Numeri uno, sinistri occulti e crisi nere — CS s02 e16

Crampi Sportivi
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5 min readDec 15, 2014

1. Numeri Uno

In annate di grande espansione per uil calcio fisico, forse avevamo dimenticato l’importanza del numero uno all’interno dello scenario tattico di una squadra o per meglio dire, prima di Manuel Neuer, quest’importanza forse non esisteva. Con il tempo del miglior difensore della tua squadra, i piedi del miglior regista e la fisicità del miglior attaccante, Neuer è la rivoluzione calcistica più interessante degli ultimi 10 anni. Complice Guardiola, il concetto di possesso palla e quello di pressing, Neuer ha deciso di reinventarsi come libero aggiunto riuscendo in cose come questa qui ogni partita, per un pallone d’oro che sarebbe pure meritato.

All’inizio non ci credevano nemmeno loro, poi i tifosi del Manchester United hanno scoperto e apprezzato l’esplosività di David de Gea Quintana. A Liverpool come detto non se la passano bene e forse, dopo una domenica contro un colosso del genere, c’è pure da rimanerci male:

2. Momenti di crisi

Il passato è terra straniera

Aria pesante in casa Liverpool. I ricordi di maggio — il titolo sfiorato, una squadra fortissima, le tre S a far casino davanti — sono veramente lontani. La realtà è che il 3–0 subito all’Old Trafford rappresenta la punta dell’iceberg: è il peggior avvio del Liverpool in cinquant’anni. Peccato che all’epoca (1964/65) i Reds fossero stati appena promossi in First Division: altri tempi.

Se poi ci si mette anche DeGea

Il simbolo della crisi del calcio piacevole del Liverpool è forse colui che doveva invece potenziarlo. Mario Balotelli era stato preso per sostituire Luis Suarez: anche con le debite proporzioni, l’uruguayano sovrappeso ha già fatto meglio di SuperMario. Zero gol, zero assist in Premier League. A Milanello staranno ancora ridendo dell’affare fatto ad agosto, quando il Diavolo ha venduto Balotelli per 20 milioni di euro. Basti guardare la sua performance di ieri. A Liverpool rischiano di rimpiangere gente come Milan Baros o David N’Gog.

Non va meglio dalle parti di Dortmund, dove il Borussia sembrava aver ripreso un filo di fiato dopo il passaggio del turno in Champions da prima classificata e l’ultimo successo contro l’Hoffenheim. Come non detto: a Berlino, è arrivata la nona sconfitta in Bundesliga contro un Hertha che in questo periodo appare tutto tranne che irresistibile.

WTF?

Come se non bastassero gli infortuni e le disattenzioni a complicare il quadro dei vice-campioni di Germania (oggi terzultimo in classifica), ci si mette anche il simpatico Mats Hummels. Il difensore è ormai seguito costantemente dal Manchester United, che spera di portarlo da van Gaal già a gennaio. Con tutti gli altri giocatori del BVB a salutare i 15mila fan giunti fino all’Olympiastadion nonostante la sconfitta, l’unico a non farlo è stato proprio il buon Mats che ha tirato dritto per gli spogliatoi, facendo incazzare diversi tifosi.

3. I Gol della Settimana

Radja Nainggolan — Un mostro. Recupera un numero impressionante di palloni con tackle plastici ed un pressing insistente sui portatori di palla avversari. Poi in mezzo a tutto il “lavoro sporco” riesce anche a trovare la lucidità per effettuare passaggi smarcanti, spesso di prima. E, come se non bastasse, fa pure gol così, con cui strappa tre punti fondamentali su un campo a dir poco ostico come quello del Genoa, su cui persino la Juventus è inciampata.

https://www.youtube.com/watch?v=6GLd5QNClAs

Jeremy Menez — Troppo facile per lui saltare in velocità un impacciato Koulibaly, un incrocio tra la lentezza di Zalayeta e l’indolenza di Bonera. FenoMenez!

https://www.youtube.com/watch?v=FCbqsj2ZLGg

Vladimir Weiss — I nostri osservatori, sparsi in tutto il globo, ci hanno segnalato questa perla, a nostro avviso il gol più bello della settimana. Lo realizza Vladimír Weiss, attaccante slovacco, che, qualcuno ricorderà, ha giocato per una stagione nel Pescara siglando quattro gol. Dopo una sola stagione, non brillantissima, all’Olympiakos, è finito nel Lekhwiya Sports Club, in Qatar, dove probabilmente ha trovato la sua reale dimensione. In questo gol mette in mostra le sue doti migliori: la velocità e un attento controllo di palla. Diciamo pure che l’infimo livello della Qatar Stars League glielo consente.

