Mock Draft — 2018 Edition

Giacomo Manini
Crampi Sportivi
Published in
19 min readFeb 26, 2018

Prima d’infatuarsi di giocatori più o meno validi durante la March madness, è bene fare un punto sui migliori prospetti in chiave NBA Draft 2018. Tra predestinati, sorprese, possibili steal of the draft, rischi da correre e ingenui prodigi, ecco stilato un Mock Draft pre-madness del primo giro.

{Nota bene: Nome giocatore / squadra di provenienza/ posizione (es: G=guardia; A=ala-forward; C=centro)/ anno di college o età (es: FR= freshman; SO=sophomore) / misure*, se rilevanti}

30) Sviatoslav Mykhailiuk / Kansas Jayhawks / G / SR

Se si cerca un tiratore affidabile con però un atletismo accettabile per la NBA, non bisogna andare più lontani dell’ucraino. Punti di forza: già rodato essendo un classe ’97, gioca per un gran coach come Bill Self, signor tiratore da 3 e passatore sottovalutato. Punti deboli: esigui margini di miglioramento, difensivamente è quello che è.

29) Khyri Thomas / Creighton / G / JR

Dopo due anni di college sembra pronto al grande salto, giocatore tosto, tignoso, che fa della difesa il suo cavallo di battaglia. Provoca palle perse e tiri difficili a profusione, nel suo gioco però non c’è solo una metà campo, anzi recentemente sta migliorando molto in attacco. Non sarà mai una prima o seconda scelta offensiva, ma le sue abilità nell’attaccare in transizione e nel tirare dal perimetro non vanno sottovalutate. Viaggia a 14.5 punti di media con un 39% da tre.

28) Chimezie Metu / USC / A-C / JR / 208 cm x 100kg

Qua siamo a pieno titolo nella sezione “scommesse”. L’incredibile miglioramento fatto dallo scorso anno lo ha portato ad essere inserito in molti mock, ha iniziato a tirare e ad essere un minimo più costante. Tantissimo potenziale che ha già dimostrato di poter salire di livello, in un gran bel fisico, lo rende una scommessa da poter fare al primo giro.

27) Landry Shamet / Wichita State / G / SO

Combo-guard classe 1997 abile nel creare punti per sè e per i compagni, viaggia a 14.7 punti, 82% ai liberi, 3.1 rimbalzi e 5.2 assist di media a partita. Nel suo anno da sophomore sta dimostrando di poter sviluppare nuove caratteristiche di gioco ed è migliorato molto nei punti segnati (2016–17, 11.4), assist (‘16–17, 3.2) e ai liberi (‘16–17, 79%) il tutto influenzato anche dai 31 minuti di gioco, 5 in più di media quest’anno.

26) Mitchell Robinson / Chalmette High School / C / 19

No, non c’è un errore, viene direttamente dalle scuole superiori, ma non viola nessuna regola. Infatti ha abbandonato Western Kentucky e ha scelto di allenarsi e prepararsi da solo per il draft. Un anno fa sarebbe stato sicuramente più in alto nei mock, ovviamente la sua assenza dei campi di gioco e il suo non essere NBA-ready influirà pesantemente nelle scelte delle varie franchigie. Presenza gigante nel pitturato, stoppatore eccellente e fisico invidiabile; può valere una prima scelta solo se si è disposti ad accettare dei rischi.

25) Shake Milton / SMU / G / JR / 198cm x 93 kg + 212cm wingspan

Guardia junior in grado di rendersi utile on e off the ball, discrete doti di playmaking e di marcatore. Nel suo terzo anno in NCAA ha fatto un salto di livello notevole specialmente al tiro, giocatore maturo e fisicamente non dovrebbe soffrire il turn-pro dunque, ha tutte le carte in regola per diventare un two-way player da rotazioni NBA.

24) Jarred Vanderbilt / Kentucky / A / FR

Il 23esimo posto forse è poco per un predestinato come lui e allo stesso tempo può essere troppo. 5.5 punti e 0.9 assist di media, avete presente quando si dice “in attacco è tutto da costruire”? Ecco, lui è l’esempio perfetto e anni fa probabilmente non sarebbe stato uno one-and-done. Sotto la sapiente guida di coach Calipari può diventare un campioncino, ma ha bisogno di minuti (15.5 di media) e tempo per formarsi come giocatore.

