Sessismo sul podio

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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7 min readAug 16, 2016

Ogni volta che vedo immagini come questa

o assisto a classifiche edificanti come queste

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per di più impreziositi, al loro interno, da testi come questo:

“(Hellen Hoog) — membro della squadra olandese di hockey su prato, con la quale ha vinto due ori olimpici, due coppe del mondo e tre campionati europei, ma nonostante tutti questi successi Hellen e le sue compagne di squadra vengono apprezzate maggiormente per il loro aspetto fisico piuttosto che per il loro ottimo lavoro nel maneggiare il bastone”

ecco che nella mia testa parte Lithium dei Nirvana. “I’m so happy because today I’ve found my friends … They’re in my head..”, va tutto bene.

Gli amici nella mia testa sono tanti: rispetto, dignità, parità, empatia, e devo dire la verità, non sono molto contenti dell’approccio con cui la stampa commenta il corpo delle donne impegnato a torcersi, tuffarsi, a fare tutte quelle cose che solo con costanza, impegno e rigore si riuscirebbe a raggiungere.

1. Il corpo

Il vergognoso bodyshaming sulla ginnasta messicana Alexa Moreno è il simbolo della cultura sessista e retrograda in cui siamo immersi. E di quanto poca contezza abbiamo, talvolta, di questa immersione.

Il corpo di Alexa, messo sul tavolo operatorio, vivisezionato, analizzato nei minimi dettagli e poi commentato da tutti quelli che si autoproclamano giudici implacabili delle forme delle sue cosce o spalle è il frutto delle migliaia di ore che questa donna ha dedicato alla sua passione. E invece qualcuno crede di avere il diritto di giudicarla per il diametro delle sue cosce. Senza contare che alla fine ho letto veramente poco della sua storia, del suo Messico e di come questo paese poco investa in altre discipline che non siano il calcio maschile.

Trattamento simile, ovviamente, è stato riservato al “trio cicciottelle”, le tre donne in gara per la medaglia di bronzo nella disciplina tiro con l’arco, Guendalina, Lucilla, Claudia, dinanzi alle quali i nasi più snob si staranno già arricciando perché la loro bacheca facebook era già stata abbondantemente invasa dalla polemica.

Il direttore del Resto del Carlino, che, come ha avuto modo di specificare in seguito, ha deciso di essere affettuso, è stato sollevato dall’incarico, ma ha avuto comunque diritto di replica, ha spiegato le sue ragioni, ed è stato anche difeso in nome della neutralità delle parole da altri colleghi direttori, fini linguisti.

Anche il nuotatore etiope Kiros Hatbe, arrivato con un notevole distacco dal primo, è stato oggetto di osservazioni, da parte della stampa, sulla sua forma fisica, ma nel suo caso va segnalato come il Giornale, strenuo nel difendere mediaticamente la scelta del termine “cicciottelle”, ma magnanimo con l’etiope, abbia dedicato uno spazio per spiegare i motivi di questa ciccia così fastidiosa. A lui non vengono richieste le caratteristiche tipiche di un nuotatore, “la sua forma fisica non è ottimale, e la sua performance viene archiviata con un bonario “non ha fatto una gran figura”.

Lui non è Peppa Pig, ha avuto un incidente.

Tutti sconcertati davanti a quei 15 secondi di distacco e increduli di fronte a tutto quell’adipe sono andati subito alla ricerca di spiegazioni plausibili per giustificare una presentazione così inusuale e una così umiliante sconfitta.

Vai Oprah, scelgo te (gotta catch’em all)

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Quindi, ricapitolando: il corpo flaccido di un uomo è giustificato dalla sua storia personale, il corpo robusto e forte di una donna viene esposto al più degradante giudizio.

Comunque vada, dunque, il corpo è sempre sul tavolo operatorio e, quando coperto, risulta ancora più esposto, come nel caso dell’egiziana Doaa el Ghobashy, che si è trovata, a sua insaputa ad essere la testimonial dell’incontro pacifico tra due culture diverse.

Oprah, dico bene se dico colonialismo?

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2. La parentela

Diverse volte mi è capitato di incontrare persone che non mi chiedevano il mio nome, ma, a seconda della loro provenienza, a cu apparteni? A questa domanda si risponde solo elencando i nomi della tua famiglia nella speranza che l’inquisitore che hai di fronte ne conosca almeno uno e, una volta finito, quando vedevo apparire un sorriso capivo che erano riusciti a collocarmi nel mondo. Pensavo che questo accadesse solo nel Sud d’Italia e invece a quanto pare mi sbagliavo perché anche dall’altra parte dell’Oceano sono soliti definire un’atleta che ha appena vinto il bronzo in tiro al volo, come la moglie di un giocatore di football.

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Lei è Corey Cogdell, e il fatto che sia sposata con un giocatore di football non credo influisca sulle sue capacità ti tiro.

Classificare una donna come moglie, figlia, sorella, nipote di qualcuno è umiliante sempre, soprattutto quando ha appena raggiunto uno dei traguardi più difficili nella sua carriera.