4. Il tiro di sinistro come arte occulta; riuscire attraverso una traiettoria perfetta a calciare la sfera alle spalle del portiere.

Il concetto di linearità riscritto attraverso tre gol:

Arjen Robben — Un pallone calciato dalla fascia verso il centro dell’aria di rigore non è mai innocuo se appena fuori da quest’ ultima è posizionato l’uomo di cristallo. Il tempo di uno stop per posizionarsi frontalmente rispetto alla porta, un secondo tocco rapidissimo a spostare il pallone sul sinistro in modo che sia tutto perfetto per un tiro che corre verso il palo e poi infondo alla rete. Nessuna possibilità di salvezza per Alexander Manninger.

https://www.youtube.com/watch?v=1y0kAGVebKA

Stefano Mauri — Felipe Anderson (in versione monstre) crea il panico tra i giocatori bergamaschi prima di servire il capitano. Mauri è appena dentro l’area, un passo solo dalla linea che la delimita: ricevuto il pallone lo stoppa e calcia praticamente da fermo. Il coefficiente di difficoltà è tanto più elevato quanto minore è la rincorsa presa per colpire la sfera, ma il tiro del capitano è così preciso che Sportiello non ci arriva pur lanciandosi in un volo bellissimo quanto disperato e inutile.

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Manolo Gabbiadini — Cosa potrebbe mai fermare la Juventus in casa dopo 25 vittorie consecutive? Mihajlović intuisce che l’unico modo per riprendere la gara è inserire la terza punta e tornare al suo modulo canonico. Neanche il tempo di entrare in campo che dopo una transizione offensiva perfetta, iniziata da un Vasco Regini in modalità Roberto Carlos e portata avanti da Eder e Okaka, il pallone finisce sul sinistro di Gabbiadini: i piedi si spostano veloci sulla linea che delimita orizzontalmente l’aria di rigore, all’ altezza del tiro scoccato da Mauri, passo più passo meno; in porta non c’è il giovane Sportiello ma il totem Buffon. La perfezione del Gabbia è assoluta, il pallone batte a terra tra palo e linea, in un’incisione precisa e profonda.

5. Funny things

Si sono incrociate recentemente, ma Roma e Bayern Monaco hanno passato un altro week-end vincente. Chiaro, ci sono differenze abnormi tra le due squadre. Anche nel modo in cui hanno festeggiato tali vittorie. A Genova — stadio Ferraris — andava in onda un far-west dal quale la Roma ha tirato fuori tre punti fondamentali. L’atmosfera era di quelle così esagitate che Totti ha pure rifiutato la fascia di capitano e maltrattato l’incosciente Keita.

“No, grazie. No, non voglio niente. Oh, ma te ne voi annà?!”

Divertente, ma in un contesto di sofferenza. Tutto facile invece per il Bayern di Guardiola, che a oggi è l’unica squadra dei campionati più importanti a esser ancora imbattuta in stagione. Sabato c’è stato un 4–0 facile facile all’Augsburg terzo in classifica. Infatti Schweinsteiger si è dedicato ad altro.

https://www.youtube.com/watch?v=BNJOEaW4-iY

Prima della gara con L’Augsburg, in cui risulterà decisivo, Arjen Robben si cimenta in uno scivolone di Gerrardiana memoria: scattino, scattino e ops, scivolone con sgommata annessa. Splendido Benatia che si gira e guarda la caduta senza esserne minimamente impressionato.

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Direste mai che il calciatore attualmente più forte al mondo, con un target finale di circa una cinquantina di gol in Liga, possa avere punti deboli? No?L’unica cosa che può metterlo in difficoltà è la velocità del proprio compagno di squadra se quel compagno è Gareth Bale. Cristiano dove sei?

Metti insieme Wojciech Szczesny, virtuoso della tastiera, Tomas Rosicky, rocker mancato, e Lukas Podolski che niente, suona un piatto e… quello che viene fuori è un classico natalizio rivisitato alla maniera dei Gunners. Ah, è tutto per beneficenza e il maglione dei tre è il tocco di classe. Buon Natale dall’Arsenal!

https://www.youtube.com/watch?v=altagi43RIQ

A cura di Oscar Cini, Teo Filippo Cremonini, Gabriele Anello e Flavio Lepore

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