Una questione d’identità

Igor Santos
Crampi Sportivi
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2 min readJun 20, 2018

Tunisia-Inghilterra ha già un precedente nei Mondiali. Nell’edizione del 1998 la partita fu giocata a Marsiglia e finí 2–0 per gli inglesi. In quest’occasione l’appuntamento è a Volgograd, la città battezzata in onore del fiume Volga, il più grande dell’Europa. Essa evoca di più con un’altra identità: Stalingrado. Le scelte politiche del PCUS diretto da Nikita Chruscëv imposero, nel 1961, un cambiamento di nome e la città — simbolo di Stalin e della maggiore battaglia che l’Umanità ha sofferto, là dove due totalitarismi si sfidarono, a morte, per la loro egemonia su parte dell’Europa — venne chiamata, tra proteste, col più innocuo nome del fiume.

Siamo a Volgograd, dunque, per parlare dei molti ragazzi francesi (ben sette) che con le casacche della Tunisia hanno provato, con poco estro e minor fortuna, a portare a casa la seconda vittoria del paese in un Mondiale (vinta solo la gara del debutto tunisino nella Coppa, nel lontano 1978) e a rendere amara la prima dei pross nel campionato voluto dal nuovo Zar.

La partita, come il nome della città che la ospita, si gioca tutta sull’identità storica degli attori chimati in causa. Sarebbe interessante che qualcuno in Italia ne prendesse atto: l’identità non è un monolite. Men che meno una clava. È qualcosa di dinamico. Si può essere più cose al contempo senza tradirne nessuna. Francese e tunisino, musulmano e laico (tante donne negli spalti, serva di lezione all’Iran), giocare nella Ligue 2 e al Mondiale, come il portiere Mouez Hassen, giocatore del Châteauroux, uscito in lacrime dal campo per un sfortunato infortunio al 15' del primo tempo.

E si può essere inglese e giocare bene a calcio, anche se solo per pochi minuti. Speriamo Southgate trovi il coraggio di perseverare su quella strada, gioverebbe tantissimo all’orgoglio della sua Inghilterra. Una squadra che non sa rinunciare, comunque, alla sua identità più tradizionale. Al 9 classico, incarnato oggi da un ragazzo della periferia londinese, Harry che, in zona Cesarini (l’identità italiana non manca neanche quando è l’Italia tutta a mancare) e all’uscita di un corner ceduto inutilmente dai tunisini, trova il modo di mandare la palla in rete con un semplice colpo della testa. God save the Kane.

TUNISIA 1–2 INGHILTERRA (Volgograd Arena, Volgogrado)

0–1 : 11' Kane

1–1 : 35' Sassi (r)

1–2 : 91' Kane

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Igor Santos
Crampi Sportivi

Tifoso dell'Athletic nato a Barakaldo (Paesi Baschi) nel 1978. In Italia dal 2002 si occupa di storia medievale.