Perché Pastor Maldonado ci mancherà

Crampi Sportivi
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5 min readFeb 3, 2016

Un freddo comunicato nel primo giorno di febbraio. A due giorni dalla conferenza stampa che farà partire la nuova era Renault, Pastor Maldonado ha salutato tutti. E stranamente non l’ha fatto con lo stile che l’ha contraddistinto in pista per tutti questi anni, causando disastri e accumulando figure barbine. No, l’ha fatto con una nota rilasciata sul suo sito personale, in un silenzio amplificato solo dai media che seguono il mondo dei motori.

«Miei cari fan, vi scrivo con rispetto. Negli ultimi giorni ci sono state molte voci sul mio futuro, ma oggi voglio annunciarvi come non sarò sulla griglia di partenza della F1 2016. Voglio ringraziare tutti per i messaggi di supporto e di preoccupazione nei miei confronti. Ringrazio Dio, gli amici, la mia famiglia, gli sponsor che mi hanno sostenuto e tutti coloro che hanno contribuito a realizzare il mio sogno di vedere il Venezuela rappresentato nel mondo dei motori. A presto!»

In realtà, lungo la rete i tifosi avevano captato la possibilità che Maldonado venisse improvvisamente sostituito. E alla notizia del suo addio alla Formula 1 dopo cinque stagioni, non sono mancati i messaggi di supporto alla causa del venezuelano. Nascono hashtag (#SavePastor, per esempio) e c’è chi si schiera apertamente in favore del pilota, che verrà sostituito da Kevin Magnussen, ex collaudatore McLaren e già in griglia nel 2014. Che però non solletica le simpatie di nessuno.

Eppure la domanda sorge spontanea: come può un pilota pagante che ha causato così tanti problemi aver un sostegno così grande alle spalle? Parliamo sempre dello stesso ragazzo descritto così da Mark Webber, ex Red Bull: «Sicuramente lui è il peggiore: la Formula 1 è qualcosa di più grande e lui non dovrebbe esser nemmeno in griglia». L’australiano è accontentato, ma il mondo si strugge (e forse un po’ anche noi).

A causa delle mille peripezie causate dal venezuelano, qualcuno aveva persino creato un counter on-line che teneva conto dei suoi incidenti (lo stesso counter che dal 1 febbraio è in lutto assoluto). Eppure sembrava tutto fatto per il 2016, tanto che Maldonado ha anche parlato bene del suo nuovo compagno, il rookie Jolyon Palmer.

Pastor Maldonado viene ora celebrato in rete e richiesto a gran voce perché è un personaggio: in questi anni, nonostante i risultati non l’abbiano mai messo al centro dell’attenzione e fosse un pilota pagante, il venezuelano ha saputo costruirsi un’identità ben riconoscibile.

Per ricordarlo al meglio, allora è giusto menzionare gli undici passi per diventare un perfetto Pastor Maldonado. Per eguagliarlo al meglio, insomma.

N.B. Vi consiglio di leggervi l’articolo con questo sottofondo: rende di più.

Presentati al meglio distruggendo la tua macchina alla prima gara della stagione

C’è pure la variante fuoco, sperimentata in Lotus.

Curiosità reale: dopo la sua prima e unica vittoria in Spagna, Maldonado deve salvare suo cugino mentre il box Williams va a fuoco. Il motivo? Il cortocircuito di un bocchettone difettoso. Tutte a lui.

Fatti degli amici nel paddock

Come Hamilton.

O Pérez.

O Di Resta.

Con Gutiérrez ci teneva particolarmente.

I’ve got 99 problems, but gravity ain’t one.

Il tuo compagno di squadra è un amico

Sbatti contro il muro nelle prove libere senza un vero motivo

Per due anni di fila. Sulla stessa pista.

Rompi tutto nell’entrata ai box

Roba che Hamilton nel 2007 è un fenomeno.

Cavatela anche nelle situazioni più difficili

Uscire indenni da questo contatto con Chilton a Monaco non era facile.

Guadagnati una reputazione e un’identità riconoscibile

Cerca di avere dei fan riconoscibili

I suoi connazionali lo sono. Uno lo è stato su tutti, l’ex presidente venezuelano Hugo Chávez, che non hai mai mancato di supportare la carriera motoristica di Maldonado tramite i soldi della PDVSA, l’agenzia petrolifera di stato in Venezuela.

Non è un caso che Maldonado si sia sempre definito un socialista («In Venezuela chi è povero può fare sport, perché lo stato lo supporta») e sia stato addirittura una delle guardie d’onore al funerale dell’ex presidente venezuelano.

Non fare promesse che non puoi mantenere

Entra nella storia per qualche motivo

Ce ne sono diversi, in realtà. Può sembrar strano, ma parliamo di un campione della GP2 nel 2010, la categoria antecedente alla Formula 1. Parliamo di un pilota che è stato l’ultimo capace di far vincere alla Williams una gara.

Nel 2012, a Barcellona, Maldonado parte dalla pole: si fa superare da Alonso, ma poi rimonta con una buona strategia e una tenacia di ferro. A tutt’oggi, è l’ultimo pilota ad aver vinto una sola gara di F1.

Anzi, è strano pensare come la Williams degli ultimi due anni sia stata una macchina di gran lunga migliore, eppure Massa e Bottas non hanno ancora vinto una gara. Il 2012 è il miglior anno di Maldonado in Formula 1, con 45 punti all’attivo.

Anche i ritiri vedono diversi record di Maldonado: in cinque anni di F1 non ha MAI finito le prime due gare della stagione. Così come non ha mai concluso il GP di Montecarlo, dove un pochino d’attenzione è la prassi. In 95 GP disputati, Maldonado si è ritirato 32 volte (il 33,7%!).

Sebbene il premio “sorpasso dell’anno” se lo sia aggiudicato Verstappen per quello su Nasr a Spa (in un punto folle), l’olandese sa bene qual è la sensazione dell’esser sverniciati in maniera totalmente folle. L’ha sperimentata a Zeltweg proprio dal buon Pastor.

Altro che Mad Max!

Rilascia un highlight reel della madonna per farti ingaggiare da qualcuno

Done.

Eh, niente, ragazzi. Il manager di Maldonado, Nicolas Todt, ha detto che il venezuelano cercherà di tornare in griglia nel 2017 e che nulla è scritto.

Speriamo nella Manor.

#TeamPastor / #CrashdonadoInOurHearts

Articolo a cura di Gabriele Anello

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