggiungere questo numero dai tempi di Tommy Browell, storico bomber dei Citizens a cavallo tra anni ’10 e ’20 (183 gare di quest’ultimo contro le 158 di El Kun).

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I meriti del Parma

L’ultima in classifica, praticamente già fallita, contro la prima. Parma-Juventus sembrava una partita dall’esito scontato. E invece no. La Juve, come ha ammesso anche Allegri, non ci ha capito nulla. Dopo l’1–1 a San Siro contro l’Inter e la vittoria per 1–0 contro l’Udinese nel recupero, il Parma è riuscito a fare più punti (7) nelle ultime tre giornate che nelle precedenti 12 (6). Merito, questa volta, di José Agustin Mauri, promettente centrocampista argentino naturalizzato italiano, classe 1996, che ha detto di ispirarsi al suo idolo Javier Mascherano e all’ex compagno Marco Parolo. Fatto curioso è che proprio la Juventus lo segue da circa un anno. Grazie al suo bel gol qualche visionario come il sottoscritto potrà fantasticare su un campionato riaperto, o vaneggiare su una “favola Parma”. O magari, addirittura, lambiccarsi su astruse teorie complottiste. Grazie campionato!

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Stramaccioni, der Blaue Reiter

La partita di ieri pomeriggio del Tardini aveva un che di espressionista. Quello stadio praticamente vuoto, spalti bianchi, e il terreno smosso dietro una delle due porte sembra il posto perfetto per quest’Udinese senza idee e incompiuta, vuota. Coi minuti che passano, poi, l’ombra delle tribune si allunga sul campo, rendendo inguardabile (fisicamente) buona parte del match, quella giocata nella metà più vicina alla telecamera. Di Natale e Thereaux non riescono a giocare insieme e a centrocampo Allan picchia (ci mancherebbe), ma non basta; il Palermo, dall’altra parte, sta scrivendo dall’inizio di questa stagione un trattato calcistico dal titolo “Di necessità virtù” e non si fa fermare certo dalla squadra di Stramaccioni. Compatto ma allo stesso tempo fluidissimo in attacco (spesso grazie al trio Rigoni-Vazquez-Dybala) e fa 3 gol rischiando pochissimo, prendendo poi due pali. Poi certo, se in campo c’hai Di Natale è possibile che segna, ma ciò non toglie che l’eroe del match è invece un terzino di 23 anni, marocchino, che sta facendo un’ottima annata e se gli gira fa anche gol così da 30 metri eh.

Boom

I golloni

Bossa Balistica

Mi piace l’effetto slow motion che ho trovato in questo video di youtube del gol di Neymar al Siviglia (che nonostante tutto, poi, è riuscito a rimontare due gol e frenare un po’ il Barcellona). Si ha tutto il tempo di pensare alla posizione completamente innaturale del corpo, roba da balistica estrema applicata al pallone che Neymar poi mica l’ha studiata, gli viene naturale. Portiere immobile, palla all’angolino, ciao a tutti.

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“Lanças as luvas!”

Chory Castro

Se c’è una rarità nel calcio, è vedere un manager inglese alla guida di una squadra spagnola. Se c’è qualcosa di ancor più difficile da vedere, David Moyes a capo della Real Sociedad forse era in cima alla lista. Specie dopo lo sfascio realizzato l’anno scorso allo United. Eppure the Wrong One — come è stato simpaticamente ribattezzato dai tifosi dei Red Devils — se la sta cavando bene. La Real Sociedad è 11° in Liga e ieri ha portato a casa un altro punto, più in alto del 15° posto da cui era partito Moyes quando subentrò a novembre scorso. In tema di rarità, ma questa volta nel senso prezioso più che strano del termine, il mancino di Gonzalo Castro — detto El Chory — sembra rientrare in questa categoria.

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Il golazo come stile di vita

Denis e gli amici suoi

Cosa c’è di meglio di un gol di rovesciata? Un gol di rovesciata su sponda di testa da assist di tacco, che se lo leggi scritto non ci credi, e invece.

