Una partita memorabile

Igor Santos
Crampi Sportivi
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2 min readJul 7, 2018

La giornata vissuta ieri nella Russia del pallone rimarrà nella storia. Nell’addio di El Maestro Tabárez, Roberto Martínez, il ct spagnolo della nazionale belga, si conferma come uno dei tecnici con maggiore talento del panorama calcistico mondiale. Dispiace per Tabárez, per la sua dignità e saggezza, così grande da necessitare di una stampella per reggerla dentro al suo esile corpo. Dispiace per l’uomo che ha fatto dell’umiltà e dell’eleganza pacata il segno della propria distinzione. Un maestro di scuola dell’infanzia in un paese duro e difficile come l’Uruguay dovrebbe godere di più presenza nei mezzi di comunicazione. Essere d’esempio ai bambini e alle bambine troppo esposti a Neymar, tanto per cominciare.

Come maggiore attenzione meriterebbe anche l’allenatore catalano in servizio a Bruxelles. Roberto Martínez aveva mostrato già nell’Inghilterra tirannizzata dalla centralità mediatica di Mourinho e Guardiola la cifra del proprio talento. L’11 maggio 2013 riuscì a entare nella storia del modesto Wigan Athletic, compiendo l’impresa di vincere, a Wembley e con un solitario gol di Watson allo scadere, la finale della FA Cup contro il Manchester City, in quello che fu il primo titolo (e anche l’ultimo) della squadra biancoblu.

Ieri non ha dovuto aspettare così tanto. Sin dall’inizio il suo Belgio, con quella punta di fortuna che sin dalla classicità favorisce chi osa, ha governato con un capolavoro tattico una partita che il Brasile ha dovuto sempre rincorrere.

Con un Kompany attento su Neymar (Kompany giocava nel City in quella giornata di primavera a Wembley, ieri era nel lato giusto della storia), con un Lukaku in avanti tendendo a destra (come nell’epoca in cui era sotto gli ordini di Roberto Martínez all’Everton) e con Hazard e De Bruyne con spazi aperti nelle ripartenze (che partita quella del 10, che capacità di lettura dei tempi, delle transizioni, dei falli per dare aria a una squadra belga ormai esausta), i diavoli rossi hanno lasciato fuori una canarinha impotente e anche sfortunata, che ha pagato troppo caro il tardivo inserimento di Douglas Costa. E cosí, il Belgio con la migliore striscia di risultati della propria storia (23 partite senza perdere, 15 vittorie) riduce definitivamente i mondiali a europei e giunge nelle semifinali. Un traguardo che dal 1930 non vedeva Germania e Brasile fuori.

Il Belgio arriva, dunque, là dove fu eliminato dall’Argentina di Maradona in México 1986. Quella squadra, con Pfaff e Scifo, è nella storia del calcio. Questa governata da Roberto Martínez non conosce ancora i suoi limiti. Tutto grazie a una partita memorabile. La migliore fin qui giocata nelle notti di Russia.

BRASILE 1–2 BELGIO (Kazan Arena, Kazan — 6 luglio 2018)

0–1: 13' Fernandinho aut. / 0–2: 31' De Bruyne / 1–2: 76' Renato Augusto

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Igor Santos
Crampi Sportivi

Tifoso dell'Athletic nato a Barakaldo (Paesi Baschi) nel 1978. In Italia dal 2002 si occupa di storia medievale.