23) Brandon McCoy / UNLV / C / FR / 213cm x 113kg

Su McCoy campeggia un enorme scritta “lavori in corso”, perchè in attacco non è consistente e in difesa si prende troppe pause. Le sue abilità di difesa del canestro e di corsa in transizione offensiva/difensiva vanno però seriamente prese in considerazione. Per uno così, sarà fondamentale capitare nel contesto adatto dove potrà crescere con il giusto minutaggio e il giusto coach. Potrebbe diventare un buon centro di riserva: da seguire!

22) Grayson Allen / Duke / G / SR

Il capitano dei Blue Devils porta in dote: punti (tanti), leadership (primo capitano unico di Duke dopo millemila anni), coraggio ed esperienza. Allen ha fatto l’inusuale scelta di finire il percorso universitario e a 22 anni è decisamente pronto per il grande salto. E’ un giocatore che può far comodo davvero a tantissime franchigie, la sua è una scelta a basso rischio e ovviamente anche a basso potenziale futuro. Garanzia!

21) Dzanan Musa / KK Cedevita / A / 18

Insieme a Doncic è uno dei giovani crack europei, 12 punti col 37% da 3 a 18 anni non sono da tutti. Deve mettere massa, migliorare il playmaking ed è poco esplosivo, ma a pallacanestro ci sa giocare eccome. Se ne parla come un ragazzo molto competitivo e con tanta voglia di lavorare, qualcuno la scomessa la farà anche se probabilmente non è minimamente NBA-ready e il primo giro è tutt’altro che scontato.

20) Daniel Gafford / Arkansas / C / FR

C’è chi lo mette alle soglie della top 10 e chi verso la 40esima scelta, è una vera incognita. Fisicità ed atletismo, buon impatto difensivo e tanta “garra”: ecco cosa può dare a qualsiasi squadra. Tecnicamente deve crescere tanto, nelle letture offensive, come bloccante e come tocco (53% ai liberi). Però Daniel è uno di quelli su cui poter contare sia sotto di 30 punti, sia sopra di 30, quando serve buttarsi a terra per recuperare una palla vagante. 11.6 punti, 6.1 rimbalzi e 2 stoppate di media a partita in circa 22 minuti.

19) Gary Trent Jr. / Duke / G / FR

Freshman di bellissime speranze, ennessima grande presa del recruiting di Mike Krzyzewski. 15 punti, col 44% da 3 su 6 tentativi di media a gara, 87% ai liberi, 4.3 rimbalzi e 1.6 assist: i numeri parlano per lui. Trent Jr. sta migliorando di partita in partita e giocando in un’università prestigiosa e competitiva, potrebbe arrivare in NBA più formato mentalmente rispetto a tanti altri giocatori anche più grandi di lui. Dopo la 15esima pick circa, ogni chiamata può essere quella buona.

18) Rawle Alkins / Arizona / G / SO

All’ombra di Ayton c’è un bel fiore che sta sbocciando. Guardia in grado di marcare più posizioni, tosto mentalmente, buon senso del gioco e decente struttura offensiva. 36% da 3 e 74% ai liberi, sono entrambi dati con due possibilità di lettura: a) se difende come sa e cresce in attacco parliamo di tanta roba; b) se in NBA dovessero calare le percentuali, sarà in grado di ritagliarsi un ruolo in entrambe le metà campo? Come la quasi totalità dei giocatori in ottica draft, Alkins è accompagnato da tanti dubbi, però squadre come Sixers, Celtics, Spurs, Thunder, Hawks potrebbero spendere il loro gettone per un tipo di giocatore così.

17) Robert Williams / Texas A&M/ A-C / SO / 206cm x 108kg

11.2 punti (47% ai liberi), 9.6 rimbalzi, 2.5 stoppate, 0.8 rubate e 1.5 assist in 26 minuti di media a partita. I numeri sono molto buoni, pur se praticamente identici a quelli dello scorso anno. Sicuramente mostra di non essere un fuoco di paglia e di avere costanza, però al contempo non è migliorato particolarmente nella sua seconda annata collegiale. Deve ancora completarsi come giocatore, anche se la sua fisicità lo rende già NBA-ready sotto quel punto di vista.

