Ventagli, ricordi e speranze

Andrea Giovanni Taietti
Crampi Sportivi
Published in
2 min readJul 19, 2017

16° Tappa — 18 luglio
Le Puy en Velay > Romans Sur Isere 165km
Vincitore: Michael Matthews
Leader: Chris Froome

Dopo l’ultimo giorno di riposo riparte il Tour. Terza e ultima settimana. Ultimi chilometri, ultime fatiche. I corridori iniziano a vedere il tempo stringersi, in tutti i sensi. E allora, nonostante le prossime due tappe saranno durissime e spettacolari, si cerca di sfruttare ogni occasione per darsi battaglia. Si vede ogni singola salita, anche se di terza o quarta categoria, e ogni discesa come un’occasione per guadagnare sui diretti concorrenti, e persino i tratti pianeggianti sembrano tornare buoni per eliminare qualcuno. In pratica una Royal Rumble. A pedali.

La sedicesima è stata una tappa strana. Una tappa con finale adatto ai velocisti, ma che molti li ha persi fin da subito, vedasi il cannibale degli arrivi in volata di questo Tour, Marcel Kittel, e che altri, Bouhanni, li ha visti rientrare a fatica, con una grande azione di rimonta che ha coinvolto tutta la Cofidis. È vero che poi ha vinto un velocista, Michael Matthews, ma diciamo che erano rimasti pochi rivali, grazie al lavoro svolto durante tutta la giornata dalla Sunweb. È stata una tappa, per tornare alla sua stranezza, che sembrava tutti volessero vincere, ma che in realtà si è passata all’attacco perché nessuno voleva perdere. Hanno corso come se fosse una classica, una gara di un giorno, come se domani il Tour terminasse e fosse l’ultima occasione. Ed è per questo che, causa ventagli e sparpaglii generali, qualcuno in classifica generale — Daniel Martin, Contador e Meintjes su tutti — ci ha lasciato le penne.

Ed è stata la tappa in cui ho tifato maledettamente Daniele Bennati, come un’ossessione, come se quell’azione iniziata ai meno due chilometri dall’arrivo gli avesse potuto far vincere un Tour intero. Perché oggi, diciotto luglio, noi italiani ce la sentiamo cucita addosso la vittoria, qualunque percorso si prospetti davanti.

Perché ci sono tanti, troppi ricordi, di diciotto luglio, per noi, al Tour.

Il diciotto luglio 1992 Chiappucci, Il Diablo, vince la tappa del Tour al Sestriere dopo una fuga infinita, condotta da solo per gli ultimi centoventisei chilometri.

Il diciotto luglio 1995 , invece, moriva, lungo una discesa, il nostro Fabio Casartelli, durante la quindicesima tappa di quella Grande Boucle.

E, il diciotto luglio del 1949 Gino Bartali vinceva la sedicesima tappa di quella edizione, nel giorno del suo trentacinquesimo compleanno.

Bennati però è stato ripreso a poco meno di quattrocento metri dal traguardo. Poco male, mi sono detto, anche se dispiaciuto, da domani si sale. Da domani ci aspetta qualcosa di spettacolare. E, chissà, magari spettacolAru.

--

--

Andrea Giovanni Taietti
Crampi Sportivi

Segue una dieta ferrea di sport, film e libri. La perenne ricerca del tempo perduto lo ha spinto a Torino. Ora, vuole una cucina dove impastare storie.