Roma-Milan, analisi tattica

Crampi Sportivi
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8 min readDec 22, 2014

Che sarebbe stata una Serie A agguerrita, lo avevamo ipotizzato tutti scorrendo le rose ed i calendari con gli impegni più o meno intensi delle varie squadre. La 16esima giornata, ultima del 2014, e particolare visti i due insoliti anticipi del giovedì dovuti alla Supercoppa Italiana, ci da l’opportunità di apprezzare alcuni interessanti incroci, su tutti la doppia sfida nell’asse Roma/Milano, che può accorciare ulteriormente la classifica. Undici squadre sono infatti raccolte in dieci punti (dal Napoli terzo con 27 al Verona tredicesimo con 17), e di conseguenza la lotta al terzo posto e’ combattutissima (dato per scontato che i primi due siano già assegnati), ma una bella sfida sembra esserci anche nella zona bassa, dove — Parma a parte, che sembra già spacciato e non solo per motivi di campo — tutto può essere ancora discusso. Presto per dare giudizi, ovvio, ma qualche indicazione si può comunque già trarre.

La Roma

Seconda miglior difesa (11 gol, dietro soltanto alla Juve con 7) e secondo miglior attacco (28 gol, dietro ancora alla Juve ed alla pari del Napoli, con una partita in più), che valgono l’attuale secondo posto (a 35 punti, con un potenziale -1 dalla capolista). Questi i dati stagionali della Roma, che al secondo anno della gestione Garcia sta scoprendo nuove certezze ma anche nuove debolezze, nel punto probabilmente più delicato del proprio percorso. Il lanciatissimo inizio di campionato, con livello di gioco e risultati alla pari dei bianconeri, non era stato minato neanche dallo scontro diretto, che aveva però fatto venire meno un po’ di serenità. Di positivo resta comunque una squadra che gioca e bene a calcio secondo dei principi ormai ben assimilati e con una mentalità vincente, che riesce a trovare forza anche in giocatori magari inaspettati come Holebas o Nainggolan, autori di prestazioni di primissimo livello. Come spesso accade, questo potrebbe essere il momento giusto per fare il definitivo salto: dimostrarsi più forti della situazione, trovare dentro di sé le energie e superare tutto, per puntare con più decisione alla meta finale.

Il Milan

La squadra di Inzaghi e’ al settimo posto in classifica con 24 punti, uno in più della Fiorentina ottava e due in meno di Genoa, Samp e Lazio, che occupano attualmente il terzo posto, ovvero l’obiettivo stagionale dei rossoneri (che puntano unicamente ad un posto nell’Europa che conta). 18 i gol subiti (ottava difesa alla pari con l’Atalanta) e 25 quelli realizzati (quinto attacco) sono i numeri che mettono in mostra i punti di forza e i punti deboli del Milan, ovvero una squadra che subisce relativamente tanto ma può contare su un attacco prolifico, anche se poco distribuito (17 reti sono state realizzate da soli tre giocatori: otto Menez, sei Honda e tre Bonaventura). In una valutazione generale la cosa e’ comunque abbastanza normale, essendo una squadra ‘nuova’ con un allenatore esordiente, e quindi le difficoltà sono accettabili, considerati anche il livello generale dei giocatori a disposizione, le continue sperimentazioni (i terzini, il falso nueve, le mezzali), gli infortuni ed i rientri (Montolivo su tutti), e il calendario non particolarmente facile. Di buono, per Inzaghi, c’e’ la nuova serenità data all’ambiente e le continue rassicurazioni sullo stato della squadra, capaci di cancellare anche il ricordo dei fischi dopo la sconfitta interna col Palermo.

Le formazioni

I due allenatori confermano i loro moduli base, schierando quindi entrambi un 4–3–3, che vede parecchie similitudini in termini di caratteristiche. Per la Roma, De Sanctis tra i pali viene protetto da una linea a quattro con Yanga Mbiwa e Manolas centrali (Astori e’ squalificato e Castan, come sappiamo, e’ stato appena sottoposto all’intervento alla testa), e Maicon ed Holebas sulle fasce, con quest’ultimo preferito a Cole. Il terzetto di centrocampo, data l’assenza di Pjanic per squalifica, vede De Rossi riferimento centrale lasciando quindi Keita e Nainggolan come mezzali, rispettivamente a destra e sinistra, con l’olandese Strootman che si accomoda ancora in panchina visto il non pieno recupero fisico dopo il lungo infortunio. In attacco Totti dal primo minuto viene affiancato da Florenzi e Gervinho, preferiti quindi ad Iturbe, nuovamente a Destro ma, soprattutto, a Ljajic, in uno stato di forma eccellente. Nel Milan conferma ancora per Diego Lopez in porta, che sembra dare molta più sicurezza rispetto al collega Abbiati, mentre la difesa, con Abate, De Sciglio e Rami infortunati, ed Alex ancora non al meglio, e’ tutta da reinventare, e vede quindi in campo Zapata e Mexes al centro con Armero e Bonera sugli esterni. De Jong agisce a centrocampo affiancato da Montolivo, alla seconda consecutiva da titolare, e Poli, che vince il ballottaggio con Muntari, lasciando spazio a Bonaventura di fare l’attaccante esterno, opposto ad Honda, con il francese Menez falso nueve centrale. Per El Shaarawy e Torres quindi niente maglia da titolare neanche in questa occasione.

