PLAYOFF NBA 2014: SECONDO TURNO (IL TRONO E TUTTI I CAVALIERI)

Crampi Sportivi
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5 min readMay 23, 2014
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WEST COAST

Oklahoma City Thunder 4 — Los Angeles Clippers 2

Dopo gara 5 contro Memphis, un giornale locale aveva chiamato Kevin Durant “Signor Inaffidabile”. Il ragazzo, se esternamente sembra non subire nulla né tradire emozioni, un minimo se la deve essere presa. Da quell’ articolo: passaggio del turno con rimonta contro Memphis e serie contro i Clippers giocata da fenomeno, chiusa con questa gara 6. Ciao ciao critiche.

La serie si presentava anche come il duello tra due giocatori freschi di premiazione: Il sesto uomo dell’anno Jamal Crafwford vs il most valuable player della stagione Kevin Durant. Poteva andarci peggio.

Nelle serie di playoff capita spesso che un giocatore non di primo piano esca dal suo cantuccio per contribuire in maniera determinate sul risultato finale. Questa volta, dai vicoli sporchi e cattivi di Rotorua (Nuova Zelanda), è uscito fuori Steven Adams, giovane rookie. Steven è il classico giocatore che se è nella tua squadra ami, se ci giochi contro lo odi: gomiti alti, cuore e polmoni più che estetica, possiamo apprezzare la sua evoluzione all’interno di questa serie.

Anche al secondo turno Rihanna mette i suoi canestri, stavolta durante Clippers — Thunder: prima mette a posto Jeff Van Gundy, poi rischia l’eliminazione.

La gara che ha girato la serie è stata la quinta. I Thunder la vincono dopo una rimonta pazzesca nell’ultimo minuto.

La serie è costata parecchio ai Thunder, dovranno, infatti, fare a meno per il resto del Playoff di Serge Ibaka infortunatosi al polpaccio sinistro. Vogliamo ricordarlo così.

Griffin bloody Griffin.

San Antonio Spurs 4 — Portland Trail Blazers 1

Cosa si può fare avendo l’apertura delle braccia di un pterodattilo e le mani grosse come il piatto corde di una racchetta? Sì può rubare nei distributori automatici passando da sotto, si possono salvare i gattini sugli alberi con facilità, si possono abbracciare molte persone contemporaneamente. E poi si può fare questo. Kawahi, Kawahi, Kawahi!

Gli Spurs venivano da una serie contro Dallas giocata non proprio al meglio. Uno dei peggiori era stato proprio Belinelli. La loro forza è anche che: altra serie, altra corsa. Schiantata Portland 4 a 1, con il Beli che in gara 1 ritrova la sua vena realizzativa.

L’attacco degli Spurs è e sarà materia di studio per i secoli futuri. Popovich apparirà sulle tesi di migliaia di giovani studenti, e andrà bene per tutto: gestione aziendale come filosofia, psicologia come storia del teatro. Qui una piccola analisi della serie contro i Trail Blazers.

Tony Parker fa cose.

EAST COAST

Miami Heat 4 — Brooklyn Nets 1

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Vi spiego un secondo l’intrigo di rancore, odio e rivalsa che gira intorno a questa serie, la quale assomiglia terribilmente alla saga del Trono di spade. Nel 2007/2008 i regni di Kevin Garnett e di Ray Allen si unirono al reame di Paul Pierce ai Boston Celtics. I tre cavalieri + il fido scudiero Rajon Rondo fecero un patto di sangue per vincere il Titolo e giurarono odio al mondo e soprattutto ai re che si succedettero al trono — rispettivamente — Kobe Bryant e Lebron James. Dopo aver vinto subito il Titolo diedero vita a una breve ma intensa dinastia fatta di grande difesa e di armonico gioco d’attacco. Poi venne lo scisma. I 3 grandi vecchi presero strade diverse (e lo scudiero Rondo ereditò il regno di Boston). Ray Allen andò da King James e fu tacciato di altissimo tradimento (vincendo oltretutto), mentre Pierce e Garnett fondarono un nuovo reame a Brooklyn, anch’esso creato su un gruppo forte di giocatori vecchi, cazzuti, cattivi, che quasi si auto allenano, con il coetaneo coach Jason Kidd. Quindi Miami del Re e Ray Allen, contro i “leggermente” rancorosi Garnett e Pierce. Botte.

Inoltre, per non farci mancare nulla, Jay Z (comproprietario dei Nets) si presenta al palazzetto con la compagna Beyoncè, dopo che è stato diffuso il video in cui la sorella della cantante cerca di picchiarlo per qualche oscuro motivo. Chissenefrega direte voi, eh no, perché qualcuno maligna su King James che, prima di piazzare i suoi 49 punti con schiacciate annesse, fa il gaggio con la bella cantante.

Per il resto l’esperienza e la durezza dei Nets non basta ad arginare Miami che vince in 5 gare e va a Indiana a giocarsi la finale di conference.

Non appena finito di scrivere questo pezzo è uscita una vera ricostruzione dei Playoff in stile Game of Thrones, giusto per farmi sentire un idiota, eccola (è spettacolare).

Indiana Pacers 4 — Washington Wizards 2

Gara 1: Indiana perde in casa e ritornano i fantasmi. Indiana che cos’hai? Che ti succede? Noi tutti giù a fare disquisizioni tattiche, con le statistiche sotto gli occhi e i replay delle fasi di gioco che vanno avanti e indietro. Ecco invece la risposta che ci arriva: PAUL GEORGE SI FOTTE LA MOGLIE DI ROY HIBBERT E LO SPOGLIATOIO ESPLODE. Ma dico, ragazzi!

Intanto quel giocatorino di John Wall, che non si fotte nessuno (oddio…), spiega a Indiana che questi sono i Playoff e stoppa tutto quello che si muove.

Al che, come spesso accade a questi livelli, Indiana si sveglia, chiude fuori la porta le voci dei giornali, chiarisce le sue questioni e ritorna a essere la bella squadra che ci ha deliziato quest’anno. Soprattutto torna The Big Man Roy Hibbert e persino Gortat (centro avversario) ci rimane male.

Indiana rinasce e porta a casa la serie, aspettando in casa i campioni in carica, conscia che questo può davvero essere il suo anno.

Nello spogliatoio sembra tornata la pace e questa foto, con i suoi sottotesti ambigui, ci potrebbe far stare tranquilli (forse).

A PRESTO CON LE FINALI DI CONFERENCE

di Gioele Anni, Valerio Coletta e Marco D’Ottavi

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