Nel pub

Igor Santos
Crampi Sportivi
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2 min readJul 4, 2018

Causa lavoro, mi sta capitando di seguire questa Coppa del Mondo in giro per l’Europa. Germania, Italia, Spagna e, ieri sera, Inghilterra. Guardando i nomi dei quattro paesi pochi avrebbero potuto pensare, nell’ottobre scorso, che solo gli inglesi avrebbero calcato il terreno dei quarti di finale. Molto meno che l’Italia non si sarebbe qualificata affatto. Nessuno che la Germania facesse le valigie già nella prima fase del torneo. Tutti che la Spagna avrebbe destato i più annoiati sbadigli.

Inghilterra, dicevo. Ieri finalmente mi sono concesso l’esperienza di vedere in un pub di Leeds (chissà dove era Marcelo Bielsa a quell’ora?), alla fine della sessione del convegno di storia medievale per cui mi trovo qui, le fatiche dei pross tra la loro gente. O meglio. Tra tutti quegli inglesi che, appassionati di storia medievale, seguono anche con interesse il calcio. Se qualcuno avesse bisogno ancora di conferme riguardo a quanto sia stupido biasimare il gioco del pallone come proprio di zotici e frustrati, le scene vissute ieri, tra amici, pinte e sudori, potrebbero bastare.

Lo studioso di scrittura visigotica che lancia urla belluine all’1–0 (Kane, chi se no?), il fine erudito abituato a fare di Carlo Magno il compagno di interi anni di lavoro che non riesce a trattenere una parola poco polite dopo il pareggio della Colombia (Mina, chi altro potrebbe?). La ragazza specialista in cultura ecclesiastica anglosassone del secolo X che, troppi nervi, non riesce a stare seduta neanche nell’intervallo. E infine, i rigori. Quella montagna russa di sensazioni che porta al delirio. L’errore di Henderson, la parata sensazionale di Pickford a Bacca e il gol definitivo di Dier, quando tutto un locale, una città, un paese urlano senza compostezza.

Football’s coming home, dicevano. Ok, ma ricordatevi che siamo soltanto ai quarti.

COLOMBIA 1–1 INGHILTERRA, 4–6 d.c.r. (Otkrytie Arena, Mosca — 3 luglio 2018)

0–1: 57' Kane / 1–1: 93' Mina

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Igor Santos
Crampi Sportivi

Tifoso dell'Athletic nato a Barakaldo (Paesi Baschi) nel 1978. In Italia dal 2002 si occupa di storia medievale.