Un posto migliore

Crossroads
Crossroads
Published in
3 min readNov 28, 2016

di Iostraniero

Partiti con la vita dentro una Citroen C1 e durante il viaggio a tenere compagnia ai pensieri più scarabocchiati ci sono le parole della ragazza che si è tuffata in questa stravagante avventura senza fare eccessive domande. Radio 105 avrà il segnale ancora per poco. Ci fermiamo a Montpellier per mangiare a due passi dall’autostrada e riposare a due passi da Casa Azzurri. Il cielo è sereno, giugno mantiene le sue promesse. Io non so cosa sarà di tutto questo ma ti prometto che non sarà noioso. Arriviamo a Barcellona dopo due giorni di viaggio, trovare parcheggio è come cercare acqua su Marte e chissà se resterà qualcosa di questo nostro andarsene, una foto, un graffito, un geroglifico in qualche grotta. Abbandoniamo la macchina sui monti e poi ci incamminiamo verso la casa di Xavi, prima tappa e primo sconosciuto al quale ci aggrappiamo subito. Piacere nostro Xavi, che Dio benedica airbnb. Primi tre giorni spesi a perderci per strada e spendere soldi a caso. Lei trova lavoro che ancora non abbiamo una casa. Non preoccuparti, penso io a tutto. Giro la città con le nostre valigie piene di punti interrogativi e suono i citofoni delle case in affitto ma rispondono solo i vacanzieri dell’est europa. Il tempo scade in fretta e dopo cinque giorni troviamo ospitalità in un altro airbnb perché trovare casa a Barcellona pare sia diventato un jackpot milionario. Plaza de la Virreina ci calza a pennello, lei lavora, io cerco di continuo case ma dopo poco anche io trovo lavoro. Lavoriamo senza sosta e senza casa soprattutto. Trascorriamo la domenica mattina facendo trekking per andare a trovare la nostra Citroen C1 parcheggiata male, è polverosa ma sta bene. Troviamo una casa condivisa a due passi da dove lavoriamo. Non è la casa che ci immaginavamo ma è sempre meglio di niente. Lavoriamo tanto spesso e persino volentieri. I coinquilini sono dei pessimi coinquilini e in casa cerchiamo di stare il meno possibile. La Sagrada Familla pare volerci proteggere in un abbraccio gentile e mangiamo fuori ogni giorno e ogni sera e quando torniamo ci sono milioni di piatti da lavare. I piatti degli altri. L’estate passa che neanche ce ne rendiamo conto, lei nel frattempo ha cambiato lavoro e pare voler dichiarare guerra ai coinquilini che invadono la nostra quiete. Elaboro un piano degno del miglior stratega militare e suggerisco di aspettare e così ci barrichiamo in trincea neanche fossimo sul Carso. Il mio suggerimento però non viene colto sul serio e dopo poco scoppia la guerra e stare in casa sotto le bombe diventa pericoloso per tutti. Arrivano i primi stipendi, usciamo per strada e possiamo permetterci di festeggiarci a dovere. Cerchiamo casa disperatamente ma tutte le nostre offerte vengono rifiutate perché non diamo abbastanza garanzie e le nostre facce non sono così rassicuranti. Ci sentiamo respinti all’uscio come la canzone degli Offlaga. Preghiamo i nostri rispettivi datori di lavoro di farci fare un certo numero di straordinari per tornare a casa il più tardi possibile e fare la doccia è diventato un sogno visto che il bagno è inagibile e l’ignoranza regna sovrana. Le guerre non le vince l’esercito più forte ma forse quello più ignorante. Ti stringo tra le braccia e ti sussurro nell’orecchio andrà tutto bene ma non credo di indossare una faccia tanto credibile. I giorni spesi davanti al computer per inviare mail di supplica per una casa qualsiasi in un quartiere qualsiasi. Troviamo un’altra casa condivisa e anche stavolta non è quella che ci immaginavamo ma almeno c’è della civiltà e di questi tempi non è poi così scontato. Continuiamo a lavorare ma stavolta a casa ci torniamo volentieri e la prossima domenica andremo dalla nostra Citroen C1 e le troveremo un posto migliore.

--

--