Quello che non avete visto del secondo turno dei playoffs NBA

Marco A. Munno
Crampi Sportivi
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5 min readMay 16, 2017

Dopo la prima puntata relativa al turno iniziale dei playoffs NBA, passiamo in rassegna quello che può esservi sfuggito delle semifinali di Conference, ma proprio non dovete perdervi. Credevate di sapere già tutto del percorso netto dei Cavaliers e dei Warriors, oltre ad esservi gustati gli equilibrati scontri fra Celtics e Wizards e fra Spurs e Rockets… vedremo!

WESTERN CONFERENCE

Golden State Warriors vs. Utah Jazz

Se dovessimo scegliere una descrizione iconografica per raccontare come i Warriors abbiano dominato i Jazz nella serie, niente sarebbe migliore di Curry che attacca assillando col suo ball handling il malcapitato totem difensivo Rudy Gobert:

Miglior palcoscenico per il francese sarebbe la dancefloor

… ma non sappiamo bene se quella della discoteca o altre!

Lo scontro è stato particolarmente sentito dall’orso ballerino Green, visto che da universitario fu eliminato nel 2010 dal torneo nazionale per un fallo subito da Hayward, ora a Utah, non sanzionato:

Draymond quindi si è ritrovato in faida con l’intero stuolo di fan dei Jazz:

Però alla fine un autografo sul contatore delle sue simulazioni lo firma!

Con un 43,5% da 3 punti nella serie, con l’acuto di una tripla doppia messa a segno in gara 4, nel corso del cappotto rifilato dai Warriors al malcapitato team mormone, è stato però lui ad avere l’ultima parola:

Ai sostenitori dei Jazz non è rimasto, fra i ringraziamenti per la bella stagione ai propri beniamini, che chiedere a gran voce ad Hayward di rinnovare il contratto in scadenza questa estate, per provarci di nuovo la prossima stagione:

Tornando invece ai vincitori della Baia, i discorsi della stampa sull’esagerato e “noioso” dominio nei playoffs hanno annoiato non poco non poco lo stesso Green e il suo compare Kevin Durant:

E non sono state risparmiate le prime frecciate ai Cavaliers, in proiezione dello scontro di finale pronosticato fra le due franchigie:

San Antonio Spurs vs. Houston Rockets

A proposito di ballerini: non l’avreste mai detto, ma i geni di Rudolf Nureyev e quelli di Fred Astaire son stati trapiantati in James Harden.

Non poteva essere altrimenti: il Barba questa stagione ha rivitalizzato tutti i sostenitori dei Rockets.

Forse qualcuno un po’ troppo:

Addirittura, a volte neanche l’eccezionale Kawhi Leonard è parso in grado di superare i suoi Rockets:

Nella fondamentale gara 5, però, al mancino di James Harden si è opposto l’immenso Manu Ginobili, nella giocata singola migliore dell’intero round:

Il nostro secondo danzatore ha ritrovato la medesima colonna sonora:

Gli orizzonti di Manu, invece, in uno degli ultimi momenti della sua straordinaria carriera, son diventati infiniti; sarebbe in grado di fermare l’ex presidente Obama…

di dominare il mondo…

… e addirittura di fermare il più grande di tutti.

Harden è rimasto così scioccato da scomparire in gara 6, con un apporto evanescente che ha consegnato la vittoria agli Spurs della serie con uno scarto di 39 punti; è quindi il caso di aggiornare il premio di MVP per il quale il Barba è in lizza da inizio stagione:

Mentre passano gli anni e passa addirittura Tim Duncan, ma a confermarsi nelle vette della Western Conference rimane coach Popovich:

EASTERN CONFERENCE

Boston Celtics vs. Washington Wizards

A differenza del Monaco del suo gemello disperso Mbappé, i Boston Celtics di Isaiah Thomas hanno conquistato il passaggio al turno successivo:

Non è stata di certo una passeggiata; come nella scorsa serie, infatti, i Wizards hanno spostato l’asse dello scontro sul piano nervoso: guida il leader John Wall…

… dai, ragazzi, credete davvero che invece di “hoe” abbia pronunciato, come ha rettificato, “O”, ovvero il nomignolo di Otto Porter?

Ma il più originale è stato l’ex “italiano” Jennings, che ha deciso di impedire a Rozier che aveva appena perso una scarpa, di rimettersela:

Come risposta, in gara 6, con la serie sul 3–2 per i Celtics, sono stati i bostoniani a presentarsi al campo di Washington vestiti tutti di nero, a voler preparare un funerale ai Wizards. I quali sono usciti però vittoriosi con la tripla decisiva di John Wall…

… il quale, dopo l’esultanza sul tavolo di commento, confessata poi in sala stampa al sodale Bradley Beal…

non ha certo riservato parole al miele per i biancoverdi:

Nel duro scontro fra queste due franchigie lo stesso Thomas finisce nel rimetterci un dente. Arriva automatica la sua apertura un account personale su Twitter: non parliamo del folletto cestista, ma proprio del dente!

Subito il dente ha reso omaggio al talento del suo proprietario, dichiarandolo MVP:

In questo caso, invece di Most Valuable Player, l’acronimo MVP assume un altro significato

L’affiatamento fra i due era tale da saltare contemporaneamente gli allenamenti:

Insomma, ognuno dei due sente l’assenza della sua metà: che teneri!

Conseguenza naturale per un protagonista così indipendente è la maglietta che lo riguardi:

Lo dicevano della verità che the truth can’t be handled, ma la definizione va aggiornata: “Non puoi fronteggiare il dente!”

D’altro canto, l’unico a pareggiare la sua vitalità è Oubre, scatenatosi a fine stretching di gara 6:

Il migliore della serie nel volarsene via non è stato tuttavia il dente; il premio spetta infatti di diritto a Bradley Beal, autore di questa simulazione:

Ripetuta anche nella decisiva gara 7:

Si poteva quindi mai evitare di renderlo protagonista sulle note del solito motivetto?

Cleveland Cavaliers vs. Toronto Raptors

Lo scontro è stato dominato talmente dai Cavaliers che Re LeBron James può decidere di prendersi una birretta durante la gara…

…o di consigliare un miglior paio di scarpe al tifoso che assiste alle sue performances dalla prima fila:

L’unica cosa che potrebbe impensierirlo è la presenza equivoca, con quella mise, di JR Smith che durante la conferenza stampa lo scruta di nascosto…

Lo stesso JR Smith che ha dichiarato che quando non gioca, non guarda quasi per nulla i playoffs: l’unica cosa ad attrarlo in televisione è Golf Channel.

In pratica, con uno così bizzarro meglio farci squadra che averlo come nemico: a proposito di vestiario, sono proprio Lebron & JR a non permettere a Channing Frye l’intervista di fine serie a torso nudo perché, insomma… crede di essere una rockstar?

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Marco A. Munno
Crampi Sportivi

Pensa troppo e allora scrive. Soprattutto di pallacanestro.