La playlist da ascoltare per le Finals NBA 2017
L’appuntamento tanto atteso sta per iniziare: le Finals NBA pronosticate ad inizio anno, con l’atto III fra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers, è pronto ad iniziare. Il divano è sistemato, la caffettiera è già sul fuoco, i popcorn sono stati acquistati; ma riguardo alla musica, avete caricato nelle cuffie la playlist adatta?
Stephen Curry (MAM)
Dopo l’esplosione del team e il titolo nella prima finale per Golden State, arriva il tributo da parte dei rapper della zona della Baia per i Warriors con menzione particolare per l’MVP Stephen Curry. Curioso il fatto che provenga dall’ex ragazza di Kyrie Irving. Come dite, l’incrocio fra questi due l’avete già sentito?
Lebron James (MAM)
Nelle prime due edizioni dello scontro fra Cavaliers e Warriors, semplicemente il singolo migliore in campo: leader in punti, assist, rimbalzi, stoppate, rubate. Se la prima stagione non è stato sufficiente, nella seconda è arrivata l’impresa: un dominio che si è trasformato in pomposa gloria.
Kevin Durant (RG)
Quando KD la scorsa estate scelse di andare a giocare coi Golden State Warriors, il pensiero di un po' tutti (addetti ai lavori, tifosi e giornalisti) venne sintetizzato dal fulminante tweet di Paul Pierce, non a caso noto come The Truth, che stigmatizzò la cosa con un quanto mai eloquente “IF U CAN’T BEAT ‘EM, JOIN ‘EM”. Purtroppo per Durant, nello spogliatoio dei Warriors qualcuno si è ricordato dell’origine di questa frase, ed ecco che parte questa canzone dei Queen...
J.R. Smith (MAM)
Non è il migliore in campo, ma relativamente allo swag non c’è rivale nei Cavaliers: JR Smith è dominatore assoluto. Nel suo caso non ha ispirato un’associazione ad una melodia o il verso di una canzone, ma un intero rap: a firma Milford Jerome, un intero inno alla gioia dedicato a imprese e pazzie di Swish.
Zaza Pachulia (MAM)
Quando tutto intorno è pieno di frizzi, lazzi e fuochi d’artificio, qualcuno il lavoro sporco lo dovrà pur fare. Uno col poco talento di Zaza per poter giocare assieme al tanto talento dei compagni ha trovato il suo ruolo: blocchi duri, contatti ruvidi, rimbalzi contesi, interventi al limite del regolamento.
Kevin Love (RG)
Allora, già ti chiami Love, e questo non depone esattamente in tuo favore nella lega dei machos. Se poi la sorte ha voluto che tuo zio sia QUEL Mike Love lì, nel roster dei Beach Boys since 1961, è piuttosto difficile che nella playlist che accompagnerà i Cavs sulla strada delle finali NBA non ci sia “Wouldn’t it be nice”!
Draymond Green (MAM)
Un pareggio fra Cavaliers e Golden State anche negli uomini copertina particolarmente sopra le righe dal punto di vista disciplinare: se da una parte c’è JR Smith, dall’altra rispondono con Draymond Green. E se al primo è stato dedicato un rap, poteva non esserne parimenti dedicato uno al secondo?
Iman Shumpert (MAM)
Chi fa da sé, però, fa per tre. Per quanto riguarda il capelluto Iman, questo lo porta a comporre direttamente i pezzi di cui è coinvolto: fra le tante produzioni da lui cantate, scegliamo quella che gli ha portato maggior fortuna, ovvero l’inno dei Cavaliers della scorsa trionfale stagione.
Javale McGee (GA + AC)
Tutti a dirgli che sarebbe stato fuori posto, che sulla Baia il suo basket era buono solo per dare altri spunti a Shaq per massacrarlo. Invece JaValone c'è, è pronto addirittura a prendersi l'anello. Se dovesse tirare un'altra serata come quella contro Portland (15 punti dalla panchina), le voci della sua idiozia esagerata per giocare una finale NBA scemerebbero e scatterebbe il suo momento fatidico: è un attimo che lo troviamo con una Lambo come Rick Ross nel tragitto da San Francisco a Oakland.
Kyrie Irving (MAM)
Dopo lo storico tiro decisivo messo a segno in gara 7 della scorsa finale, Kyrie parlò di Mamba mentality a proposito del suo mindset, guidato dalla stesso killer instict cestistico di Kobe Bryant. Quello, appunto, soprannominato Black Mamba, come lo spietato personaggio di matrice tarantiniana.
Matt Barnes (AC)
Fate spazio al bullo del quartiere, quello che è sempre meglio avere dalla tua parte in certe situazioni. Potrebbe essere, assieme a Green, una variabile importante soprattutto a livello emotivo. È tornato ai Warriors per centrare il bersaglio grande. Con le buone o con le cattive, as usual.
Tristan Thompson (MAM)
Se si pensa ai giocatori più importanti di entrambe le squadre, di primo acchitto non viene mai in mente uno dei meno talentuosi come Tristan Thompson. Tuttavia, col contratto del canadese in scadenza nel 2015, LeBron fu chiaro con la dirigenza su quanta fosse basilare per tentare la scalata al titolo, poi riuscita. Insomma, lavoro di fatica ed energia indispensabile: come canta l’artista che porta il suo stesso nome — ma che ha caratteristiche fisiche e aria diametralmente opposti — , Tristan è qui per te.
Klay Thompson (MAM)
Certo, gli uomini copertina dei Warriors sono Stephen Curry e Kevin Durant. E poi c’è Draymond Green a rappresentare il cuore del team. Ma quando si tratta di sparare triple a canestro, l’altra metà degli Splash Brothers è rappresentata da Klay Thompson: al party delle bombe da tre punti non può mancare!
Reelin’ with the feelin’, moving and a-groovin”
Channing Frye + Richard Jefferson (MAM)
I due ragazzi fecero la propria scelta in un episodio di inizio stagione: pagarono in un jukebox la ripetizione di 12 volte della stessa canzone, “Thong Song” di Sisqo.
Appassionati dalla melodia, avvertirono con educazione della scelta anche i vari clienti all’ingresso.
Condividete la loro ossessione?
Andre Iguodala (RG + AC)
Per Iggy di professione cestista è pronto l’altro Iggy di professione cantante: in Lust for Life, quando il secondo canta dei momenti migliori della sua vita e poi di quelli negativi, sembra tracciare la storia di Andre eroe nelle Finals del 2015 e sottotono, giocando infortunato, in quelle del 2016. C’è ancora sete di vita per l’asso dei Warriors?
James Jones + Danthay Jones + Damian Jones (RG)
Basketball Jones è una scelta obbligata nella playlist quando hai due Jones (James e Dahntay, peraltro curiosamente coetanei) nel tuo roster. E se anche dall’altra parte annoverano un terzo Jones, chiaramente non se ne può fare a meno. D’altro canto, una canzone che annovera un verso che dice “Dennis Rodman in the house” avrà sempre un posto speciale nei nostri cuori.
Kevon Looney , James Michael McAdoo, Key Felder, Edy Tavares (MAM)
Per qualcuno dei ragazzi però sarà difficile dedicare titoloni o collezionare highlight. Anzi, a meno di momenti di garbage time, sarà molto complicato addirittura che assaggino il campo. Insomma…
Articolo a cura di Marco A. Munno, Roberto Gennari e Andrea Centenari, con la collaborazione di Gabriele Anello