Riscoprire noi stessi nell’era delle intelligenze artificiali
Sono tornata per qualche giorno (questa volta con Raya) a Villa Orio Beatrice, un luogo di relax meditativo che consente di scoprire un territorio incredibile dove il mare incontra il bosco e si fonde in un abbraccio primordiale. Parlo del Lido di Alberoni a 12 km da Piazza San Marco a Venezia.
Da questo posto magico ho deciso di pubblicare il testo del mio intervento a Riflessioni Lagunari, il festival di antropologia culturale organizzato dall’Associazione Terre Perse per ritrovarsi fondata e diretta da Alessandro Doria.
(Segue il testo del mio speech trascritto con l’aiuto di Transcribe)
Lo scorso anno, proprio in questo bellissimo evento, abbiamo meditato insieme, abbiamo immaginato di essere un seme di bambù. Per me è stato molto importante perché era la prima volta che conducevo una meditazione.
Quest’anno Alessandro non mi ha chiesto di parlarvi nuovamente di natura e umanità, ma mi ha dato un argomento più complesso che è quello dell’intelligenza artificiale.
Vorrei parlarvi proprio delle più giovani intelligenze artificiali, quelle generative.
Generativa.
“Generare” significa dare la vita, ha assolutamente a che fare con il seme, con la natura.
Un aggettivo impegnativo un aggettivo che mi sono permessa di far definire proprio a una di queste intelligenze artificiali che è Gemini.
A Gemini. Ho chiesto: “Gemini perché le intelligenze artificiali si chiamano generative?” La risposta è stata “L’intelligenza artificiale generativa viene chiamata così perché, a differenza dei tradizionali sistemi di intelligenza artificiale, non si limita ad analizzare e comprendere dati esistenti, ma ha la capacità di generare contenuti nuovi e originali.”
Ecco perché la parola “generativa” ha molto a che fare con il seme. Il seme genera la pianta, che a sua volta genera altri semi, nasce una pianta nuova e originale da un seme. Il seme è generativo, come l’IA.
Ho chiesto quindi, sempre a Gemini, di raccontarmi: “Che cos’è per te la creatività?” E ancora mi ha parlato di originalità.
Soffermarsi sul fatto che le intelligenze artificiali non sono creative e che quindi la differenza tra l’umano e la macchina sta nella creatività non è più un’affermazione vera oggi. Non è un’affermazione che possiamo più fare oggi. Non è più vero che l’intelligenza umana è creativa, quella artificiale no.
Allora mi sono chiesta cos’è che ci rende diversi dalle macchine?
So che è una provocazione e voi mi direte ma sì, tantissimi aspetti le emozioni, il cuore che batte, le sensazioni, il sentire eccetera eccetera. Certo. Ma praticamente. Che cosa ci rende davvero unici? E allora ho provato a immaginare e mi sono chiesta se, per esempio, le intelligenze artificiali sanno sognare?
L’ho chiesto a Gemini che mi ha stupito. Il senso generale della risposta è stato: “per ora no.”
Ma come, per ora no? Quindi per ora non sanno sognare. Al di là di questi aspetti, quello di cui mi piacerebbe parlare con voi oggi è proprio ha proprio a che fare con il sogno.
Prima di andare avanti ascoltiamo una parte di questa canzone che mi è stata suggerita come una sorta di colonna sonora del nostro Corso di Relazioni Umane da Ilaria Milanese che
Dream it possible
Il ritornello di questa bellissima canzone dice “quando i tuoi sogni prendono vita sei inarrestabile. Brilleremo nell’oscurità, trasformando la polvere in oro e lo sogneremo possibile.”
Lasciate che vi consegni un piccolissimo dono. Vi consegno dei cartoncini su cui lavorare insieme, avete una penna? Ognuno deve avere comodo vicino a sé i cartoncini. Li avete presi?
Vi starete chiedendo perché vi consegno un cartoncino per parlare di intelligenze artificiali?
Perché per vivere in un mondo che sarà sempre più dominato dalle intelligenze artificiali, generative o meno, secondo me dobbiamo imparare a zittire la nostra mente. Sembra contro-intuitivo. Mi direte, Marisandra, perdonami, ma proprio perché ci sono queste intelligenze noi non possiamo smettere di utilizzare la nostra.
E infatti non è questo il punto. Quello che vi invito a fare è trovare delle tecniche per eliminare, interrompere questo incessante brusio di fondo, questo rumore di fondo costante che abbiamo nel nostro cervello, nella nostra mente. Sì, perché per interagire con le intelligenze artificiali, oggi più che mai dobbiamo a imparare a pensarci corpo e spirito, non solo mente.
All’interno dell’essere umano agiscono due tipi di mente la mente di superficie e la mente profonda.
La mente di superficie
La mente di superficie è quella, diciamo, legata alle emozioni, al conscio. A quel dialogo interiore continuo che ci dice se possiamo o non possiamo fare qualcosa, che giudica i nostri comportamenti, che detta le regole, le convenzioni, che ci porta a occuparci prima dei problemi che si verifichino, a pre-occuparci, insomma.
Ragiona di solito nel passato o nel futuro, raramente riesce a stare nel presente. Perché? Perché corre, cammina, vaga, corre, non sta mai ferma. È razionale, ragiona sulla base dei dati A o B. Non ha sfumature, è bianco o nero è uno o zero. Ragiona per profitti e perdite.