Se questo lo fate a calcio tedesco poi in tre dovrete pagare da bere a tutti per sempre

I personaggi

Bolasie

Allo Stadium of Light di Sunderland forse non si aspettavano un pomeriggio così brutto. Il Sunderland già nei guai viene brutalmente sconfitto dal Crystal Palace di Alan Pardew. Per le Eagles è la quarta vittoria consecutiva e ormai vicino alla salvezza. La stella è solo una: Yannick Bolasie. Un assist e la prima hat-trick (in 11 minuti!) della sua carriera, per lui che non è stato mai un bomber. Francese di nascita, da qualche mese è la stella della DR Congo, giunta terza all’ultima Coppa d’Africa, nonché uno dei migliori giocolieri del mondo (chiedere a Eriksen o al Liverpool).

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Ibra

Tra i migliori calciatori della settimana non poteva mancare l’unico, incommensurabile Zlatan. Con una tripletta al St. Etienne, in semifinale di Coppa di Francia, Ibra sale a 102 gol con il PSG, a -7 dal record di Pauleta di 109, ma con ben 89 partite disputate in meno con il club parigino. Undicesima rete contro il Saint-Etienne, sua vittima preferita da quando è in Francia. La seconda è il Bastia, proprio la squadra con cui sabato si giocherà la finale. Così è come umilia il povero portiere.

Handanovic

In redazione di Crampi Sportivi ci piacciono sì le cose belle, ma ci piacciono ancora di più se hanno un significato o se cambiano realmente qualcosa nelle sorti di una partita, o di un campionato. Magari questa ottima partita ma soprattutto questo rigore parato di Handanovic a casa del Verona non cambierà lo strano campionato di Mancini, ma ha sicuramente cambiato le sorti della partita, visto che si stava sullo 2 a 0 e l’Hellas con l’ingresso in campo di Greco e Saviola stava riprendendo aria e coraggio. Consolida ancora di più la sua fama di pararigori, statisticamente strana ma innegabile, con i suoi 7 rigori parati degli ultimi 8 tirati contro di lui (quarto in stagione, secondo a Toni).

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I pezzoni della settimana

La busta di Eto’o

Sembra pensarci un po’ Eto’o prima di fare quest’assist. Lui che non deve più dimostrare niente è di fronte ad uno che invece non si è ancora capito bene cosa possa dimostrare — i momenti Mexes sono un fenomeno sul quale la scienza si interroga tuttoggi — e pensa bene di fargli un bel tunnel come assist per Soriano.

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Hector coi paraocchi

Recentemente la nazionale tedesca ha giocato le qualificazioni all’Europeo. Analizzando i nomi dei convocati, avevo scorto la figura di Jonas Hector, giovane terzino del Colonia. Nonostante sia arrivato in Bundesliga solo quest’anno, il ct Loew ha pensato di dargli fiducia vista la penuria di mancini in difesa. Tre presenze con la Germania campione del Mondo e nuovo riferimento per la nazionale, Hector ha deciso di convincere ulteriormente Loew nella sfida contro l’Hoffenheim. Prende palla dalla metà campo e salta praticamente tutti, fino a concludere in rete con un pizzico di fortuna. Che sia lui l’erede di Philip Lahm?

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Sicuramente è stato un momento in cui non gli funzionava la visione periferica e si è trovato solo contro tutti, senza vedere alcun compagno. Fortunello

Osservatorio Dinho

Noi di Crampi siamo ancora innamorati di Ronaldo de Assis Moreira, meglio noto come Ronaldinho. La nostra devozione è addirittura aumentata quando ha deciso di salutare l’Europa e mollare “il calcio che conta”, per andare a giocare con i Gallos Blancos del Querétaro Fútbol Club. Ancora ci esaltiamo nel vederlo, spensierato e divertito, irridere gli avversari con le sue giocate anomale e quelle movenze così stravaganti. E lui, nostro affezionato lettore, ricambia il nostro amore così, dandoci motivi validi per seguire la Primera División de México.

Cosa fanno i calciatori nel tempo libero

Di Maria

Qui l’argentino ci spiega come la fisica per alcuni sia relativa, con la facilità brutta di chi fa rabone con lo stesso impegno che io ci metto a bere il caffè.

A cura di Gabriele Anello, Flavio Lepore, Mattia Pianezzi

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