Quello che non avete visto del primo turno dei playoffs NBA

Marco A. Munno
Crampi Sportivi
Published in
6 min readMay 1, 2017

Finito il primo turno dei playoffs NBA; dei Warriors e Cavs facilmente avanzati, dei belli ma eliminati Westbrook, Antetokounmpo e Paul George, delle fatiche non pronosticate per Celtics e Spurs, della sfortuna Clippers sapete già tutto. Analisi tecniche, immagini delle giocate più importanti, processi agli sconfitti ed esaltazioni dei vincitori si sono già visti in ogni dove. Ma siete sicuri di sapere tutto sulle serie iniziali?

EASTERN CONFERENCE

Cleveland Cavaliers vs. Indiana Pacers

Partenza meno agevole di quello che il punteggio dica per i campioni in carica: nonostante il 4–0, se l’attacco è girato a gonfie vele, la difesa si è rivelata poco affiatata. Per informazioni sulla collaborazione, chiedere a JR Smith, che ancora attende il cinque:

Per quanto riguarda l’aggressività offensiva niente da dire: neanche pellicani rosa fermano Irving e soci.

Tra l’altro son mai risultati efficienti questi pellicani rosa?

Boston Celtics vs. Chicago Bulls

Brutta partenza per i Celtics, contro dei sorprendenti Bulls, forse sottostimati dai padroni di casa:

Poi si fa male Rajon Rondo, costretto ad assistere alle gare solo a bordocampo, ma conciandosi così:

Dove tutti vedono un brutto colpo, però, Nate Robinson vede un’opportunità; dopo averci provato tutto l’anno si rifà sotto per provare a strappare un ingaggio NBA:

Il personale commento alla notizia: “Città di Chicago, sapete tutti che contributo posso dare”

L’ingaggio per KryptoNate non arriva, i Celtics si riprendono e Chicago letteralmente non prende più il canestro:

Toronto Raptors vs. Milwaukee Bucks

Giannis Antetokounmpo rivela al mondo il motivo per cui, 22 anni fa, la popolazione aliena da cui proviene lo lasciò sulla Terra: visivamente è facile vedere come possa dominare il mondo, schiacciando e contemporaneamente toccando il pavimento.

Inoltre i suoi Bucks, così come Clippers, Bulls o Cavaliers che usano la marcia imperiale come jingle che possa destabilizzare gli avversari già durante la presentazione, adotta uno stratagemma simile contro i Raptors. Così è accolto il team dei dinosauri di Toronto in gara 3:

Ma dopo la sconfitta in gara 4, sono i Raptors a rispondere con un cervo, simbolo dei Bucks, che tanto bene non se la passa:

D’altro canto la rivalità “sonora” l’avevano iniziata i Raptors, che sulle stoppate realizzate dai propri giocatori ha associato il rintocco della campana funebre del wrestler The Undertaker:

Onore a Milwaukee per averle tentate tutte, sia in campo, portando i Raptors a una sudata gara 6, sia in quest’ambito sonoro, tentando di distrarre i ragazzi di Toronto al suon di “Born in the USA”:

Solamente: i soggetti per le kiss cam sceglieteli meglio!

… brutto momento in famiglia…

Washington Wizards vs. Atlanta Hawks

Così come lo scorso anno a parti invertite, il gemello Morris a non essersi qualificato per i playoffs va a sostenere l’altro, indossando la divisa del fratello in campo. Stavolta è il turno di Marcus:

Il dubbio serpeggia lecito: se Markieff si infortunasse, Marcus sarebbe pronto per scendere in campo direttamente dalla tribuna senza venir beccato?

Di certo la presenza del fratello in vacanza ha dato ancor più coraggio a Markieff, che al suo esordio in postseason, dopo le accuse di esagerata fisicità da parte dell’All Star Paul Millsap dopo gara 1, non ha avuto peli sulla lingua nel controbattere:

Avvertito di ciò, così ha reagito l’ala degli Hawks:

Notare la reazione del compagno Dennis Schröder

E il pubblico di Atlanta così si è schierato per spingere al pareggio fra le mura amiche il proprio team:

L’ultima parola però è di John Wall, che oltre allo stesso Schröder, con le quali le storie sono tese da un paio d’anni (per un vociferato infortunio del Wizard aggravato volontariamente dal tedesco)…

rivaleggia pure coi sostenitori degli Hawks, salutandoli dopo aver dominato e chiuso la serie in gara 6 ad Atlanta:

WESTERN CONFERENCE

Houston Rockets vs. Oklahoma City Thunders

Dopo la stagione regolare, lo scontro a suon di record messi a segno è continuato fra James Harden e Russell Westbrook. D’altro canto la loro corsa al titolo di MVP è stata serrata e pur non sapendo ancora il vincitore, è chiaro come si tratterà di un arrivo fianco a fianco, come sottolineato qui:

Sul campo è la squadra del primo a trionfare, con un 4–1 in una serie con più di qualche ruggine:

Il gm dei Rockets non l’ha presa benissimo, per dire…

Oppure:

Relativamente alla squadra del secondo, il dominio nello swag è invece incontrastato.