Similmente, è il turno del cronista NBC Dan Hicks, che ha attribuito la vittoria e il nuovo record nei 400 metri misti non alla nuotatrice Katinka Hosszu, ma al marito/allenatore Shane Tusup.

Quindi è merito del marito se Katinka ha polverizzato il record, ovvio.

3. Roba da “maschi”

La vera chicca, però, ce la offre il responsabile del marketing dell’NBC che ci illumina sugli spettatori delle Olimpiadi e su quali siano le cose a cui si presta maggiormente attenzione.

“Quelli che seguono le Olimpiadi non sono particolarmente appassionati dello sport. In genere i giochi li seguono più le donne che gli uomini, e le donne sono meno interessate ai risultati e più interessate al percorso. È un po’ come mischiare il meglio dei reality show col meglio delle miniserie tv. E a dire la verità, a lamentarsi sono stati alcuni cronisti sportivi. Non il più vasto pubblico dei telespettatori”

Il problema delle differite non è in realtà un vero problema perché alle donne non importano i risultati, bensì i percorsi. Amen, fratello,

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Del resto è opinione comune che, nel nuoto, i maschi siano più forti delle femmine ed è per questo forse che Rowdy Gaines, cronista NBC, ha dovuto precisare che alcuni suoi colleghi dicono che Katie Ledecky nuoti “come un uomo”, ma che lui non ci sta, ribadisce che Katie Ledecky nuota come Katie Ledecky. L’atleta in questione ha 19 anni e ha battuto il record mondiale dei 400 metri stile libero.

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Quando non si riesce a credere che il corpo di una sportiva si sia librato nell’aria con una forza spaventosa, chiaramente lo si paragona alla forza di un uomo, come è successo per Simone Biles. Come quando il cronista Jim Watson, dopo l’atterraggio perfetto, ha esclamato quasi incredulo: “credo che riesca ad arrivare perfino più in alto di alcuni uomini”. Come se fosse necessario riportare tutto a un termine di paragone noto per il vigore fisico e perciò rassicurante: l’uomo. Le spalle grosse, le gambe possenti, un corpo allenato e teso, insomma, non appartengono a una donna, ma vanno contestualizzati, spesso ridimensionati.

È per questo che la nostra Repubblica ha dato tutto il merito all’ eyeliner glitterato di Simon. Non è concepibile che una donna abbia tutta questa forza da sola. Sono il sorriso e l’eyeliner, i veri protagonisti, non gli anni in palestra, gli allenamenti, le gare, la determinazione, no. Fatico a credere, perché è impossibile che un sorriso possa rendere speciali i movimenti, i movimenti sono del corpo e il suo corpo è imponente e leggero al contempo. Ha vinto l’oro in ginnastica, non la fascia di miss sorriso 2016.

Nonostante questo, attendiamo con ansia di sapere la marca di questo miracoloso eyeliner. Magari mi aiuterà a imbarcarmi su un autobus pieno, al volo, a furia di piroette in mezzo alla folla.

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La gallery-capolavoro di Panorama[/caption]

4. Riflessioni

Osservando queste Olimpiadi mi viene in mente un passo delle Discussioni tuscolane, di Cicerone, il quale mette in bocca a Pitagora queste parole “io non conosco nessuna arte, ma sono un filosofo”. Pitagora era stato interrogato da Leonte, principe di Fliunte, in quale arte fosse specializzato. Leonte, un po’ spaesato vuole sapere di più su questi filosofi: chi sono, chi può dirsi tale e soprattutto che differenza c’è tra le altre persone. E allora Pitagora dà una delle risposte più illuminanti della storia della filosofia. La vita è paragonabile al mercato allestito per i Giochi di tutta la Grecia (le Olimpiadi): alcuni aspirano alla gloria e alla notorietà della vittoria ai giochi, altri al vantaggio economico, e altri ancora, invece, vogliono guardare attentamente lo spettacolo. Questi sono i filosofi: chi si dedica all’essenza delle cose, date come inutili le altre attività. (Tusculanae disputationes 5, 3, 8–9).

Se i giochi sono espressione del mondo riunito e delle sue realtà che si confrontano nel rispetto degli sforzi e delle fatiche di ognuno, allora meritano uno sguardo più attento, e maggiore capacità di descrizione di ciò che viene osservato. Con questo spirito, negli anni, ho raccolto un personale dossier, degno dell’Orwell meno rilassato, in cui ho raccolto innumerevoli esempi di cultura maschilista: queste Olimpiadi l’hanno sottoposto a un aggiornamento tanto massiccio da farne una cospicua parte della sezione “giornalista sessista”. Nel disappunto generale, tuttavia, mi consola il fatto di poter segnalare una riflessione pubblicata dal Guardian, autentica scintilla di consapevolezza, che ha fornito delle linee guida per raccontare degnamente queste Olimpiadi. Leggendola, si fa più forte la speranza che il mio dossier si possa fermare qui.

Articolo a cura di Ilaria Coccia

Le fonti utilizzate per questo articolo sono la pagina Hack Your Gender e questo articolo del Telegraph.

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