Palestra per buone pratiche

Gianluigi Cogo
PA digitale
Published in
3 min readOct 15, 2016

Originariamente pubblicato su innovatoripa.it il 31 agosto 2010

Dopo il mio articolo di giovedì scorso su Nova, sono stato contattato da una vecchia conoscenza che avevo lasciato giovane neo-laureato a Messina (con una tesi sull’eGovernment di cui ero co-relatore) alcuni anni fa. Questa premessa spero sgombri il campo da ogni ipotesi di spudorata marketta su quello di cui mi appresto ad argomentare e che il servizio recensito, venga accolto dalla comunità di Innovatoripa come un esempio a portata di mano e una palestra dove sperimentare queste buone pratiche, di cui parliamo spesso.

Il tema è quello della gestione partecipata degli ambienti urbani, che ho trattato diverse volte e che continuo a ritenere il cavallo di troia per una corretta applicazione del governo partecipato della cosa pubblica.

Nell’articolo su Nova mi ero sbilanciato a favore di iniziative ibride che potessero avvalersi della forza propulsiva e delle dinamiche del social web ma che si basassero su una governance pubblica, preferibilmente comunale. Dell’esempio di Iris ho parlato spesso e ho argomentato sulla sua aderenza parziale ai paradigmi che hanno dettato il successo di Fixmystreet e di altri sistemi di civic hacking.

Ora, mi rendo conto che per una municipalità non è semplice dotarsi di tecnologie, professionalità e sistemi di governance per gestire la partecipazione alla cosa pubblica e, dunque, colgo con favore lo sforzo profuso da Posytron (società presso la quale opera la mia vecchia conoscenza), che ha rilasciato una piattaforma in modalità SaaS per la gestione di questi servizi.

La soluzione si chiama ePart ed è stata lanciata a Maggio di quest’anno. Il suo successo dipenderà dalle capacità commerciali dell’azienda e dal modello di business sul quale non voglio soffermarmi più di tanto (anche se non nascondo che l’offerta SaaS o pay per use è, secondo me, la più idonea per i comuni di piccole dimensioni che non possono portarsi in casa e gestire queste tecnologie). Mi interessa, piuttosto segnalare come, anche nell’italietta stanca e tafazia, il vento dell’Open Government stia stimolando giovani imprenditori a sfidare un mercato tutto da costruire e un successo auspicabile che non passa solo per i modelli commerciali ma, soprattutto per la capacità democratica dei partecipanti (cittadini) e per la lungimiranza degli amministratori (politici).

La piattaforma è già a disposizione per chi voglia cimentarsi nel segnalare alle municipalità i disservizi urbani e, lo staff di ePart, si sta dannando non poco per farla crescere e conoscere, anche attraverso Facebook.

Dall’azienda mi è stato segnalato che il servizio è ancora in fase di lancio e che i comuni presenti sul portale non stanno ancora utilizzando ePart ma sono stati inseriti da Posytron come “demo”, altri comuni, invece, sono stati segnalati da utenti con email o segnalazioni sul gruppo Facebook. Ad esempio, Velletri e Aprilia risultano molto attivi in quanto esistono già su facebook dei gruppi/comitati (Miglioriamo Velletri, Degrado Apriliano) che si occupano delle tematiche del decoro urbano.

Credo che l’iniziativa sia lodevole e dimostri che una via italiana all’eGov partecipato abbia bisogno di aziende coraggiose e, soprattutto di persone capaci, e questo mi rasserena un po’ e mi induce ad avere fiducia. L’economia immateriale è agli inizi e, come spiegavo su Wired, ancora in parte da inventare.

Originally published at www.innovatoripa.it.

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