Otto eventi delle Olimpiadi invernali per spettatori occasionali

Crampi Sportivi
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9 min readFeb 6, 2014
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88 Paesi partecipanti, 98 medaglie d’oro in 15 discipline, spesa stimata di oltre 50 miliardi di dollari: dal 7 al 23 febbraio va in scena a Sochi la XXII edizione delle Olimpiadi invernali. Mbé? Diciamoci la verità, i Giochi delle nevi non solleticano granché gli italiani. Sarà che le discipline sono poco conosciute, e ancor meno praticate. In più, se nelle estati olimpiche la sete di libidine sportiva ci fa infervorare per una stoccata o pagaiata, tanto grande è l’astinenza da pallone, in febbraio la stagione pedatoria è nel pieno. Mettiamoci pure che gli eroi nazionali in tutina hanno quasi tutti quell’accento farcito come uno strudel di r aspre e verbi incerti (60 dei 113 azzurri saranno trentini, 48 dalla provincia di Bolzano e 12 da Trento): no, l’empatia proprio non scatta. Nel 2006, a dire il vero, i Giochi nostrani di Torino ebbero un seguito inatteso (fu lì che conoscemmo il curling, il “datti all’ippica” del terzo millennio). Ma Vancouver 2010, complice il fuso orario e la misera spedizione azzurra (cinque medaglie, un solo oro) raffreddò l’interesse.

Eppure sempre di sport si tratta. E di sport spesso spettacolari e imprevedibili. La classe del pattinatore addolcisce la potenza dello sciatore. L’energia dello snowboard compensa la fatica del fondo. Bob e salto dal trampolino tolgono il fiato nelle discese con l’aria in faccia. Sport di millimetri e centesimi, di gol segnati col bastone e sprint su lamine sibilanti. Ogni spettatore si appassionerà davanti alle Olimpiadi di Sochi. Basta conoscere lo spettatore che c’è in noi.

1. Spettatore “cult”. Domenica 23, ore 13: Hockey, Finale U

Dici Olimpiadi e subito pensi: finale dei 100 metri. Nei Giochi invernali (altro punto a sfavore) non esiste una gara di simile impatto. Ma quella che forse più si avvicina è la finale maschile di hockey su ghiaccio. Tanto più in questa edizione dei Giochi: dalla dissoluzione dell’URSS, la Russia non ha mai vinto l’oro olimpico. Il presidente Putin però è grandissimo tifoso, e ha una certa predisposizione a gustarsi il massimo dai suoi campioni. Vuole l’oro a Sochi, insomma, e si aspetta molto dalla stella Aleksandr Ovechkin: uno che fa piacere avere al fianco nelle risse sul ghiaccio.

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Alexander Ovechkin posa davanti alla Piazza Rossa, con la maglia dei suoi Washington Capitals e un sguardo poco confidenziale

Alexander Ovechkin posa davanti alla Piazza Rossa, con la maglia dei suoi Washington Capitals e un sguardo poco confidenziale[/caption]

Il Canada, campione olimpico in carica, si presenta ancora favorito con il fenomeno Sidney Crosby. Mai sottovalutare cultori del gioco come i fortissimi svedesi, mentre gli USA arrivano fieri della tradizione NHL e sperano di ripetere ai russi lo scherzetto del 1980, quando lo storico match dei Giochi di Lake Placid ispirò il film Miracle e il discorso motivazionale di coach Herb Brooks/Kurt Russell. Una partita da Hollywood: lo spettatore cult non può perdersi i dischetti volanti nell’ultimo giorno di Giochi.

2. Spettatore “patriottico”. Domenica 9, ore 17.40: Silttino, manche finale singolo U

Armin Zoeggeler è il nostro portabandiera. È il nostro simbolo schivo degli sport invernali. Quarantenne da un mese, carabiniere di Merano, professionista maniacale, divoratore seriale di vittorie (57 in Coppa del Mondo). Nelle ultime 5 edizioni delle Olimpiadi invernali, Armin è sempre salito sul podio. A Salt Lake ’02 e Torino ’06 arrivò pure l’oro: facesse tris, eguaglierebbe l’eleganza senza pari di Deborah Compagnoni e la potenza famelica di Tomba la bomba. Venerdì sfila col tricolore

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Armin Zoeggeler riceve il Tricolore dal presidente Napolitano

Armin Zoeggeler riceve il Tricolore dal presidente Napolitano[/caption]

(«Vado a Sochi per fare il mio mestiere», disse a Napolitano al momento della consegna»), poi sabato e domenica lascia le palme di Sochi (sì, la città sede dei Giochi si trova sul mare) per lanciarsi nel budello di Krasnaja Poljana e dare un’ultima pennellata alla sua leggenda. Lo spettatore patriottico non può staccarsi dal televisore durante la manche decisiva, speriamo quella che ci regali una medaglia, ipnotizzato dalle traiettorie del boscaiolo volante. Come non può perdersi l’altra nostra star, Arianna Fontana dello short track: 500 e 1000 metri saranno un unico grande brivido.

