Non è facile per niente

Crampi Sportivi
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2 min readMay 19, 2016

Il 2 Ottobre 2011 il Milan campione d’Italia in carica si presenta allo Juventus Stadium per giocarsi il primo posto. È solo la terza partita nella storia dello Stadium, la prima che fa veramente tremare le vene e i polsi (fino a quel momento aveva accolto Parma e Bologna). L’atmosfera è carica, elettrica, per la prima volta si capisce l’importanza di avere dei tifosi così vicini al campo ad incitare la squadra. La Juventus — quasi per osmosi — è martellante: pressa, contrasta, tiene quasi sempre il pallone e i giocatori nell’area del Milan sembrano uscire dalle fottute pareti. Crea tantissime occasioni: c’è la traversa di Vucinic con un tiro dei suoi, da fermo; c’è l’aggancio stupendo di Marchisio che non riesce però a calciare bene e quindi Abbiati può parare facilmente.

C’è Bonucci che da un metro con la porta spalancata la prende di coscia rendendo la vita facile al portiere rossonero; c’è poi il velo di Pirlo e il destro di Vidal che sfiora il palo, c’è ancora Vucinic che sbaglia e non ci crede, impreca alle telecamere.

C’è poi l’ottantaseiesimo minuto, il triangolo Marchisio — Vidal — Marchisio e subito dopo rapidissimo ancora un triangolo questa volta Marchisio — Vucinic — Marchisio, con il centrocampista che arriva davanti ad Abbiati e segna, grazie ad un rimpallo, quello che è probabilmente uno dei gol più importanti della storia recente della Juventus. C’è poi il 2 a 0 a tempo scaduto, sempre di Marchisio, ma più che altro la consapevolezza, per la prima volta, che la Juventus di Conte è vera, sarà una cosa vera, una squadra con cui tutti dovranno fare i conti.

Sono passati più di cinque anni da quella partita, quasi tutto è cambiato — Allegri è passato da una panchina all’altra solo per dirne una -, solo una cosa non è cambiata: la Juventus è ancora lì, una squadra con cui devi fare i conti, e non è facile per niente.

Questo vale per tutti, figurarsi per questo Milan qui, con Saturno contro che non si sa quando tornerà amichevole. Potremmo stare qui a ragionare, magari anche sperare nell’imprevedibilità del calcio, ma la razionalità ci impone l’unica riflessione possibile: non è facile per niente.

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