Suonala ancora Warren
18° tappa: Briançon — Izoard, 179,5 km
Vincitore: Warren Barguil
Maglia gialla: Chris Froome
In serata mi è arrivato un messaggio da un mio caro amico : “Ho trovato il mio nuovo mito. Warren ❤”. E come poteva essere diversamente? Lontano dagli interessi della generale che pure potrebbe essere suo terreno di caccia, Warren Barguil ha fatto palpitare il cuore dei francesi non appena la strada ha iniziato a salire. Voleva dimostrare che non c’è solo Bardet, che il ciclismo francese può esultare di nuovo per un animo garibaldino, ribelle. Non si è risparmiato mai, nemmeno alla fine quando quei simpatici pallini rossi li aveva ormai tatuati sulla pelle, lui si è alzato sui pedali.
Serviva qualcuno che prendesse il testimone di Contador perché sulle rampe dell’Izoard non basta avere lo spirito guerriero e nemmeno il numerino rosso ti aiuta più di tanto. Il pistolero ci prova ma il romanticismo nel ciclismo deve essere sempre alimentato dalle gambe e lo spagnolo le ha massacrate a sufficienza durante la sua carriera. Warren però è giovane, ha voglia di danzare sui pedali e di lasciare fare agli altri noiosi calcoli sul filo dei secondi. Vede i pesci grossi guardinghi, in attesa del momento opportuno per saggiare la fatica altrui, e allora se ne va come ha sempre fatto in questo Tour. Aru si arrende all’ineluttabile, Landa fa il guascone prima di realizzare che per il podio servirebbe un’impresa e la maglia gialla è più importante. Barguil non ha di questi problemi, non deve difendere posizioni di vertice, deve “solo” pedalare. Ci sarebbe un coraggioso Atapuma davanti ma sverniciarlo è solo una formalità. Ha una nazione intera che lo sospinge.
Dietro il clima è teso, ci prova Bardet ma l’inglese non si scompone riprende il rivale e prova a sigillare la Grande Boucle. Non ci riesce ma la cronometro di sabato suggerisce che la Francia dovrà prostrarsi ai piedi del solito britannico. Davanti però il clima è di festa perché la danza continua tra due ali di folla che aspetta l’ultimo momento per aprirsi, troppo ghiotta l’occasione di far parte dell’ennesimo capolavoro di Warren. Gli altri si studiano, lascia che si macerino nel dubbio: te intanto vai. Gli ultimi metri sono i più belli perché stavolta un’occhiata indietro la dà, giusto per accertarsi che può alzare di nuovo le braccia al cielo indicando che se un giorno porranno l’arrivo lì ci sarà da aspettarsi un suo attacco. Che tedio arrivare quarti o quinti, dov’è l’ebbrezza del momento? Certo magari loro prenderanno più soldi e potranno ambire a contratti migliori, ma prima o poi anche Barguil si convincerà di quanto sia melodica la sua danza. Sarà allora che vederlo alzare sui pedali non sarà un appendice per chi comanda la corsa ma un campanello d’allarme, perché stargli dietro non è roba da poco.