3. Spettatore “storico”. Lunedì 10, ore 16: Biathlon, 12.5 km a inseguimento U

Ole Einar Bjoerndalen è di ventitré giorni più giovane del nostro Zoeggeler, ma ha disputato una Olimpiade di meno. Da Nagano ’98 ha collezionato 11 medaglie, di cui 6 del metallo più pregiato. A Sochi affronterà cinque gare, ed è difficile che possa restare a secco: gli basta un solo podio per eguagliare il record di 12 allori dell’ex fondista Bjorn Daehlie. La seconda finale sarà l’inseguimento, lunedì: per lo spettatore a caccia di appuntamenti con la storia, un momento da non perdere. Bjoerndalen potrebbe anche pareggiare o superare un altro record di Daehlie: 8 ori in bacheca. Anche Noriaki Kasai, saltatore nipponico, corre per un record, ma il suo successo vede ancora meno incognite: la sola presenza gli varrà la palma di atleta più presente ai Giochi invernali (ben 7 volte, da Albertville 1992 in giù). Un mese fa ha trionfato nella gara di Coppa del Mondo a Bad Mitterndorf: cogliesse un oro non così a sorpresa, sarebbe anche il campione più anziano di sempre.

4. Spettatore “talent”. Venerdì 21, ore 17.15: Slalom speciale, 2^ manche D

La storia si manifesta nei record, ma anche nelle prime volte. Quella di Sochi sarà la prima Olimpiade per Mikaela Schiffrin, figlia del Colorado, marzo 1995. E non potrebbe essere diversamente: altro che Vancouver, nel 2010 Mikaela signoreggiava nel prestigioso “Trofeo Topolino” a Folgaria, una sorta di “Torneo di Viareggio” dei giovani sciatori. Un quadriennio dopo, correrà per l’oro nello slalom speciale. Ci arriva da primatista nella classifica stagionale di slalom, forte di tre successi, e da detentrice dell’oro mondiale e della coppa di specialità.

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Bionda come oggi, sul gradino più alto del podio come oggi: la Shiffrin del Trofeo Topolino non ècosì diversa da oggi

Bionda come oggi, sul gradino più alto del podio come oggi: la Shiffrin del Trofeo Topolino non ècosì diversa da oggi[/caption]

Difficilmente andranno a medaglia, ma allo spettatore “talent” non sfuggiranno due ragazzi dal cognome significativo. Nella squadra greca di sci, mercé la cittadinanza materna, gareggia Massimilano Valcareggi: nipote di Ferruccio, il ct di Italia-Germania 4–3. Geni sportivi in famiglia. Geni da star invece nel DNA di Francesca Lollobrigida, classe ’91, nipote di secondo grado della diva Gina. Biondissima, già campionessa italiana su pista, è passata al ghiaccio per gustare l’atmosfera dei 5 cerchi. A Sochi correrà solo i 3000 metri, dice lei «per farsi le ossa». Chissà, lo spettatore talent potrà scoprire una stella di Pyongyang 2018.

5. Spettatore “esteta”. Giovedì 20, ore 16: Pattinaggio di figura libero D

Ci sono singoli momenti sportivi che varrebbero un biglietto di teatro, o di un museo. Una punizione di Maradona, un assist di Steve Nash, un pallonetto di Federer. Delicatezza agonistica che diventa arte. Che dire allora della finale di pattinaggio di figura? Non a caso, lo chiamano “pattinaggio artistico”. Anche il programma uomini non è malvagio, se non altro per la presenza di Evgeni Plushenko: icona leggiadra in lotta contro gli acciacchi e l’appagamento, convinto a prepararsi per Sochi dal Ministro dello Sport Vitaly Mutko in persona. Ma la gara femminile mette in mostra il meglio dell’eleganza, un parterre di protagoniste straordinarie. La corsa all’oro sembra una questione tra la coreana Yu Na Kim, vittoriosa a Vancouver (il suo anno d’oro: Time la inserì tra le 100 persone più influenti al mondo

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) e la giapponese Mao Asada, signora del triplo axel (ne ha realizzati anche tre nella stessa competizione, un primato tra le donne). La nostra Carolina Kostner sembra un gradino sotto, ma dopo tante delusioni la prende da filosofa: «Non ho troppe aspettative, lascerò ancora una volta che sia la vita a sorprendermi». E se la sorpresa fosse una lotta per la medaglia, lo spettatore raffinato saprà diventare tifoso appassionato.

