Tiki taka vs velocità, Senso vs gioventù, arbitri vs SWAG — CS S03 E04

Crampi Sportivi
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6 min readSep 21, 2015

Giocatori della settimana

Francesco Totti #300

Se avessero chiesto a Francesco Totti di disegnare su di un pezzo di carta il suo gol numero 300, molto probabilmente avremmo assistito a qualcosa di più articolato e epico. Eppure in quello che passerà alla storia come il suo trecentesimo gol con la maglia della Roma, c’è qualcosa di identificativo del giocatore “Francesco Totti”. Il passaggio di Pjanic gli arriva lento mentre il suo corpo è in una posizione innaturale rispetto alla porta, ma per lui non è un problema: rinuncia all’idea di stopparla e allungare l’azione rischiando il recupero dei difensori e batte Consigli con un destro liftato, quasi affettato. Come Smilla per la neve, Totti ha un incredibile “senso” di quello che accade intorno a lui su un campo da calcio. Anche per cose così si fanno 300 gol.

“A me me parese che Totti non puede Jugar mas en la posizione che sta…” “Totti Goool.”

Anthony Martial

«Che spreco di soldi»: così il “Mirror” battezzava l’arrivo di Martial dal Monaco ai Red Devils. «Il Manchester United ha pagato Martial il triplo del dovuto… e ha sofferto più di tutti in Europa i trasferimenti sovrapagati». Tutto vero, ma forse queste prime due gare hanno smentito tutti sul conto del francesino.

C’è più di un commentatore che ha azzardato un paragone con Thierry Henry: stesse movenze, background identico (il Monaco) e il sogno di diventare un riferimento della nazionale francese. Forse per ora è presto, ma chi avrebbe detto che Henry sarebbe diventato Titì dopo i sei mesi alla Juventus? Forse nessuno. E aveva già 21 anni.

La cosa incredibile è che può migliorare.

Intanto Martial si diverte: punta centrale o esterna, poco importa. Lui stesso dice di non sapere se vale la somma spesa dallo United. L’anno trascorso con Jardim sembra avergli insegnato la duttilità e lui non ha per ora sofferto l’impatto con il calcio inglese. L’ha dimostrato anche ieri con la doppietta decisiva sul campo del Southampton.

Siamo a tre gol in altrettante partite con il Manchester United. Quel price-tag da 60 milioni di euro se lo porterà dietro per tutta la carriera. Avrà tempo per dimostrare che sono stati un buon investimento.

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Momento della giornata in cui ti chiedi come vadano le cose a Sebastian Giovinco

Meglio che a te.

https://www.youtube.com/watch?v=Xfpxl6oaNnY

Do you speak tiki taka?

45 tocchi prima di arrivare in porta si traducono in 2 minuti e 12 seocondi di gioco. Un’eternità.

https://www.youtube.com/watch?v=40oxXTa6raw

https://twitter.com/OptaJoe/status/645636959948406784/photo/1?ref_src=twsrc%5Etfw

Meanwhile in Argentina

Bello il tiki taka eh, ma magari stai guardando la partita sul divano, hai già buttato giù una Moretti da 66cl e la vescica urla vendetta. Allora vedi questa trama di passaggi che non finisce mai e, magari al ventesimo tocco in orizzontale o all’ennesimo retropassaggio a Smalling, ti alzi per una pisciatina. Torni e Mata sta già esultando.
L’opposto del possesso palla sfiancante (per l’avversario e, a volte, per lo spettatore) è un calcio verticale fatto di accelerazioni, triangolazioni, filtranti e pazzia. In Argentina, ieri, il Banfield ha fatto l’esatto opposto dello United: 8 tocchi (tutti di prima) e 14 secondi per arrivare alla porta avversaria.
Ah, il finalizzatore si chiama Giovanni Simeone. Sì, è il figlio di quel Simeone lì. Sì, l’hanno soprannominato Cholito.

https://www.youtube.com/watch?v=wUbtO1M4WgI

O Clássico

Per i tifosi portoghesi, Porto-Benfica non può essere una partita, ma è LA partita: O Clássico. Lo scontro per eccellenza, la madre di tutte le gare. E non è un caso se l’atmosfera di ieri sera all’Estádio do Dragão fosse questa.

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Il calcio portoghese ha fatto benissimo in Europa durante questi ultimi anni. Se la nazionale fatica (CR7 a parte), Porto e Benfica hanno fatto benissimo in giro per il continente. Se ci aggiungiamo il ritorno dello Sporting Lisbona, il quadro è più che incoraggiante.

Eppure questa sembra la prima stagione di “ridimensionamento”: il Porto ha incassato come al solito, ma è arrivato a prendersi un Osvaldo disadattato per rinforzare l’attacco. Il Benfica ha salutato André Gomes, Rodrigo, Ivan Cavaleiro, Lima. E non è che le entrate siano state molte: il punto più alto della campagna acquisti è stato il prestito di Mitroglou dal Fulham.