16) Troy Brown / Oregon / G / FR / 201cm x 98kg

Cestista molto intelligente, ‘esperto’, guardia 3&D col 39.5% da 3, ottimi istinti per il gioco, ma manca un po’ di atletismo e intensità. A soli 18 anni Brown si sta mostrando come uno dei prospetti più intriganti di tutto il draft e si sta guadagnando un contratto garantito in NBA.

15) Lonnie Walker / Miami / G / FR

Un po’ in calo, ogni aggiornamento dei mock scende di qualche posizione, questo perchè non sta dando seguito alle ottime prestazioni d’inizio stagione. Se dovesse continuare così non è scontata neanche una chiamata nei primi 30, ma di positivo c’è che essendo un freshman gli alti e bassi sono normali. Una delle sue ultime prestazioni, contro Wake Forest, è però incoraggiante: 19 punti, 3 rimbalzi e 4 assist. Viaggia a 11.5 punti, col 35% dall’arco e il 78% dalla linea della carità, 3 rimbalzi e 1.7 assist a partita.

14) Shai Gilgeous-Alexander / Kentucky / G / FR

Statistiche di Gilgeous-Alexander. Dai dati si nota come contro le Conference migliori Shai si esalta e migliora le sue stats nonostante avversari più competitivi.

Shai è uno dei tanti talenti emergenti provenienti dal Canada: combo guard in grado di segnare e far segnare parecchi punti, grazie al suo fisico e atletismo può marcare più ruoli e permette di avere flessibilità difensiva. In certi aspetti ricorda Dejounte Murray, anche nei difetti come ad esempio il range di tiro. Nonostante non sia ancora del tutto formato fisicamente, sa tenere i contatti e giocare in modo duro. La sua lunghezza gli permette di arrivare al ferro in situazioni trafficate e di stoppare in recupero gli avversari. Difficilmente diventerà una stella NBA, ma molto probabilmente sarà un giocatore di rotazione importante per come può impattare sui due lati del campo e se poi dovesse mettere su un bel tiro…

13) Hamidou Diallo / Kentucky / G / FR

Freak atletico con circa 2 metri e 10 cm di apertura alare. Freshman con tanto carattere e pochissimi difetti da limare, il suo tiro quest’anno è migliorato in modo impressionante. Il 36% da 3 per uno classificato come un “pessimo tiratore” a livello di high school, non è niente male anche se è un dato su poche conclusioni. Classe 1998 direttamente dal Queens, New York, è già pronto a fare grandi cose in NBA e tantissimi scout lo tengono sott’occhio da svariati anni. So cosa state pensando e concordo: “Calipari se li sceglie decisamente bene!”

12) Wendell Carter / Duke / A-C / FR / 208cm x 113kg

Giocando a Duke è un po’ oscurato da Bagley, non per questo non ci sono scout NBA interessati a lui presenti ad ogni partita dei Blue Devils. Ottimo rimbalzista, attaccante versatile con possibilità di tirare da 3 con costanza in futuro (46% da 3 su un campione di soli 1.3 tentativi a partita), atletismo a sufficienza per la NBA. Carter sta facendo una stagione solida e con un finale sprint non sarebbe per nulla strano trovarlo in top 10; finora viaggia a 14.4 punti, 9.4 rimbalzi, 1.8 assist e 2.2 stoppate di media in 27 minuti. I punti deboli sono: la statura bassa per un centro soprattutto perché non condita con grande atletismo, la concentrazione va e viene e un po’ d’intensità in più non guasterebbe nel suo gioco. Prendendo Wendell non si rischia di prendere una superstar, è proprio una scelta conservativa a dirla tutta, però è probabile che diventi un giocatore molto importante nelle rotazioni con possibilità di crescita se inserito nel giusto contesto e col coach giusto.

11) Miles Bridges / Michigan State / A / SO

Teoricamente è un’ala grande sottodimensionata, praticamente è un giocatore di pallacanestro devastante. Difensore arcigno come da tradizione Spartans (googlare Draymond Green per chiarimenti), tira discretamente bene da 3, notevole esplosività al servizio di buone letture di gioco. Difetti? Wingspan ridotto per il ruolo, dimensione fisica modesta e non ha rispettato al 100% le aspettative immense che si avevano su di lui dall’anno scorso. Sarebbe lecito attendersi un po’ di fatica al piano superiore, ma mai scommettere contro giocatori così determinati.