Le squadre in campo

Sul campo

Alla Roma piace il possesso palla. De Rossi non sta vivendo un gran momento e Keita si e’ dimostrato spesso più affidabile, più mobile e migliore qualitativamente nei passaggi. Schierarlo come mezzala potrebbe quindi servire a liberarlo da compiti tattici ed avanzarlo nel palleggio (lasciando a De Rossi il compito di coprire gli eventuali buchi lasciati dalle sgaloppate di Maicon) ed aumentando l’impostazione a centrocampo, che vivrà anche delle discese di Totti — sempre libero di spaziare — incaricato di lanciare Gervinho. Sorprende l’esclusione di Ljajic, giocatore tecnico che avrebbe potuto dare molto fastidio alla difesa, anche se Florenzi ha già dimostrato di essere un ottimo giocatore, fisicamente e tatticamente. Il Milan preferisce le transizioni e lasciar correre gli uomini davanti, tra le discese di Menez e i tagli degli esterni d‘attacco, anche perché sa di avere un centrocampo di qualità molto inferiore agli avversari. Importante il ritorno di Montolivo, che toglierà molti doveri di impostazione al collega De Jong, si spera aumentando la circolazione di palla. Fondamentale la zona sinistra di campo (destra per la Roma) che si rivelerà chiave per le sorti del match, essendo di competenza di Maicon, e in base alla quale Inzaghi ha probabilmente fissato la sua strategia, con Montolivo mezzala (l’ex viola e’ più statico rispetto a Poli, piu’ bravo a spingere ed inserirsi) e Bonaventura più avanzato per approfittare degli spazi.

Il primo tempo

A differenza (purtroppo) delle aspettative, la partita inizia ad un ritmo molto basso. Entrambe pressano alte e mostrano difficoltà notevoli nell’impostazione del gioco, trovandosi spesso all’unica soluzione del lancio lungo o comunque alla rinuncia della costruzione palla a terra.

Costruzione Roma

Il Milan in fase di non possesso

Costruzione Milan

La Roma in fase di non possesso

I notevoli progressi del lavoro di Inzaghi nella fase di non possesso del Milan sono evidenti, in quanto la sua squadra appare molto organizzata e ben messa dal punto di vista tattico. Il 4–5–1, composto con l’arretramento degli attaccanti esterni, si ricompatta velocemente all’indietro su due linee che rimangono comunque alte per chiudere subito tutte le linee di passaggio e soprattutto togliere le verticalizzazioni, e grazie al pressing alto non viene dato il tempo ai giocatori della Roma di provare la soluzione in profondità. Notevolissimo in questo senso il lavoro di Bonaventura, protagonista più in fase difensiva che in attacco, che intercetta più di un pallone bloccando molte iniziative avversarie, ed ottimo anche il lavoro in uscita dei difensori a prendere subito i diretti avversari al momento della ricezione.

La partita difensiva di Jack Bonaventura

Si sente nella Roma la mancanza dei piedi di Pjanic, ma anche la non ottima condizione fisica di Maicon, colpito da una piccola infiammazione nel riscaldamento, che blocca praticamente il terzino brasiliano limitandone molto il raggio d’azione.
Per gli attacchi ci si affida quindi a due soluzioni. La prima vede Totti scendere basso per portare via l’uomo e lanciare in profondità il compagno; la seconda consiste nello spostamento di posizione di Gervinho. L’ivoriano, che parte a destra del tridente, viene prima accentrato e poi dirottato sulla sinistra, dove Garcia intravede una possibile chiave di svolta del match: Honda e’ infatti meno partecipe alla fase difensiva e Bonera sembra meno affidabile in marcatura. Alle sgroppate dell’ex Arsenal si aggiungono quindi le discese di Holebas con i successivi tentativi di cross, sul quale si evidenzia però il punto debole della Roma di non avere in campo dei veri uomini d’area capaci di sfruttarli a pieno.

