Non di solo Juventus-Roma vive l’uomo, ovvero giovani che stanno arrivando, campionati che finiscono al novantatreesimo e CR7 — CS02 E07

Crampi Sportivi
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6 min readOct 6, 2014

La settimana della gioventù

Ora vorremmo tutti averlo preso ad 1 al fantacalcio Sorprende, l’Empoli. Ma soprattutto l’Empoli di Mirko Valdifiori, il Redondo romagnolo. Il regista azzurro è stato il miglior giocatore della Serie B 2013/14: 6,49 la sua stratosferica media-voto. Un’abilità innata negli assist, specie da calcio piazzato, che gli è valsa il soprannome di Joystick. Si dice che la squadra toscana abbia a disposizione 33 schemi su corner e punizioni, tutti battuti da Mirko. E lui manda in gol indifferentemente stopper e mezzepunte, Tonelli e Pucciarelli. Già 4 assist in questo scorcio di stagione, e una naturalezza in cabina di regia che in una neopromossa non si vedeva dai tempi di Eugenio Corini nel Chievo di Delneri. E’ bello camminare in una Valdifiori.

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La bellezza del mettere il pallone proprio lì dove deve andare.

La bellezza del mettere il pallone proprio lì dove deve andare.[/caption]

WTF! Quando i supereroi non possono venire a salvarti l’unica scelta possibile è quella di scoprire il tuo superpotere nascosto e tirarlo fuori al momento giusto; se poi il tuo superpotere si chiama “siluro dalla distanza sotto l’incrocio” allora Pepito e Super Mario possono godersi la convalescenza in santa pace: a Firenze habemus Baba!

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come si tira così forte da praticamente fermi?

Brother, were art thou? Per un Insigne che fatica a farsi amare dal San Paolo ce n’è un altro che invece è oramai un idolo al Granillo di Reggio Calabria. Robertino sceglie una di quelle occasioni che rimangono più impresse nella memoria dei tifosi per prendersi il palcoscenico: derby calabrese tra Reggina e Cosenza, 3–0 per i padroni di casa e tripletta di Insigne che nel finale si regala anche un’azione “maradonesca” partendo da centrocampo e dribblando mezzo Cosenza prima di bucare il portiere. Insigne Jr. ora è anche capocannoniere del girone C della Lega Pro con sei reti all’attivo.

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menzione speciale per l’effetto “90° minuto” anni 90'.

Giocatori della settimana

Japanese do it better Mister Inzaghi ha trascorso l’estate ad elogiare Keisuke Honda per l’impegno e promettergli un posto fisso nel suo tridente; Galliani ha passato l’estate a cercare di ingaggiare un esterno destro mancino. Dopo i primi sei mesi fra difficoltà di adattamento e problemi generali di squadra era stato bollato come lento, bidone, operazione di marketing ecc. Quest’estate si era fatto notare soprattutto per il “peggior corner di sempre” nell’amichevole contro il Valencia, ma alla fine il nuovo esterno non è arrivato e le parole di Inzaghi sono passate da semplici frasi di circostanza a profezia: 4 gol in sei partite e stock di magliette col 10 già recapitato ai migliori centri commerciali di Tokio e dintorni.

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Momento in cui ci chiediamo se ha ancora senso parlare di Cristiano Ronaldo e poi ci ricaschiamo Sì, lo sappiamo. Non servono numeri per descrivere Cristiano Ronaldo. Ma quelli di quest’anno fanno più spavento del solito. Il portoghese ha segnato 13 gol in 6 partite di campionato, che significano una media di 2,17 gol a partita: 91 delle 97 altre squadre (Real Madrid a parte) che prendono parte ai cinque maggiori campionati Europei hanno una media-gol inferiore alla sua. La matematica parla di qualcosa come 80 gol a fine stagione, se continuasse su questi ritmi sovrumani. Quella contro il Bilbao è stata inoltre la 22esima tripletta per Cristiano nella Liga: raggiunti Telmo Zarra e Alfredo di Stefano. Il nostro si è ormai palesemente annoiato di buttarla dentro con la testa e con i piedi, e ha appena introdotto il gol d’anca. Hips don’t lie.