10) Collin Sexton / Alabama / G / FR

Scenario: Brooklyn, Barclays Center, Alabama vs Minnesota, due squadre imbattute al 25 Novembre 2017. Una partita sì interessante, ma che nessuno si sarebbe azzardato a definire ‘leggendaria’ e invece così si è rivelata. La partita si svolge regolarmente fino a 13 minuti e 39 secondi dal termine, quando sul 50–57 uno scontro a rimbalzo degenera in rissa. I giocatori in panchina per Alabama sono a due passi dalla zuffa e non riescono a trattenersi facendo invazione di campo. I direttori di gara dopo aver riportato l’ordine sul parquet si vedono costretti ad espellere l’intera panchina di Alabama e nella restante porzione di gara coach Avery Johnson (Alabama) non ha potuto usare cambi. A due minuti dalla ripresa del gioco sul punteggio di 52 a 61, i ‘Crimson Tide’ perdono per superato limite di falli uno degli ultimi 5 giocatori rimasti e allora si va 4 vs 5. Qui teoricamente si arrestano le speranze di vittoria di Sexton e compagni, non però se si tratta di una gara ‘leggendaria’.

La forbice inizia ad allargarsi apparentemente in modo irrimediabile quando si è sul 54–67 e John Petty s’infortunia: Alabama resta in 3. Qui teoricamente si arrestano le speranze di vittoria di Sexton e compagni, non però se si tratta di una gara ‘leggendaria’ x2. Norris, Smith e Sexton stoicamente provano a ricucire il distacco e inizialmente prendono di sorpresa la difesa attonita di Minnesota che raddoppia a più non posso su tutto ciò che si muove in campo. Collin Sexton non vuole far terminare lo scontro e impazzisce/entra in the zone/va on fire/vede una vasca da bagno (scegliete voi la definizione che preferite) segna a ripetizioni canestri pazzeschi fino al singolo possesso di distanza 80–83 con 1:37 da giocare. Alabama negli ultimi possessi soccombe non potendo realmente fare più niente. Sexton chiude la gara con 40 punti frutto di un 12–22 dal campo (nel secondo tempo quasi sempre raddoppiato come minimo) e un 12–13 ai liberi. Una rondine non fa primavera e una partita non fa una carriera, anche se Sexton già così sarebbe andrebbe consegnato alla storia.

Vedere per credere!

9) Mikal Bridges / Villanova / A / JR

Il go-to-guy di una delle squadre con maggiori chance di vittoria finale. 18 punti di media con circa il 40% dal perimetro, un atletismo straordinario e la capacità di difendere contro tutti (3&D capace di difendere tutte o quasi le posizioni, tema ricorrente non trovate?! Welcome to the #positionlessEra). Migliorato moltissimo nei 3 anni a Villanova, Mikal dà la netta sensazione di poter sviluppare ancora molto il suo gioco e più di una franchigia NBA sarebbe pronta a chiamarlo molto molto in alto nel prossimo draft, specialmente se dovesse chiudere la stagione in modo convincente.

8) Kevin Knox / Kentucky / A/ FR

Ala ultra-atletica con notevolissimo talento offensivo: in grado di segnare dal palleggio, dall’arco, ottimo in catch and shoot e nel pitturato. Un giocatore da transizioni e contropiedi, attacco e difesa, grazie ad un controllo del corpo favoloso. Gioca fuori ruolo a Kentucky per mancanza di giocatori con dimensione perimetrale, quindi fatica a trasformarsi in Super Sayan, ma il potenziale è davvero immenso anche se non del tutto visibile ad oggi. Coach Calipari ha fatto di tutto e di più per portarlo a Kentucky e insieme a Vanderbilt, Shai e Diallo lotterà fino alla fine per portare il nono titolo agli Wildcats.

7) Jaren Jackson Jr. / Michigan State / C / FR / 211cm x 110kg

Lungo moderno che più moderno non si può, non ci sarà il livello di hype che c’è per altri, ma può davvero diventare una star totale. Forse è il lungo più completo del draft, meglio di Ayton e Bagley in difesa e meglio di Bamba in attacco. Piedi veloci che gli permettono di marcare giocatori più piccoli anche dietro la linea da 3 punti, protegge in modo eccezionale il ferro, tira da 3 col 43.3%, i liberi col 78% ed è ambidestro (caratteristica sempre più importante). Quando è fuori dalla linea da 3 bisogna marcarlo accuratamente e accettare cambi con lui può essere letale; nel 2017–18 marcato da una guardia segna 1.259 punti per possesso.

