Papaveri, papere e ansie da prestazione — CS S02 E24

Crampi Sportivi
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5 min readFeb 16, 2015

Lo psicodramma della settimana

Il pareggio della Juventus a Cesena e la sconfitta del Napoli a Palermo sono quanto di più emozionante sia accaduto in vetta alla classifica della Serie A in questa giornata. Ora, se consideriamo la forma attuale del Palermo e la difficoltà oggettiva di vincere tutte le partite per una Juventus incisiva e concreta, ma in generale meno brillante rispetto alle scorse stagioni, viene naturale chiedersi cosa sia successo là in mezzo ai due match che hanno aperto e chiuso questa giornata di campionato.

Questo è il bello: niente.

La Roma di Rudi Garcia riesce a contenere i danni di uno zero a zero in casa e mantenere saldo il secondo posto grazie alle occasioni mancate dalle contendenti, ma col Parma ultimo in classifica offre uno spettacolo da narcolessi. Pochi tiri in porta e confusi, zero idee, cross tesi in area che arrivano troppo indietro rispetto al compagno libero.

Il più pericoloso tra i giallorossi è stato Ashley Cole, uno che finora in campo aveva incarnato alla grande lo spirito dello zio più giovane/marito di tua cugina che giocava da terzino prima di accettare il lavoro in banca e che adesso, ogni volta che ci scappa la partitella in famiglia, provi a convincere a rimettere gli scarpini. Sfortunatamente le due occasioni create dall’esterno inglese non sono andate molto più sotto della traversa.

La squadra sembra aver perso fiducia in sé stessa e in una possibile rimonta, sensazione che porta anche i tifosi alle prime avvisaglie di perdita della pazienza.

Il disagio tuttavia è comprensibile, negli ultimi due mesi guardare giocare la Roma — squadra che in quanto a divertimento aveva abituato benissimo gli appassionati di calcio, anche in assenza di trofei-, è un po’ come rivivere la sensazione di una sera d’agosto, chiusi in casa a guardare tutto il Decalogo di Kieslowski, mentre tutti sono in spiaggia, a un falò, a scopare.

I personaggi della settimana

1. Sogno o son Dost?

Il 13 febbraio del 1503, nella piana tra Andria e Corato, 13 cavalieri italiani, capitanati da Ettore Fieramosca, sfidarono in una ronda medioevale 13 cavalieri francesi. Con due giorni di ritardo dal cinquecento dodicesimo anniversario, un cavaliere delle terre di Danimarca e uno dalle terre ancora più a Est di quelle di Catari hanno deciso di sfoderare l’artigliera pesante in una rievocazione di quei fasti.

Ha vinto Dost, forse perchè Durlindana era parecchio affilata, ma il coraggioso Son ha reso la pariglia, infilzando per tre volti il nemico prima di accasciarsi al suolo.

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2. La rivincita di Niang.

Con la sua solita smania da bambino a Natale ( forse memore del fatto di aver posseduto una delle industrie di giocattoli più grandi del Belpaese) Preziosi ha preso il Genoa a Gennaio e l’ha smontato, vendendo Matri e portando in dote Niang: una dote da 38 presenze e 1 gol in tutte le competizioni.

Bene, ma non benissimo.

Solo che il Niang di queste prime quattro partite sembra che si sia ufficialmente iscritto al club di come “l’annata 2014–2015 sia l’esempio di come al Milan non può che andare tutto male”.

Propositivo nella vittoria di Roma contro la Lazio, ieri l’ex Caen ha trovato le sue prime due reti in A, nella goleada contro il Verona.

Uno di opportunismo, l’altro di testa a inerpicarsi. Che la cura Gasperini possa avere buoni effetti anche su di lui?

Spendere soldoni per Mario Gomez era di importanza secondaria, noi assidui e sociopatici giocatori di Football Manager, lo sapevamo almeno dal 2012. No, Khouma Babacar non è e non sarà Freddy Adu: e sta scalando parecchie gerarchie, nella testa di Montella prima, e nei ranking del calcio italiano dopo.