La gara non ha regalato molte emozioni: del resto, una partita come O Clássico deve avere un po’ di tensione. Alla fine, però, si è confermata la tradizione: se il Porto ha vinto il maggior numero di incontri (90 vittorie su 233 gare disputate), un motivo ci sarà.

A ribadire la supremazia ci ha pensato un gol di André André, che non è un rafforzativo, ma il centrocampista arrivato quest’estate dal Vitória Guimarães. Cresciuto nel vivaio del Porto, è tornato solo da qualche mese. E il suo primo gol ha deciso O Clássico. Mica male.

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BVB, la bella gioventù

Sembra passata un’era. A febbraio 2015, il Borussia Dortmund campeggiava in ultima posizione in Bundesliga. Sono passati sette mesi e i gialloneri appaiono una macchina da guerra, l’unica squadra capace di tenere il passo del Bayern Monaco.

Ci sono dei giocatori per cui il termine “resuscitati” non basta: da citare le situazioni di Kagawa e Mkhitaryan. Il giapponese sforna assist, mentre l’armeno ha segnato già il triplo dei gol realizzati nel 2014–15. Anche l’avvicendamento in porta — Bürki per Weidenfeller — ha cambiato il destino dei gialloneri.

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Vanno considerate diverse contingenze, ma Thomas Tuchel ha una grossa fetta di merito: dopo un anno di stop, lui ha continuato a seguire il percorso tracciato dal suo maestro, Jurgen Klopp. Aveva ereditato la sua panchina al Mainz e ora è diventato il suo successore a Dortmund.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il BVB ha giocato dieci partite tra i preliminari di Europa League, la DFB-Pokal e la Bundesliga: 39 gol fatti, nove subiti e tutte vittorie. Uno score da sogno, che non si è interrotto neanche contro il Bayer Leverkusen. Un 3–0 senza storia, di dominio assoluto.

Attenzione, che la marea giallonera è tornata. Anche se Brandt ha sfiorato il gol del secolo.

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C’è della follia in Russia

Della Russia calcistica si sa qualcosa, ma non forse tutto. Gli ex sovietici sono pronti a organizzare i Mondiali 2018. I loro club fanno bene in Europa: basti pensare che negli ultimi dieci anni CSKA e Zenit hanno vinto una Coppa UEFA a testa. La nazionale, invece, fatica un po’ di più: la qualificazione a Euro 2016 è a rischio.

E cosa si sa della Russian Premier League? Ancor meno. Fino a un paio di stagioni fa, la massima divisione russa si dipanava ancora nell’anno solare, poi i russi hanno deciso di allinearsi al resto dell’Europa, adottando un modello stile Bundesliga (quindi con la pausa invernale a spezzare il campionato).

Ma la follia è nei risultati. Il CSKA fa venire in mente soprattutto Seydou Doumbia, tornato a Mosca in prestito dalla Roma e con la promessa di trasferirsi a breve in Cina. Intanto, però, la sua squadra è tornata in Champions League e guida il campionato. Anche dopo la folle gara di ieri.

Il CSKA si è presentato a Saransk, dove avrebbe affrontato il Mordovia ultimo in classifica. Dopo il primo tempo, la capolista era in 10 e sotto di tre gol. Per qualche strano scherzo del destino (e l’espulsione di Djalo), il CSKA è riuscito a pareggiare. Poi è tornato sotto, salvo segnare altri tre gol e chiudere 6–4. Non è tennis, giuro.

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Un memo per i tifosi giallorossi: lo score di Doumbia nel 2015–16 con il CSKA è di sei gol in otto gare in tutte le competizioni.

C’è della follia anche in Cina

In Cina un tifoso arrabbiato/contro il sistema capitalista dello Shanghai Shenhua ha lanciato un Iphone in campo verso Diego Tardelli, brasiliano dal nome strano della squadra avversaria, i Shandong Luneng. Se guardate attentamente la foto potrete notare che lo sfondo del cellulare è una foto di lui in piscina con Marco Tardelli.

Arbitri vs lo SWAG

È il sessantesimo e Paul Pogba corre lentissimo verso il dischetto. Mette il pallone in fondo alla rete,e questo lo sappiamo tutti. Con quella stessa corsa lenta va ad esultare seguito da Evra, Lemina, Cuadrado. L’arbitro Valeri, intimorito da quel passo lento e deciso, ammonisce il capo della banda (Pogba) per eccesso di swag. Lemina (che in francese vuol dire “Sturaro”) non se lo spiega e non esiste un video che provi di fatto quest’ammonizione. Restano solo le loro facce incredule sull’etere e il referto.

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