Dalla teoria alla pratica

Gianluigi Cogo
PA digitale
Published in
3 min readOct 23, 2016

Originariamente pubblicato su 3 innovatoripa.it il dicembre 2012

Al netto delle profezie Maya, questo fine 2012 sembra essere davvero un periodo cruciale per l’Open Government e, se il mondo non finirà il 21 Dicembre, forse si può ipotizzare un futuro migliore, più trasparente e più democratico.

Le primarie del centro sinistra (e speriamo anche del centro destra) rappresentano un momento di partecipazione molto importante. Un riavvicinamento alla ‘cosa di tutti’, ovvero alla Politica con la P maiuscola e a quel senso dello stato ben rappresentato dall’aforisma di Kennedy.

La scorsa settimana molti soggetti europei sui son trovati a discutere di PSI (Public Sector Information) e di Open Data in quel di Bologna, dove in occasione dei lavori del progetto Homer si è tenuta anche la conferenza stampa di lancio.

Val la pena ascoltare le parole dell’Assessore Peri che ben sottolinea il concetto di ‘diritto all’informazione e all’accesso’ diretta emanazione della direttiva europea PSI e riferito a quella casa di vetro che deve diventare ogni Pubblica Amministrazione.

E’ iniziato dunque il lento cammino che porterà gli Open Data a diventare ‘servizio’ e non semplice ‘oggetto’. Purtroppo, in questi ultimi anni di evangelismo sul modello di dati aperti si è trascurato il modello di sviluppo, ovvero la modalità con la quale gli Open Data possono diventare valore.

Troppo spesso ci si è concentrati sull’apertura a prescindere, senza pensare al reale valore che deve venire da un confronto con aziende e cittadini (meglio se rappresentati dalle ONG). Non ha più senso liberare i dati se pochi sanno cosa farsene, e spesso si corre il rischio di far gravare sui cittadini un ulteriore costo senza valutare l’utilità.

Di questo e di altro si inizierà a discutere anche a Bologna il giorno 5 Dicembre, durante il primo http://opendataday.it/ dove, si cercherà di ‘censire le esperienze, identificare le best practices al fine di supportare gli obiettivi di interoperabilità semantica individuati dalle linee guida dell’SPC per promuovere il passaggio dall’Open Data al Linked Open Data nella Pubblica Amministrazione’. E non è cosa di poco conto per passare dalle parole ai fatti.

L’importanza dell’incontro potrebbe finalmente mettere in chiaro anche le proposte di chi Open Data lo fa davvero nella pratica, evidenziando le problematiche di gestione che, troppo spesso, negli incontri persuasivi e di suggestione, non vengono trattate. Il coinvolgimento dei cittadini, delle aziende e delle ONG sarà anche al centro del 3° meeting dell’Open Government Partnership che si terrà a Roma lunedì prossimo con particolare enfasi sul tema: ‘“Trasparenza, partecipazione e collaborazione: la PA si apre al dialogo”.

In quell’occasione, grazie anche alla presenza dei rappresentanti del Cabinet Office del Regno Unito — attualmente co-presidente dell’Open Government Partnership si affronteranno le tre macro dimensioni dell’Open Government:

  • trasparenza: la PA dà l’accesso alle informazioni, migliora l’accountability per contrastare la corruzione e le inefficienze e crea opportunità di crescita;
  • partecipazione: la PA dialoga con la società civile generando politiche pubbliche informate e efficienti e processi decisionali condivisi;
  • collaborazione: la cooperazione tra PA, cittadini imprese e organizzazione della società civile per creare nuovi Servizi e condividere le politiche pubbliche

Ed è proprio sulla cooperazione e sul tema del co-design che, secondo me, si giocherà la sfida di un governo partecipato e di un maggior coinvolgimento delle persone.

A tal proposito segnalo un elaborato in forma di slide che ho preparato in occasione di un seminario presso Digital Academia. La mia suggestione parte dalle forme pratiche di Civic Hacking passando per l’estremismo dell’Urban Hacking per approdare a un vero governo condiviso attraverso quella vera e propria bibbia che sono i Design Principles dell’UK!

Enjoy

Originally published at www.innovatoripa.it.

--

--