Può essere la versione migliori di un Ibaka o un Noel in difesa e un Frye nell’altra metà del campo. In NCAA gioca per una squadra forte, ben allenata da Tom Izzo specialmente difensivamente, è già NBA-Ready e nei mock sembra dietro solo al duetto di testa. Per squadre che non vogliono prendersi grandi rischi e vogliono qualcuno in gradi di determinare anche senza 20 punti di media, lui è assolutamente il ragazzo da prendere.

6) Trae Young / Oklahoma/ G/ FR

Il freshman più intrigante di tutta la NCAA, no doubt. E’ possibile diventare il protagonista del basketball universitario pur non partendo come tale, giocando per un college dove è il football che detta legge ed essendo 188cm x 82kg? La risposta è: sì, basti vedere Trae Young. Leader della NCAA in punti (29.3) e assist (9.3) con il 37.2% da 3, l’85% dalla lunetta e il 53% eFg. Bisogna tornare indietro fino alla stagione 1951–52 per avere lo stesso giocatore in grado di primeggiare in queste due classifice (punti-assist), Dick Groat di Duke, che per altro da professionista ha giocato a baseball e non a basket. Parliamo dunque di un cestista speciale che combina una visione di gioco di altissimo livello, a una abilità nel creare punti fuori dal comune.

Tira benissimo dal palleggio anche da distanze Curryane, è un giocatore di transizione capace di effettuare passaggi a tutto campo e ha una fiducia smisurata. La fiducia in se stessi a certi livelli è determinante, specialmente se si parte da una condizione fisica inferiore alla media, siate pur certi che prenderà 1000 volte di seguito lo stesso tiro se è quello giusto. Decision making di altissimo livello, molto migliorato in questa stagione, un dato che ce lo spiega bene sono i 234 liberi tentati in stagione (secondo in assoluto), ben 13.8 tiri dalla linea della carità ogni 100 possessi. Ha bisogno dell’area libera per attaccare al meglio il ferro, dato che non è un grandissimo finisher, mano sinistra e soluzioni diverse dal floater sono cose su cui deve lavorare per inserire varianti al suo reportorio. Il pitturato lo trova libero spesso grazie al sistema di coach Kruger, simil Warriors/Rockets per intenderci e soprattuto grazie alle sue triple fantascientifiche che lo hanno fatto paragonare a Curry. Fisicamente come detto è piccolino e la sensazione che possa diventare un Hield o Fredette c’è, ma deve essere accontanata perchè dal palleggio è un’altra cosa e ha una durezza mentale invidiabile, certo è che i suoi enormi limiti difensivi saranno acutizzati in NBA. Il famigerato dollaro contro Young io non lo scommetterei, anzi…

5) Mohamed Bamba / Texas / C / FR / 213cm x 103 kg

Maturità e talento con un fisico statuario, wingspan spaventoso di 238 cm, e ha enormi margini di miglioramento tecnico-tattici. Bamba era uno dei giocatori più ambiti da tutti i migliori college NCAA, Duke e Kentucky erano in vantaggio, ma alla fine ha scelto Texas reduce da un record di 11–22. Ha deciso di giocare per i Longhorns nonostante l’annata precedente, pensando più alla situazione familiare, economica e di lifestyle; spiegando il tutto col suo pezzo “Ready to rock” per The Players Tribune.

Il ragazzo sta frantumando qualsiasi record in merito alle stoppate, ben 4 di media a partita (nell’ultimo anno di high school viaggiava addirittura a 8 di media) e in attacco sta piano piano costruendosi un gioco credibile ampliando il suo raggio di tiro. Al momento tenta 1.8 triple a partita e ne segna il 28%, ma la sensazione è che si stia soltanto grattando la superficie, mentre in difesa è e sarà un fattore determinante anche in NBA. Quest’anno le posizioni dalla 1 alla 8 saranno davvero indecifrabili fino all’ultimo: ad esempio una squadra come i Suns potrebbe chiamarlo anche con la 2, però i Kings non lo chiamarebbero con la 2 e forse neanche con la 6. Intanto Mohamed scalda i motori ed è in ascensore pronto a salire al piano superiore.