Ovviamente se il leader si presenta conciato in questo modo, il genio di Steven Adams non può che sfoggiare quest’altra mise in conferenza stampa:

Maglietta della NASA: stilettata ai Rockets? Stilettata alla teoria sulla Terra considerata piatta da Kyrie Irving?

Los Angeles Clippers vs. Utah Jazz

Nella serie giudicata ed effettivamente risultata più equilibrata del primo turno, per introdurla a prendere la parola è l’ex Clippers, ora analista tv, Corey Maggette:

Quindi:

  • Rudy Gobert si infortuna dopo sette secondi di gara 1 restando fuori per l’inizio della serie
  • Blake Griffin si fa male a metà di gara 3 restano fuori per l’intera durata dei playoffs
  • Gordon Hayward esce dopo pochissimi minuti di gara 4 per intossicazione alimentare

Insomma, un gufo se ce n’è uno.

Comunque i losangelini, nonostante l’infortunio di Griffin, fanno la voce grossa, ma ne buttano un paio nel finale; andamento simile a quello di questa gara nei palloni trasparenti, in cui il fan adulto dei Clippers spintona il ragazzino fan dei Jazz per poi essere sistemato dalla mascotte mormona:

Los Angeles spinge comunque la serie fino a gara 7; in trasferta va a prendersi la vittoria di gara 6, con la pacatezza del presidente Ballmer circondato da delusi tifosi mormoni:

Tuttavia nella decisiva gara 7, nonostante l’interruzione di Beyoncè impegnata a tirare popcorn in campo…

a superare il turno sono i mormoni. Così da conquistare nuovi aficionados:

Solo Gigione Datome potrebbe risultare più bello!

Golden State Warriors vs. Portland Trail Blazers

Nuovo motto per i Warriors ai playoffs: oltre a quello degli ultimi due anni “Strenght in numbers”, il nuovo recita “Defend our ground”. Come dite, assomiglia a quello dei rivali delle ultime due stagioni, il “Defend the land” firmato Cleveland Cavaliers?

Altra similarità fra le due è il modo in cui liquidano l’avversario: stesso 4–0 come punteggio della serie per superare il turno, i Trail Blazers non possono che arrendersi mestamente.

La teorica sovrapposizione di eventi, ovvero la gara 5 alla Oracle Arena dei Warriors in programma contemporaneamente alla data del concerto già fissato dal cantante Chance the Rapper, non si verifica e ai Blazers ne prendono atto:

Non finisce qui però l’intrusione dei disillusi Trail Blazers nel panorama mondano durante la conclusiva gara 4: non sappiamo davvero come giudicare questo scambio.

San Antonio Spurs vs. Memphis Grizzlies

Gli Spurs si presentano alla postseason con una novità; trovate le differenze fra l’immagine tipica nell’ultima decade:

e quella tristemente attuale:

Vittoriosi comunque nelle prime due partite, in sala stampa ascoltano lo sfogo di Dave Fizdale, coach dei Grizzlies, contro gli arbitraggi giudicati sfavorevoli, chiudendo la conferenza rivolto ai giornalisti coi quadernetti pieni di statistiche con uno scenografico “Take that for data”.

Frase che diventa virale come motto universale:

E come ipotizzato dal ragazzo, viene realizzata pure la maglia ufficiale.

La carica viene recepita dai ragazzi dei Grizzlies, che reagiscono con due vittorie di seguito; fra la terza e la quarta gara, a coach Pop degli Speroni non resta che consolarsi con un vino pregiato, da 850 euro, alla quale associa una mancia di… 5000 dollari. Esatto, vedere lo scontrino per credere!

La serie comunque termina a favore degli Spurs; a dominare Kawhi Leonard, che segna oltre 30 punti a partita e difende come nessuno al mondo: insomma, merita in pieno il voto come presidente ricevuto alle elezioni francesi.

--

--

Marco A. Munno
Crampi Sportivi

Pensa troppo e allora scrive. Soprattutto di pallacanestro.