Quello che c’è da sapere sui Mondiali U20

Massimiliano Chirico
Crampi Sportivi
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14 min readMay 10, 2017

Tutte le info indispensabili per essere preparati al fischio d’inizio della FIFA U-20 World Cup snocciolando davanti ai tuoi amici l’undici titolare del Giappone campione d’Asia.

Avete mai provato ad immaginare gli uffici della FIFA? Io lo faccio spesso e ogni volta ho in testa sempre la stessa immagine di enormi palazzoni di vetro, dove uomini calvi (eh, colpa di Infantino) percorrono in lungo e in largo stanze circolari coperte da una spugnosa moquette nera che diffonde odore di profumo per aspirapolveri Folletto. Questi uomini non parlano tra loro, sembrano tutti concentrati e taciturni, pensierosi: hanno una domanda in testa, un quesito che si sbatte lungo le soffici pareti del cervello e che non li lascia dormire, li tiene incatenati a quell’ufficio, condannati a vivere negli spazi tra una scrivania e l’erogatore dell’acqua naturale. Tutti alla FIFA si chiedono “Come faccio a dare una luce sempre diversa allo stesso identico prodotto?”
Potrà sembrare un problema di poco conto ma tradotto per noi comuni mortali significa: come faccio a rendere interessante il calcio, che è un gioco che ha praticamente le stessere regole da ormai 60 anni, che fa una fatica immensa a innovarsi, dove solitamente vincono sempre gli stessi e dove a cadenza ciclica è necessario uno scandalo per azzerare tutto e ripartire?

Una partita di 25 anni fa, provate a trovare delle differenze. Almeno gli amanti del basket hanno la linea dei tre punti di cui parlare per fare paragoni nel tempo.

Con luce sempre diversa raccogliamo tutta una serie di concetti riassumibili con l’intro dei Mondiali U20 di quest’anno, che dice

The tournament that helped launch the careers of Maradona, Messi and countless others is coming to Korea Republic, and the Match Schedule has just been unveiled.

Mica scemi quelli della FIFA, ti tengono buono col nome di Messi e Maradona e ti danno per scontato l’interesse che dovrebbe suscitare questa manifestazione, perché magari vedrai all’opera tanti giocatori fortissimi, i giocatori del domani e potrai farlo prima degli altri, solo per il semplice gusto di dire “Io ve l’avevo detto che Palmer-Brown diventava un fenomeno!”.

Appassionarsi alle competizioni giovanili è difficilissimo: ad esempio provate a parlarne con i vostri amici e noterete come le due uniche domande di interesse globale siano
1. chi ha vinto?
2. dove è arrivata l’Italia?
Fine. L’obiettivo della FIFA è ovviamente di più ampia portata rispetto alla vostra cerchia di amicizie e le qualificazioni di Zambia, Vietnam e Vanuatu sono la testimonianza che il calcio continua a espandersi, ad arruolare appassionati e nuovi giocatori in qualunque angolo del Mondo, grazie anche e sopratutto a competizioni come la FIFA U-20 World Cup.
Il fattore più interessante di queste competizioni giovanili è la loro irripetibilità lungo il corso della carriera di un giocatore: si può passare dal disputare un Mondiale U20 in giovane età e avere le stimmate del predestinato (evitando di disputarne altri e salendo al livello successivo) oppure si può rimanere imprigionati in quella dimensione, magari disputandone due (evento rarissimo) costringendo poi gli esperti del settore a ulteriori analisi. La frase “Il Mondiale U20 è un’occasione unica nella vita” potrebbe essere l’unica affermazione ammantata di verità all’interno dei proclami FIFA. Tra l’altro provate a indovinare chi è l’unico giocatore ad aver vinto due Mondiali U20 in carriera. Vi tendo una mano: è argentino.

Ahn Jung-hwan e Park Ji-sung sono stati scelti come ambasciatori della competizione.