4) Michael Porter Jr. / Missouri / A / FR / 209cm x 98kg

La stagione collegiale del miglior tiratore del draft è durata 100 secondi, un infortunio lo ha costretto ad operarsi alla schiena. Lui vorrebbe tornare per le ultime partite stagionali accettando il rischio di mettersi in cattiva luce o di accusare una ricaduta. Tempo addietro, Porter, era dato in lotta con Ayton e Doncic per la prima scelta assoluta, l’infortunio ovviamente gli ha fatto perdere posizioni nei mock, ma ci sarà senz’altro una franchigia tra la 3 e la 7 che accetterà il rischio dopo averlo esimanato clinicamente. Michael è un’ala particolarmente alta (209 cm) che sa segnare in qualsiasi modo e con un controllo del corpo notevole. Grazie a del lavoro fisico e tattico potrebbe marcare più ruoli anche se la difesa non è il suo punto forte. Viene da una famiglia dove si respira basket, ha sempre giocato in tutti gli eventi organizzati per i giovani come il Nike Hoop Summit, dove nel 2017 ha segnato 19 punti in 23 punti nella vittoria degli USA. Scoprire dove andrà a finire e che impatto potrà avere in NBA resta una delle maggiori curiosità in ottica Draft 2018.

3) Marvin Bagley / Duke / C / FR / 211cm x 107 kg + wingspan di 215 cm

21.7 punti di media col 59.6% dal campo, 11.4 rimbalzi e 1.7 assist a partita dopo 24 partite lo renderebbero automaticamente il dominatore del college basket, se non fosse per Young. 18 doppie-doppie e 6 gare da 30+ punti per un freshman di Duke significano record. Bagley però da certi esperti è considerato quello da prendere assolutamente, mentre da altri è quello da evitare della top 5, perchè è così tanto divisivo? 211 cm al servizio di una mano mancina creata appositamente per giocare a pallacanestro, con estrema energia ed atletismo, un senso del rimbalzo innato e un ball handling ampiamente sottostimato. A tutto questo però c’è da aggiungere che tira i liberi col 62% e nonostante stia migliorando sia dalla media che dalla lunga distanza, ancora non è così affidabile al tiro. Poi, deve mettere chili perchè già al college soffre molto i centri di peso (figuriamoci in NBA) e in generale difensivamente non è questa àncora. Come suggerito in un pezzo di Riccardo De Angelis per basetballncaa, forse la sua dimensione da pro potrebbe essere quella di giocare con affianco un altro lungo, semplificando potremmo dire “diventare un 4 e non un 5” anche se in questa position less era è difficile parlare di ruoli.

2) Deandre Ayton / Arizona / C / FR / 216cm x 113kg + wingspan di 227 cm

Come tutto quel talento sia finito in un corpo del genere, è francamente un arcano irrisolvibile. E’ il centro perfetto nella NBA d’oggi, non è detto sia quello del futuro ma al momento cosa si può volere di più? Gli manca giusto un po’ di abilità difensiva in più, in merito a protezione del ferro (parte comunque da 3.2 stoppate ogni 100 possessi, ok che si parla di basket universitario però c’è di peggio) e capacità di cambiare su più giocatori; in effetti da uno con la sua stazza fisica e la sua lunghezza, è lecito aspettarsi di più in difesa. Invece parlando del resto, non sembra mancargli praticamente nulla. Rimbalzista senza senso, preciso al tiro da ogni zona del campo, pericoloso dal post e il 34.5% da 3 parla per lui. 74% ai liberi e 61% di eFG, dato sensazionale. Ayton è come il petrolio agli inizi del 1900, nessuno sa bene qual è il suo reale potenziale, ma tutti sanno che uno così è decisamente meglio averlo che non averlo e quindi si fa tutto il possibile per accaparrarselo.

