Uno sport brutale

Paolo Stradaioli
Crampi Sportivi
Published in
2 min readJul 10, 2017

9ª tappa — 9 luglio
Nantua > Chambéry 181,5 km
Vincitore: Rigoberto Uran
Leader: Chris Froome

Dopo 181,5 km, dopo 3 GPM Hors Categorie, dopo più di 100 km di fuga serve il fotofinish per confermare la sensazione che avevano avuto tutti tranne Warren. Al traguardo un sorriso si è dipinto sul volto di Barguil, ignaro che per un niente la sua ruota è finita dietro a quella di Rigoberto Uran. È uno sport brutale il ciclismo e se non siete d’accordo chiedetelo ad Alberto Contador, fuoriclasse sopravvissuto a mille battaglie in quota ma questa volta costretto a una precoce resa sulle rampe del Mont du Chat. Arriverà al traguardo con oltre tre minuti di ritardo dicendo probabilmente addio alle ambizioni da podio.

Chiedetelo a Richie Porte, il più brillante quando Froome ha provato l’allungo, sempre pronto a saltargli sulla ruota e deciso finalmente a consacrarsi come un forte candidato alla vittoria finale. Poi una traiettoria inventata dal tasmaniano in discesa e cala il buio. Auguriamo a Richie una pronta guarigione e gli consigliamo un viaggio a Lourdes, perché stavolta, come le altre volte del resto, sembrava veramente l’anno buono.

Chiedetelo a Bardet, atteso da tutti in una tappa disegnata per lui ad eccezione degli ultimi 10 km, in grado di vanificare lo sforzo fatto in salita per stare con la maglia gialla e la maestria in discesa per guadagnare sensibilmente sui migliori.

Chiedetelo infine a Warren Barguil, potenzialmente uomo da classifica nei grandi giri, ma evidentemente scoraggiato dalla troppa competizione, quest’anno ha deciso che avrebbe puntato al successo di tappa. È stato uno dei più attivi nella fuga, ha gradualmente lasciato sul posto tutti i suoi compagni di giornata fino a ritrovarsi da solo a scollinare sull’ultimo GPM. Peccato che la direzione del Tour ha posto il traguardo 25km più in là; le chance di arrivare in solitaria erano troppo poche così ha riordinato le idee e studiato il modo migliore per battere i pezzi grossi allo sprint. Tutto giusto, ma alla fine vince Uran.

Di colombiano ne aspettavamo un altro. Il piano era quello di provare la combo Giro-Tour ma oltre alla beffa targata Dumoulin adesso le fatiche su suolo italico stanno rendendo la Grande Boucle di Quintana un calvario. Sulla Planche des Belles Filles aveva contenuto il distacco, ma le seconde chance in salita raramente pagano dividendi. Chiedete anche a lui quanto può essere brutale il ciclismo.

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