La prima azione pericolosa della Roma, ovviamente in velocità

Totti scende, Florenzi si inserisce

Gervinho a destra, subito raddoppiato

Totti va a destra, Gervinho si sposta al centro

Florenzi a destra, Gervinho a sinistra

Sulla sponda rossonera, detto dei meriti in fase difensiva, c’e’ molta più difficoltà davanti. La squadra si affida alle ripartenze ed alle verticalizzazioni immediate, sfruttando i recuperi a centrocampo ed il fatto che la Roma, durante gli attacchi, porti molti uomini in avanti, ma le cose non funzionano come previsto. Menez e’ fuori dal gioco, non abbastanza coinvolto e anzi pescato due volte in fuorigioco, Bonaventura si sacrifica troppo in difesa ed Honda non e’ incisivo.

La partita difensiva di Mexes

Sebbene la seconda parte del primo tempo sia un po’ più vivace, con la presa di coraggio della Roma che avanza il baricentro — spostando avanti il campo d’azione di De Rossi — e spinge di più, le uniche azioni degne di vera nota sono un rigore (abbastanza clamoroso in realtà) non fischiato ai giallorossi per un fallo di mano di De Jong ed un tiro dai 41 metri di distanza di Mexes diretto all’incrocio dei pali, sul quale De Sanctis compie un grande intervento evitando quello che sarebbe stato un gol che definire clamoroso sarebbe riduttivo.

A Mexes non gliene frega nulla della realtà

Si chiude al 45’, senza recupero, un deludente primo tempo incapace di regalare emozioni degne del tenore della sfida.

Il secondo tempo

Nonostante i problemi emersi durante la prima frazione, nessuno dei due allenatori sceglie di cambiare le carte in tavola. Paga soprattutto la Roma, a cui serve qualità, e che ritorna in campo con un atteggiamento troppo passivo, subendo la maggior vena dei rossoneri che sembrano molto più ispirati. Si sveglia in particolare Menez, giocatore di classe superiore — oltre che capocannoniere di squadra con otto gol — che si muove in maniera notevolmente maggiore rendendosi più propositivo.

La partita offensiva di Menez, uno dei due falli a centrocampo se l’è guadagnato facendo tunnel di tacco a Manolas

Il cambio (quasi) automatico, Ljajic per Florenzi, tarda ad arrivare, venendo chiamato da Garcia soltanto al quarto d’ora. E’ al 25’ però che la partita cambia realmente, con Armero che prende il secondo giallo (chiaro fallo di mani) lasciando i suoi in dieci, e costringendo Inzaghi a togliere Honda in favore di Alex. Con la superiorità numerica, l’allenatore francese si spinge inoltre ad una seconda soluzione, ovvero togliere De Rossi per una punta, Destro, per alzare la pericolosità davanti rinunciando al filtro — ormai inutile — davanti alla difesa.
Inzaghi lascia al solo Menez il compito di fare reparto, inserendo forze fresche a centrocampo con Muntari al posto di un Poli autore di una generosa prestazione. Quasi in contemporanea, nel gioco delle mosse e contromosse, Garcia toglie Maicon per Torosidis, subito protagonista con un tiro alto sull’unico errore di lettura di Diego Lopez.

La partita difensiva di Manolas, PERFETTA

E’ il momento della partita in cui saltano tutte le distanze e le tattiche, con la Roma che attacca in massa — lasciando dietro di fatto soltanto Manolas, insuperabile nell’1v1 — ed il Milan tutto chiuso negli ultimi trenta metri. Il problema per i giallorossi e’ rappresentato però dalla qualità degli attacchi, che nonostante le forze fresche risulta imprecisa e poco lucida, con cross calibrati male e conclusioni fuori bersaglio in maniera quasi grottesca.

Le conclusioni

Nonostante lo zero a zero finale, e’ ben chiaro quale sia la squadra che esce vincitrice dall’Olimpico e chi invece dovrà rammaricarsi di più. Era una buona occasione, per la squadra di Garcia, di stare agganciata alla Juventus e dare morale all’ambiente, senza dimenticare che era una partita casalinga con l’avversario in inferiorità. Per il Milan si conferma il trend positivo dei pochi gol subiti e più in generale il processo evolutivo che sta portando a delle certezze anche dietro (vedasi Mexes) e ad una squadra che sembra giocare secondo degli schemi definiti anche con le riserve.

Di Roberto Cataldo

Articolo pubblicato anche su Sistema WM.

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