1] Luka Doncic / Real Madrid / G / 19 / 198cm x 99 kg

“The European Answer to The Chosen One”. Doncic è il prescelto europeo che dominerà in NBA, sembra nato per destini più alti che quasi non competono agli esseri umani. Troppo? Forse, ma forse no. Il giocatore del Real Madrid è la sintesi perfetta di come lavorando sul proprio corpo e sulla propria testa, si possa dominare anche a 16–18 anni. Dal pick and roll genera un quantitativo di pallacanestro smisurato sia attaccando il cambio grazie a dei piedi da ballerino e un arsenale pressocchè infinito di skills, sia creando per i compagni con scarichi per i tiratori o assist al rollante. E’ una minaccia sempre più reale anche dal post basso, la massa aggiunta in palestra sta portando i frutti in tal senso, non solo per tirare ma anche per creare un vantaggio da capitalizzare in altro modo.

Passatore alla Pistol Maravich senza però mai risultare inutile o alla ricerca dell’highlight, anzi la sua grandezza sta proprio nel fare sempre scelte giuste tecniche e tattiche, è dotato di QI cestistico marziano. La difesa, che è agli albori era uno dei punti deboli, sta diventando invece un punto di forza. Grazie alla rapidità di piedi può tenere l’uno vs uno, anche se spesso viene battuto dal primo palleggio, legge in anticipo le linee di passaggio avversarie e ha ottimi tempi di stoppata nelle più varie situazioni di gioco. Diventare sempre più affidabile nella propria metà campo sarà fondamentale per la sua carriera, anche se quasi sicuramente non sarà mai un difensore d’elite specialmente in NBA. A rimbalzo sfrutta tutta la sua scaltrezza e il suo buon atletismo per sopperire ai centimetri mancanti. I cosidetti intangibles sono, a mio avviso, la sua miglior dote, lo sloveno fa sempre la scelta giusta soprattutto nelle situazioni di gioco che non finiscono nei tabellini perchè “la cosa più difficile è fare bene le cose semplici”…e in più fa benissimo pure quelle difficili, il che non guasta. Ha dimostrato sia al Real, ma soprattutto con la Slovenia, di potersi dividere splendidamente i compiti con un altro playmaker e poter risultare ancor più devastante e in NBA può aiutarlo l’esperienza vincente maturata al fianco di Dragic.

Il rookie wall è duro per tutti, in più in NBA troverà un livello d’atletismo nettamente superiore a quello a cui è abituato, dovrà affrontare un cambiamento di vita significativo e non è scontato. Doncic avrà tanta pressione sulle spalle, ma lui ha già dimostrato di saperla reggere oltre ogni aspettativa dominando da ragazzino in Liga Acb, Eurolega ed Eurobasket. La maggiore competitività a cui è stato sottoposto rispetto al resto della rookie class, sarà un bagaglio da non sottovalutare. In definitiva Luka Doncic in NBA è una delle attrazioni principali del basket mondiale per il 2018–19 e poco importa se la notte del draft il suo nome sarà pronunciato per primo, per secondo o per terzo, il nino maravilla è decisamente pronto a stupire gli USA.

Questo era un personale mock draft NBA, redatto prima che la March Madness scombini tutto e faccia emergere talenti nascosti, dove per forza di cose mancano svariati giocatori potenzialmente importanti come: Brandon McCoy, Tony Carr, Chandler Hutchinson, Bruce Brown, Devonte Graham e tantissimi altri. D’altronde sono soltanto le prime 30 scelte e poi se uno come Ginobili è stato chiamato alla 59, uno come Isaiah Thomas alla 60 e due come Ben Wallace e Bruce Bowen addirittura undrafted, sono sicuro che possiate perdonarmi eventuali mancanze.

«Sì, sto mettendo le mani avanti per eventuali telavevodettisti futuri, che mi inseguiranno in eterno con frasi del tipo: “Quell’ Isaac Bonga che per te non era nemmeno una top 30 ora ha 8 anelli, 7 MVP e 6 Finals MVP”… finirà così, ne sono certo».

Mi piace però confortarmi pensando ad un giocatore NCAA che si rivolge alla NBA con le parole di una celebre canzone di Guccini:

Vedi cara, tutto quel che posso dire / è che cambio un po’ ogni giorno, è che sono differente.

Vedi cara, certe volte sono in cielo / come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà.

Vedi cara, è difficile a spiegare, è difficile capire se non hai capito già…

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Giacomo Manini
Crampi Sportivi

Scrivo e ho scritto su @crampisportivi e in giro. Mi riconoscete perché sono quello che ogni 3 frasi loda el jefecito Mascherano.