Quest’anno la massima competizione di categoria si gioca in Corea del Sud (o Korea Republic), dal 20 maggio all’11 giugno, con finale al Suwon World Cup Stadium, un impiantino da 43k posti che 15 anni fa ospitò Spagna — Irlanda degli ottavi di finale dei Mondiali. Tra le 24 squadre che comporranno i 6 gironi non ci sono purtroppo Serbia e Brasile, che si erano affrontate nella finale di due anni fa in Nuova Zelanda ma che non sono riuscite a ottenere il pass per l’appuntamento di quest’anno. Il Brasile tra l’altro è la squadra che ha disputato più edizioni di questo Mondiale e quella che ha disputato più finali. Da ascrivere alle grandi escluse anche il Belgio, a testimonianza che forse qualcosa si sta inceppando in quello che sembrava il roseo meccanismo del calcio giovane e frizzante dei diavoli rossi.
Per sottolineare ulteriormente l’importanza di questa competizione vi basti pensare che al termine del Mondiale di due anni fa circa la metà dei giocatori impiegati nella finale tra Serbia e Brasile ha cambiato squadra nella sessione di mercato estiva e tra questi troviamo: Milinkovic-Savic arrivato alla Lazio, Milan Gajic trasferitosi al Bordeaux, Gabriel Jesus che ha firmato per il City e Andreas Pereira che è andato allo United. Per dirne solo quattro.
In Corea assisteremo alla ventunesima edizione della manifestazione giovanile, che ha nell’Argentina la squadra più titolata con 6 vittorie (ecco perché proprio Messi e Maradona). Il calcio d’inizio è previsto per il 20 Maggio 2017, praticamente nelle battute finali dei vari campionati europei e delle massime competizioni continentali. Provate a immaginare la disperazione del selezionatore francese,che vorrebbe e potrebbe convocare Kylian Mbappè, già trascinatore della sua squadra nell’europeo di categoria, sottraendolo al Monaco impegnato nella lotta per la testa della Ligue 1 e appena eliminato dalla Champions League.

Provate a spiegargli al povero tecnico che probabilmente dovrà rinunciare a questo tipo di giocatore.

L’urna di Suwon ha scelto di scherzare con le squadre inserite nel tabellone, coi bussolotti passati dalle mani di Diego Armando Maradona e Pablo Aimar che, tra un accoppiamento e l’altro, snocciolavano aneddoti interessanti sulle loro passate partecipazioni.

Gruppo A: Korea Republic, Guinea, Argentina, England
Maradona si è detto entusiasta del sorteggio albiceleste, strizzando l’occhio alla possibilità di affrontare ancora una volta l’Inghilterra (memori della partita di quindici anni fa, proprio in occasione dei Mondiali Senior di Korea e Giappone) ma sopratutto di poter giocare contro i padroni di casa, che potranno contare su uno straordinario pubblico. I tifosi coreani lo hanno ribattezzato Il girone della morte ma i Guerrieri Taeguk inizieranno il loro torneo contro la Guinea, sperando di mettere in crisi quello che sembra un duopolio annunciato.

Gruppo B: Venezuela, Germany, Vanuatu, Mexico
Vanuatu, alla sua prima storica apparizione in una competizione FIFA, aprirà le danze nel match contro il Messico, scelto per inaugurare la rassegna (a proposito sempre di catalizzatori di attenzione). Due anni fa toccò proprio alla Germania il comitato di benvenuto per le povere Fiji, al loro esordio nel Mondiale: il risultato fù un imbarazzante 8–1 per i tedeschi, che dovrebbero giocarsi la testa del girone B col Messico. Ma guai ad accantonare il Venezuela. È molto più facile di come sembra e di come l’ho scritto: la Germania triterà le altre tre squadre mentre Messico e Venezuela si giocheranno il secondo posto.

Chaormi è il ragazzo-tigre-mezzo ragazza-mascot della competizione.

Gruppo C: Zambia, Portugal, Iran, Costa Rica
Interessante il confronto tra lo Zambia, fresco campione della CAF U20, e il Portogallo che ha già vinto due volte la World Cup e che può contare su un vivaio sempre florido, trainato dalle accademie di Porto, Benfica e Sporting Lisbona. L’Iran però ritorna a un Mondiale U20 dopo 16 anni di assenza e sarà sicuramente un flashback di emozioni per i giovani iraniani; il Costa Rica ha ottenuto il pass ai danni di Panama per un misero, insignificante gol subito in meno rispetto ai panamensi. Una. Sola. Rete.

Gruppo D: South Africa, Japan, Italy, Uruguay
La nazionale di Alberigo Evani si giocherà probabilmente la testa della classifica contro i campioni di Sudamerica in carica, l’Uruguay. Ma anche il Sudafrica spera di fare la voce grossa nel girone, forte della finale di CAF persa contro lo Zambia. In tutto questo il Giappone proverà ad infilarsi tra le linee nemiche, aspettando un passo falso di Italia e Uruguay per rilanciare la moda dei giocatori a mandorla in Europa.