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La partita della settimana

Battaglia nel fango al Monumental! Il Superclasico di Argentina (River — Boca per chi vive su un altro pianeta) regala sempre emozioni uniche, anche quando, come quest’anno, le due rivali di Buenos Aires sono lontane in classifica, con i Millionarios imbattuti e primi e gli Xeneizes che arrancano a centro lista. “Que tenemos la camiseta de Boca, que todo lo que hablaron en la semana se lo van a meter en el culo.” Così un sobrio Augustin Orion portiere del Boca nelle dichiarazioni del pre-partita. Una pioggia torrenziale ha reso la partita quasi ingiocabile ed inevitabilmente poco adatta ai palati fini ma, al contrario, uno spettacolo gladiatorio.

Il Boca passa in vantaggio, rimane in 10 alla fine del primo tempo, resiste calciando tutto il calciabile fino all’inevitabile pareggio del River. Per una volta lasciamo le statistiche nelle tasche degli statisti e vi segnaliamo questa partita per cose tipo “argentini pazzi: cosa succede tra il fischio di un rigore inesistente e relativa espulsione e la sua effettiva battuta”. Passano gli anni, ma River-Boca rimane un cult.

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Per un campionato che finisce, un altro ha molto da dire

Campionato Islandese

Prime volte Sta per iniziare il lungo inverno in Islanda, la stagione in cui le notti dureranno venti ore su ventiquattro. Ma di sicuro ci sarà almeno una storia da raccontare, insieme alle saghe vichinghe, nelle piscine naturali di acqua calda che gli abitanti di Reykjavik tanto amano. E’ la storia del primo scudetto dello Stjarnan, la squadra che fino a ieri era famosa soltanto per le esultanze folcloristiche e per un preliminare di Europa League contro l’Inter perso con un complessivo 9–0 a sfavore. Ultima di campionato. Lo Stjarnan gioca in trasferta a Hafnarfjörður, in casa della capolista FH, che ha due punti di vantaggio sullo stesso Stjarnan. Gli ospiti passano in vantaggio nel primo tempo, ma poi rimangono in dieci al 54° e subiscono il pareggio dell’FH dieci minuti più tardi. Sembra ormai finita quando, al 93°, lo Stjarnan passa grazie ad un calcio di rigore trasformato da Olafur Finsen. Gioia indescrivibile, come testimoniato anche da una telecronaca che non ci pentiamo di definire vulcanica.

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momenti in cui varrebbe la pena sapere l’islandese che non includono delle islandesi o i Sigur Ros

Premier League

Cescdiego Se a Salt Lake City, Utah, volete provocare emozioni forti che non siano brividi di freddo, allora provate a urlare “Stockton to Malone!” Per diciotto anni, fino al 2003, il binomio è stato sinonimo di intesa cestistica perfetta: il playmaker inventa, l’ala grande realizza. Dalle parti di Stamford Bridge, anno del Signore 2014, sta prendendo vita la versione calcistica della storia di cui sopra. Francesc Fabregas, detto Cesc, è quello nei panni del playmaker. Già sette assist all’attivo e primato nella speciale classifica dei più “generosi” della Premier. Il finalizzatore è Diego da Silva Costa, 9 gol in 7 partite. Già lo sentiamo, forte, l’adagio che diventa storia: “Cesc to Diego Costa!”

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Catsfight “Volevo andare dal punto A al punto B, ma qualcuno mi ha affrontato nel mezzo, senza alcun segnale di benvenuto. Il punto B era Sanchez, volevo capire la gravità del suo infortunio…” Al bando le giustificazioni, Arsene. Ricorderemo a lungo e con gratitudine il tuo tentativo di annullare (fisicamente, proprio) la tracotanza dell’uomo che quando vuole farti un complimento ti dice che sei specialista in fallimenti. No regrets.
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Love is in the air Lo United respira. Batte l’Everton 2–1 ed è quarto in classifica. David De Gea salva i suoi in più di una occasione, respingendo pure un rigore di Baines.

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Luke Shaw, autore del fallo incriminato, manda cuoricini virtuali al suo portierone, che sembra apprezzare. That’s amore!

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Articolo a cura di Leonardo Piccione, Francesco Quintano e Marco D’Ottavi

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