Compendio di quanto sia eleganza nella distruzione e nel suo strapotere fisico è la sfida contro il Sassuolo di sabato.

Assist di tacco geniale a lanciare Salah, bullizza Cannavaro nel secondo gol, e spiazza di precisione Consigli nel terzo.

Come si dice dalle sue parti, Chapeau.

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4. Brown Sugar

Il calcio inglese è un mondo a parte: un mondo dove la domenica si ferma il campionato e si gioca la Coppa Nazionale. Un mondo dove il Bradford, che gioca nella nostra Prima Divisione, approda ai quarti di finale. Il mondo dove dallo scorso anno gioca anche Ideye Brown, in cerca di rilancio dopo un 2014 deludente, che lo ha visto escluso dal suo c.t Keshi dalla partecipazione alla Coppa del Mondo in Brasile. Nella vittoria contro il West Ham, ha dato le basi per una 2015 più propositivo,con una doppietta e numeri questo.

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Keep calm and still work on it Ideye!

Papaveri e Papere

1. Per la Categoria Nuove Proposte: Ionut Pop, classe 1997, da Oradea, Romania.

Ci siamo passati tutti. Di solito a livello amatoriale: il campo è ai limiti della praticabilità e per non si sa quale enorme beffa del destino invece di rimandarti a casa o almeno a mettere qualcosa di caldo per evitare il congelamento ti mandano in campo a cercare di giocare.

Il torneo di Viareggio magari ha più importanza nel panorama calcistico internazionale dello sperduto campo di terza generazione di Roma Sud dove ho rischiato una crisi ipotermica, ma la semifinale tra Roma e Inter sicuramente non andava giocata.

Perché nella vacuità effimera di quel nomen omen, il piccolo portiere giallorosso ha rimediato una batosta da pogo al concerto dei Dimmu Borgir ( e visto tutto il fango in campo, non poteva essere altrimenti). Primo gol regalato, e poi anche espulsione finale con squadra in 8 che perde 0–4.

Poteva andare peggio, poteva piovere: ah no, aspè…

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2. Per la categoria Sogni di Gloria: Sebastian Saja, classe 1979 da Brandsen, Argentina.

Il Cilindro de Avellaneda si é appena alzato in piedi per una standing ovation, visto che è stato appena superato il record storico di Cejas che durava dal 1966. E quindi come alla Scala, anche un tenore scavato come Sebastian Saja puó prendere una stecca terribile, a coronamento della prestazione della vita. Cervi del Rosario se l’accomoda e lo scavalca di cucchiaio, lasciandolo seduto sui scivolosi allori, e facendo un gol bellissimo che regala un successo striminzito nella prima giornata di campionato ai suoi in casa dei campioni in carica.

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3. Per la categoria Ospiti Internazionali: Pawel Wszolek, classe 1992 da Tczew, Polonia.

Accantoniamo ora per un attimo la categoria portieri per concentrarci sull’insensato suicidio del giovane centrocampista polacco, lanciato nella mischia da Mihajlovic per fare turnover pre-derby. Non è stata la mossa migliore, specie se contro si ha un Chievo che sembra ben attrezzato per dire la sua in tema salvezza. E così, dopo il vantaggio di Izco, l’ex Legia Varsavia aiuta un imbarazzato Meggiorini a involarsi a rete e a battere Viviano.

Un horror che Ferrero, dopo l’onerosa campagna acquisti di gennaio, non crediamo avesse intenzione di produrre.

4. i Big dall’estero

La musica di Sven Vath difficilmente rientra nelle categorie delle cose che potrete sentire in un Festival. É uno di quei prodotti di distorsioni e synth adatti per ballare ore più che condividere il palco con Nek e Albano.

Però il trip lisergico che coglie Leno sulla punizione da 45 metri di Naldo per il provvisorio 0–2 è tipico da smascellamento al rave, dove il tipo scivola e si accascia al suolo, proprio come sembra fare il portiere delle Aspirine.

Che poi non sarà neanche la cosa più folle della partita..

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Articolo a cura di Sebastiano Bucci e Simone Vacatello

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