Gruppo E: France, Honduras, Vietnam, New Zealand
Il Vietnam ritorna a disputare una competizione FIFA a undici anni di distanza dall’ultima volta e aprirà il suo girone contro la Nuova Zelanda. La Francia, campione d’Europa in carica, dovrebbe letteralmente ammazzare il girone grazie alla pazzesca qualità della sua rosa ma occhi puntati anche su Honduras e Nuova Zelanda che, a meno di straordinarie sorprese, dovrebbero contendersi il secondo posto. E forza Honduras ovviamente!

Se volete farvi un’idea su Honduras e Costa Rica e io sono sicuro che volete farlo.

Gruppo F: Ecuador, USA, Saudi Arabia, Senegal
Stati Uniti che si qualificano per i Mondiali forti della prima vittoria assoluta nella competizione continentale ma le altre tre squadre sono state affette dalla sindrome del Perdere con la squadra che poi ha vinto durante il loro cammino continentale. Quindi USA che sembrano favoriti per il primo posto ma occhi aperti su tutte le restanti tre squadre.

La performance degli NCT DREAM, che hanno cantato l’inno ufficiale della manifestazione nonchè slogan ufficiale“Trigger the Fever”, è stata bella quasi quanto l’esito dei sorteggi.

Fase di qualificazione

Superata la ripartizione dei gironi che ammireremo al Mondiale e in attesa delle rose definitive dei convocati, possiamo farci un’idea su quello che sarà il livello delle diverse compagini, analizzando il cammino che hanno sostenuto.
Tolta la Corea, qualificata d’ufficio in quanto paese ospitante, le restanti ventitrè squadre hanno dovuto guadagnarsi il pass per il Mondiale attraverso le qualificazioni continentali. La Corea ha preso parte ad alcuni tornei amichevoli organizzati in casa, per testare la tenuta degli impianti, il livello delle avversarie ma sopratutto la preparazione della squadra. Qualcosa tipo festa patronale dove la Corea doveva arrivare almeno in finale.

Per quanto riguarda la UEFA si fa riferimento all’Europeo U-19 dello scorso anno disputato in Germania e vinto dalla Francia allenata da Ludovic Batelli per quattro a zero in finale contro l’Italia di Paolo Vanoli. Assieme ai nostri ragazzi e ai galletti francesi partiranno anche Portogallo e Inghilterra (sconfitte in semifinale) assieme alla Germania che ha vinto lo spareggio con l’Olanda per l’ultimo dei cinque posti destinati alla confederazione Europea. L’Europeo di Germania è stato un successo per affluenza media degli spettatori (battuto il record del 2009 in Ucraina) e per il livello di calcio elevatissimo espresso dalle compagini: Jean Kevin-Augustin, centravanti del PSG, è stato il capocannoniere della competizione con 6 reti ma ciò che ha attirato di più l’attenzione è stato il crollo della Germania (terza nel girone) e il fallimento della Serbia che non potrà difendere il titolo di campione del Mondo, come già successo in passato a Brasile, Argentina e Francia. Una curiosità: nello spareggio tra Germania e Olanda, l’olandese Michael Vlap è stato il primo giocatore a essere sostituito con la quarta sostituzione, disponibile solo negli extra-time, come ha deciso recentemente l’IFAB.
Un altro piccolo appunto per i novellini: qualcuno potrebbe aver notato i nomi di Evani e Vanoli affiancati alla stessa squadra ma la verità è che non stiamo parlando di due squadre uguali nonostante i giocatori siano pressochè gli stessi! Paolo Vanoli è il tecnico dell’Under 19 che ha perso in finale gli Europei ma al Mondiale ci andrà l’Under 20 di Alberigo Evani, con idee e schemi che potrebbero non essere proprio gli stessi di Vanoli. Questa situazione si replica un po’ in tutte le federazioni ed è per questo che sembra difficile fare dei pronostici.

Comunque siamo stati tritati perché un giocatore italiano ha toccato la coppa mentre entrava in campo. Aveva ragione Gattuso, la coppa non la devi nemmeno guardare!