Mi conviene? Non mi conviene. Cambia idea molto velocemente. Possiamo definirla? Qualcuno l’ha definita come un’istallazione estranea all’interno del nostro pensiero proprio un’istallazione che viene inserita dalla scuola, dalla famiglia, dall’educazione, dagli studi, da tutto quello che è esterno a noi.
La mente profonda
Al contrario di quella superficiale, è quella che potremmo definire corpo + spirito. L’inconscio. Vedete, abbiamo parlato di sogni. Quelli attengono al nostro Sé più profondo. Ha a che fare con il corpo, con le sensazioni, non con le emozioni. Il suo ambiente naturale è silenzioso. Si muove nel silenzio quando c’è brusio, quando c’è rumore si attiva con difficoltà.
Sta nel presente, non conosce il passato e il futuro non gli interessa. Sta nel qui e nell’ora. È istintiva, a volte ti dice di fare qualcosa che la mente razionale sconsiglia vivamente. È statica e lenta, è sicura. E accogliente.
Ecco, per ascoltare questa mente è importante imparare a zittire l’altra mente. Ma perché dovrei zittire la mente superficiale?
Proviamo a a fare un’ultima domanda a Gemini: “quanti pensieri al secondo o dati al secondo processa una AI e quanti una mente umana?”
Ecco che cosa mi ha risposto: “È difficile fare un confronto diretto tra la velocità di elaborazione di un’intelligenza artificiale e quella della mente umana, perché si tratta di due entità molto diverse che operano in modi differenti. Le AI eccellono nei calcoli complessi in compiti specifici ma hanno una certa mancanza di versatilità. Mentre la mente umana è lenta, lenta ma flessibile, elabora le informazioni nell’unità molto inferiore rispetto alle ai un AI moderna può eseguire miliardi di calcoli al secondo, superando di gran lunga le capacità computazionali del cervello umano. Tuttavia, la mente umana può gestire solo 100 bit al secondo, assolutamente non miliardi di calcoli.”
Ok, avete capito perché è importante andare a toccare questo sé profondo? Quanto è importante non giocare in competizione con le macchine sulla mente superficiale. E come facciamo a liberarci dalla mente superficiale? Come facciamo a zittire il brusio di fondo? Come facciamo a estrapolare quella installazione estranea che si è inserita in qualche spazio del nostro pensiero?
Come facciamo a zittire i condizionamenti, le preoccupazioni, i divieti, i sensi di colpa, le maschere? In quello non si può fare così. Ma tu non ti meriti quello, non ti meriti quell’altro. Come facciamo a zittire questa parte qua? Ci sono tanti modi. Sicuramente quello che vi posso proporre io qui questa sera è la meditazione. So che non piace a tutti, quindi chi se la sente lo fa, chi no, rimanga semolicemente in silenzio ascoltando quanto avviene, è molto breve, molto più breve di quella dell’anno scorso.
Meditazione per liberare la mente dai pensieri
Quindi andate sereni tranquilli chiudiamo gli occhi e ascoltiamo le mie parole. Mettetevi in una posizione comoda. Gambe non incrociate.
Se non vi piace chiudere gli occhi, tenetele pure socchiusi, se no chiudete. E se non vi piace stare fermi, muovetevi pure. Proveremo insieme a spegnere la mente superficiale.
(MEDITAZIONE)
E ora prendi la penna e di getto. Pensare. Non è un tema non è un compito. Non pensiamo a nessun tipo di regola. E scriviamo rispondendo a questa domanda:
“quale è stata l’ultima volta che ci siamo sentiti liberi? Descrivi il momento nei minimi.
Particolari con chi eri?
Quanto tempo fa è stato? Che sensazioni provavi e rivivi le sensazioni che quell’istante di quell’istante e descrivi?”
(PAUSA DI SCRITTURA)
Bene, eccoci di nuovo tornati e adesso chi ha il piacere di rompere il ghiaccio e leggere il suo testo, tenete presente che condividere un momento del genere è come far vivere anche agli altri quel momento di libertà, quindi è una bellissima occasione. Ovviamente sentitevi liberi di farlo o meno. Mi piacerebbe tanto però ascoltare qualcuno di voi che parte.
(È stato bellissimo perché tutti hanno partecipato e abbiamo vissuto diversi momenti di libertà, chi al mare chi in montagna, chi camminando, chi andando in traghetto, chi pochi giorni fa, chi è risalito a quando era bambino, tutti hanno raccontato momenti che hanno fatto vivere a ognuno dei presenti una libertà esponenziale).
Questo cartoncino sarà il primo di una lunga serie, attaccatelo sul vostro quaderno preferito. Oppure comprate un quaderno, se non ce l’avete, possibilmente con i fogli bianchi e mettete in agenda 5 minuti al giorno un appuntamento con il vostro vero sé, con la vostra mente profonda.
Sono 5 minuti preziosi e scoprirete che non esiste nessuna intelligenza artificiale in grado di offuscare la vostra luce. E soprattutto, come ha splendidamente scritto lo scrittore americano Jonathan Safran Foer: “Riusciremmo a capire meglio la tecnologia se sapessimo che cosa è meglio per noi? Ma noi non sappiamo chi siamo perché abbiamo dimenticato l’arte e la necessità di porci questa semplice domanda. “Conosci te stesso” era il monito di un vecchio filosofo. E la tecnologia ci sembrerà un miracolo solo se saremo ancora capaci di cogliere i miracoli, vale a dire se il nostro cuore sarà umano.”
“Quando i tuoi sogni prendono vita sei inarrestabile. Brilleremo nell’oscurità, trasformando la polvere in oro e lo sogneremo possibile.”