C’e odore di “fuffa”

Gianluigi Cogo
PA digitale
Published in
3 min readOct 14, 2016

Originariamente pubblicato su innovatoripa.it il 3 Ottobre 2010

Il Ministero per la Pubblica Amministrazione e Innovazione dopo aver pubblicato i primi 100 casi ritenuti di successo per bontà progettuale o efficacia dimostrata, ha avviato una raccolta di auto-segnalazioni diciamo pure ….…….. dal basso:

cit: ”… In questa sezione sono presenti le segnalazioni provenienti dalle amministrazioni pubbliche che hanno raccolto l’invito a far conoscere le loro pratiche di buona amministrazione per metterle a disposizione di tutti. Vengono pubblicate, così come pervenute, le “storie” che sono state ritenute coerenti con lo spirito dell’iniziativa … e sono ….”

La proposta sembra essere originata dal buon senso e da una logica molto 2.0. Nel senso che viene auspicata l’emersione dei talenti e dei progetti virtuosi che, in moltissime amministrazioni pubbliche, sono nascosti e spesso sottaciuti per delle logiche incomprensibili.

Questa fase 2 del progetto Brunetta tenderebbe a dimostrare che nella PA non ci sono solo fannulloni ma ci sono, invece, tantissimi casi di “buon amministrazione” che, se emulati, potrebbero davvero far cambiare il vento e, soprattutto, erogare con maggior efficacia ai cittadini i servizi che meritano e che PAGANO.

Succede invece, in tantissimi casi, che la perversione della PA tenda a generare l’ennesimo mostro. Infatti, la prima fase pubblicata dal ministero in modalità autonoma, ha generato un effetto strano ma comprensibilissimo per chi lavora in questo settore. Innanzitutto l’elenco dei talenti (non negoziato con le amministrazioni e, soprattutto con il management delle stesse) ha prodotto una prima reazione che possiamo figurare per metafora come “puro sarcasmo”. Molti manager si sono stupiti nel veder pubblicati i nomi e cognomi di operatori di sportello, funzionari, esecutori (e pochissimi dirigenti e amministratori) e quindi hanno volutamente snobbato l’iniziativa. In pratica le reazioni sono state del tipo: “solita buffonata”. Invece, senza entrare nel dettaglio dei singoli progetti premiati, varrebbe la pena osservare meglio con la lente di ingrandimento la logica che sta sotto. Il Ministero ha pubblicato nomi e cognomi. Quindi in piena aderenza con quello che è ormai un “dogma” della ePartecipation, ha dato visibilità ai talenti. Ha messo in mostra i comportamenti emergenti delle persone. I non-fannulloni hanno un nome e un cognome.

Dopo alcune settimane di sarcasmo e di sottovalutazione, però, alcuni manager si sono accorti che il Ministro non scherza e sono corsi ai ripari.

Bene, l’effetto che Brunetta non aveva immaginato è quello tipico e contorto della PA. Invece che seguire l’esempio dei talenti e proporre progetti davvero “innovativi”, il management ha preso vecchi progetti di “rinnovamento” ammuffiti nei cassetti e li ha riciclati. Mettendoci, ovviamente e puntualmente, il nome del massimo dirigente a fianco.

Caro Ministro, arriveranno segnalazioni di pura “fuffa”. Progetti che hanno anni e anni di insuccessi alle spalle e sponsorship politiche molto ben connotate. La PA è un mostro a 100 teste che sa rigenerarsi. Sa perfettamente come sfruttare anche le buone idee e renderle immediatamente vantaggi. La maggioranza delle segnalazioni che stanno arrivando, o stanno partendo, non sono altro che aria fritta. Solo che questa volta hanno ben marchiato come protagonista il nome del top-management che vuol salvarsi il culo.

Caro Ministro Lei continua a dire che il pesce puzza dalla testa. Ma non ha previsto che il pesce puzzolente dopo un attimo di smarrimento sta rialzando la testa. Peccato!

Originally published at www.innovatoripa.it.

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