Discorso diverso per le restanti confederazioni che, in linea con una perfetta adiacenza dei calendari agli impegni delle varie rappresentative Nazionali, hanno organizzato le loro competizioni continentali tutte nella stagione 2016–2017, in modo da rispettare i parametri d’età (non si può partecipare nemmeno se si compiono 21 anni durante il Mondiale) e aiutando le selezioni a preparare al meglio l’impegno.
L’Oceania utilizza l’OFC U-20 Championship, dispuatosi a settembre, scegliendo le due vincenti delle semifinali: quest’anno toccherà a Nuova Zelanda (campione d’Oceania in carica) e Vanuatu partire per la Corea. Eroica impresa per la nazionale di Vanuatu che ospitava la fase finale del torneo: nella semifinale contro le Isole Salomone arriva un incredible gol al 94' messo a segno da Frederick Massing, che ha spedito in paradiso la sconosciutissima nazionale che avrà ora la possibilità di mettersi in mostra. Gli highlights della gara mi hanno messo KO, ho visto questa gente che ha riempito quello che potrebbe essere il più polveroso campetto di provincia italiano e invece è il palcoscenico per una partita che vale tantissimo, vale quanto un biglietto per il Mondiale. Guardate la foto qui sotto, provate a non amare la semplicissima bellezza del calcio. Da questa stagione, inoltre, la UEFA concede due spot diretti al Mondiale giovanile per la OFC, quindi Vanuatu accede alla fase a gironi senza disputare uno spareggio.

La gioia al gol del pari durante Vanuatu — Isole Salomone.

In ottobre si è disputato l’AFC U-19 Championship, passaggio fondamentale per le compagini asiatiche (che sono ben quattro al Mondiale): ad aggiudicarsi la vittoria nei quarti di finale sono state Giappone (poi campione della rassegna), Arabia Saudita, Iran e la sorpresa Vietnam! Nonostante i luoghi comuni che vedrebbero la scuola giapponese come l’unica in grado di competere fuori dai confini continentali, la Nazionale del Sol Levante ha ottenuto il suo primo titolo assoluto U19 proprio quest’anno, battendo in finale l’Arabia Saudita ma solo ai calci di rigore. Il Vietnam, dopo aver sorpreso tutti con la fortunosa vittoria sul Bahrain padrone di casa, proverà ancora una volta a lasciare il segno sperando in altri gollonzi fortunati di Tran Tranh e nella presa sicura del suo sopraccigliuto portiere.

A metà video si sentono dei suoni tipicamente orientali che fanno letteralmente impazzire.

Il Sub-20 sudamericano da sempre rappresenta un appuntamento fisso per gli scout di mezzo mondo a caccia di talenti giovanissimi: le 6 squadre che si qualificano per la fase finale disputano un campionato di sola andata, privo di playoff finali e di emozioni spesso. Diciamo che data l’enorme mole di talento sarebbe comunque un tantino più avvincente vedere le squadre sfidarsi in partite ad eliminazione diretta. Per il pass mondiale vale ovviamente il piazzamento finale, che quest’anno ha premiato Uruguay, Ecuador, Argentina e Colombia in quest’ordine, con la celeste che ha concluso il torneo al primo posto con 12 punti. L’ultima volta che l’Uruguay si è laureato campione, in campo c’era Enzo Francescoli.

Più lo guardi, Francescoli, e più ci vedi Diego Alberto Milito. È un giochino che funziona ogni volta.

Nel Nordamerica, terreno CONCACAF, il torneo si compone invece di una doppia fase a gironi dove solo le prime due della seconda fase accedono al Mondiale: Stati Uniti, Messico, Costa Rica e Honduras si giocheranno la manifestazione coreana, con gli USA pronti a inseguire il primo successo mondiale forti della prima gioia continentale U20. Sfumato il sogno del Messico di raggiungere il 13 titolo, tante lacrime per i Trì.
Il lotto delle classificate si conclude con le quattro semifinaliste del CAF U-20 Championship, il torneo africano, che ha visto Zambia, Sudafrica, Senegal e Guinea prevalere sulle altre compagini. I padroni di casa dello Zambia si sono laureati campioni a fine torneo e nessuno avrebbe probabilmente investito un euro su di loro. Nemmeno loro stessi, ovviamente.
La vittoria arriva però in un tabellone privo della Nigeria che a livello giovanile è la squadra africana più vincente di sempre.

Secondo chi lo ha pensato, il logo del Mondiale fonde la cultura tipica coreana a dei colori vividi che dovrebbero ricordare la gioventù.

Come funziona il torneo

La Coppa del Mondo U20 si gioca ogni due anni proprio per permettere a tutti i ragazzini più interessanti del pianeta di vivere questa esperienza. Il primo torneo è stato disputato precisamente 40 anni fa, in Tunisia e fù vinto dall’Unione Sovietica ai calci di rigore. La squadra più titolata di sempre è l’Argentina, con sei vittorie, seguita dal Brasile fermo a cinque e dal resto del mondo che si è diviso le altre nove edizioni. In principio era la FIFA World Youth Championship ora diventata FIFA U20 World Cup, un cambio nome che è lo specchio di una riforma dell’intera manifestazione.
Le squadre sono 24 ma solo dal 1997 a oggi: nelle prime edizioni il Mondiale era aperto a sole 16 squadre divise in quattro gironi e la rappresentativa campione in carica non gode del diritto di poter difendere il titolo. Le squadre vengono divise in sei gironi dove si qualificano le prime due classificate più quattro migliori terze, come nell’ultimo Europeo.