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6. Spettatore “wow”. Martedì 18, ore 18.30: Halfpipe, Finale U

Chi è lo spettatore “wow”? È quello che vuole vedere sport per esaltarsi di gesta funamboliche. Quello che si è fomentato per l’aurelio di Taddei contro l’Olympiakos, e da allora prova (vanamente) a riprodurlo in ogni partita di calcetto. Per lui, il momento da non perdere è l’halfpipe: sulla pista a mezzo tubo, gli snowboarders si inventano pazze evoluzioni per ottenere il punteggio migliore. Spettatore “wow”, segnati un nome: Shaun White. Bicampione olimpico in carica, se è in giornata può produrre una manche perfetta come questa:

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Shaun White in America è un personaggio popolarissimo: icona di stile ribattezzato Flying Tomato (“Pomodoro Volante”) per la sua chioma fiammante, ora tosata, ha un conto in banca da calciatore più che da stella del freestyle. Chitarrista rock, a Sochi vuole dare un’altra scossa di energia al pubblico del suo show: un movimento chiamato triple cork, provato in allenamento, che consiste nel «girare tre volte su se stessi in tre differenti piani di rotazione: orizzontale, verticale e laterale» (fonte: SportWeek). Ci avete capito qualcosa? No, un motivo in più per seguire le nuove imprese del Pomodoro Volante. E queste, per favore, non provate a riprodurle.

7. Spettatore “social”. Mercoledì 19, ore 17.15: Bob a due, Finale D

Quella di Sochi sarà la prima Olimpiade invernale dal boom dei social network. E allora non può mancare lo spettatore che affonda nel divano munito di pc, tablet e smartphone. Ecco la gara da commentare via Twitter: la finale femminile di bob a due. Team USA schiera in due equipaggi distinti Lauryn Williams e Lolo Jones. Se il nome vi suona vagamente familiare, e rammenta piste in tartan piuttosto che ghiacciate, non sbagliate. Williams, sprinter, ha vinto un oro mondiale e un argento olimpico sui 100 piani. Jones, splendida ostacolista, ha mancato l’oro a Pechino per una barriera beffarda. Entrambe sono frenatrici: saranno loro in partenza a spingere a tutta velocità il bob del proprio equipaggio, e l’antica velocità tornerà utile, prima di manovrare le leve che rallentano la discesa. Ma la nomina ha fatto alzare più di un sopracciglio: in tutta America non esistevano due frenatrici di professione? I maligni fischiettano che soprattutto la bella Lolo è stata chiamata come rimpiazzo mediatico, dopo l’infortunio della sciatrice di punta Lindsey Vonn (che avrebbe portato a Sochi pure il compagno Tiger Woods e conseguente circo mediatico). In effetti sono quasi 400.000 i followers di Lolo, che su Twitter cinguetta con regolarità: è di ieri questo video, in cui spiega perché ha un po’ di mal di testa.

Pronti, partenza, via: la corsa del bob si vince a colpi di hashtag.

8. Spettatore “impegnato”. Venerdì 7, ore 17: Cerimonia inaugurale

Non solo sport. Anzi, nel pre-Sochi, lo sport è stato spesso in secondo piano. E, data la quantità di cose belle che offrono questi Giochi (ne abbiamo visto solo un assaggio), è un vero peccato. Si è parlato molto più di due temi: il terrorismo, e l’omofobia. Due attentati hanno scosso Volgograd a fine 2013, qualche centinaia di kilometri a nord di Sochi. Un autobomba è esplosa a gennaio in Daghestan, dalla parte opposta della regione caucasica. È un territorio storicamente agitato da tensioni autonomiste. La minaccia del terrorismo è forte, Putin ha mostrato i muscoli allertando, secondo le stime, tra 50 e 100 mila agenti. Ma qualcun altro ha voluto fare lo stesso col Presidente russo, per rispondere alle leggi molto restrittive nei confronti delle persone omosessuali. Tra i leader mondiali, Hollande, Merkel e Cameron non parteciperanno alla cerimonia inaugurale (che, dicono, svolgerà tutta la potenza storica della Grande Madre Russia). Obama, altro assente, addirittura ha inviato come capo delegazione Billie Jean King, storica tennista dichiaratamente lesbica che però ha dato forfait per assistere la madre malata. Poco male, già inclusa nella squadra di rappresentanza c’era il difensore di hockey Caitlin Cahow. Il nostro premier Letta invece ci sarà, pur con una posizione di dissenso rispetto alle leggi omofobiche. D’altronde l’Italia sogna di ospitare le Olimpiade estive 2024, e mettersi contro i russi non è mossa saggia. I Giochi, fin dai tempi dei Greci, sono anche occasione di Realpolitik. Ma, soprattutto, di spettacolo per tutti i gusti. Che siano giorni di pace e di festa, non di silenzio. Buone Olimpiadi!

Gioele Anni, da piccolo sognava di fare il calciatore per andare ai Mondiali. Ora sogna di fare il giornalista per andare ai Mondiali. Quasi milanese e tutto milanista, mancino incompiuto attualmente in trasferta a Roma: l’unico giallorosso è quello dell’Amatori Hockey di Lodi. @gioeleanni

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