Il premio individuale più interessante della manifestazione è l’Adidas Golden Ball. Tra i vari giocatori che si sono piazzati sul podio finale spiccano (per interesse e gusti personali)

  • Ramon Diaz, argentino. Terzo classificato nel ’79, in Giappone, alle spalle di Maradona e Julio Cesar Romero. Famoso perchè da allenatore del River, ha preso le distanze dalla squadra e dalla sua retrocessione in B durante un coro dei tifosi del Boca Juniors.
  • Zvonimir Boban, detto Zvonne, croato. Secondo nell’87 in Cile dietro al connazionale Prosinecki. Non so perché ma è uno dei primi ricordi calcistici che ho assieme ad Ibrahim Ba.
  • Marcelo Danubio Zalayeta, uruguaiano. Secondo nel ’97 in Malesia davanti a Pablito Aimar. Zalayeta era bello, era tutto tondo e discretamente in gamba, mi ricordo che nel Napoli decise un Napoli — Inter con un gol e in quella partita i giocatori biancazzurri presero tutti almeno 6.5 al fantacalcio.
  • Seydou Keita, maliano. Miglior giocatore nell’edizione in Nigeria del 1999.
  • Javier Saviola, Andrès D’Alessandro e Djibril Cissè, podio franco-argentino del 2001. Tre giocatori di cui forse abbiamo potuto godere troppo poco.
  • Ismail Matar e Dudu Cearense, uno degli EAU e l’altro brasiliano, entrambi arrivati davanti a Daniel Alves 2003. La vita è davvero impari nelle gioie.
  • Maxi Moralez, detto El Frasquito, argentino. Secondo in Canada nel 2007 dietro a Sergio Kun Aguero e davanti a Giovani Dos Santos. L’incarnazione perfetta, a mio parere, del prototipo di giocatore che spesso risalta in una competizione del genere.
  • Dominic Adiyiah, ghanese. Miglior giocatore al mondiale del 2009 in Egitto, al termine della competizione viene acquistato dal Milan per 500mila euro. Oggi gioca nel Nakhon Ratchasima F.C., in Thailandia.

Altri giocatori degni di nota: Sergej Milinkovic-Savic, Paul Pogba, Alex Teixeira, Giuliano Victor de Paula, John Obi Mikel, Taye Taiwo, Lionel Messi e Diego Armando Maradona, ovviamente.

L’Adidas Golden Shoe è invece il premio che va al capocannoniere della competizione. Ecco a voi una sfilza di nomi di giocatori che sono rientrati tra i primi tre di ogni edizione, nella speranza che i loro nomi vi ricordino qualcosa:

Geovani Faria da Silva
Oleg Salenko
Joseba Etxeberria
Adailton (proprio lui)
David Trezeguet
Adriano Leite Ribeiro (il più forte centravanti degli ultimi 30 anni)
Eddie Johnson
Fernando Cavenaghi (ha una storia pazzesca alle spalle)
Fernando Llorente
Vladimir Koman (perché?!)

L’Adidas Golden Glove, infine, esiste solo da quattro edizioni e serve a premiare il miglior portiere della competizione. In quattro anni i vincitori sono stati

  • Esteban Alvarado, miglior portiere nel 2009. Costaricano, oggi è il portiere del Trabzonspor. Nel 2011 era in campo con la maglia dell’AZ Alkmaar quando un tifoso ha fatto il suo ingresso in campo colpendolo: Alvarado ha reagito all’attacco e l’arbitro lo ha espulso.
  • Mika, miglior portiere nel 2011. Colombiano, è il secondo di Vito Mannone al Sunderland. Nel tempo libero è giudice di XFactor Italia ma quello che tutti si son sempre chiesti su di lui è
  • Guillermo de Amores, miglior portiere nel 2013. Uruguaiano, è rimasto a difendere i pali del Liverpool di Montevideo e cliccando Play conoscerai anche la sua simpatica mamma.
  • Predrag Rajkovic, miglior portiere nel 2015. Serbo, oggi è l’estremo difensore del Maccabi Tel Aviv e di lui si parla un gran bene.

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Massimiliano Chirico
Crampi Sportivi

Da piccolo avrei voluto fare hockey su ghiaccio ma vai a spiegarglielo a mio padre. Oggi la mia vita sarebbe diversa.