-100 — Wearables

Guido Polcan
CRUDA
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4 min readJul 10, 2017

Road to IRONMAN 70.3

Ho scritto questo post alcuni mesi fa, ma mi sono sempre trattenuto dal pubblicarlo. Oggi l’ho riaperto e mi sono detto, perchè no. Quindi eccomi qui.

Mancano 100 giorni e tutto va bene.

Lo dico chiaramente, non mi aspetto che nessuno legga davvero queste pagine con l’intento di capire come ci si prepara ad una gara IRONMAN 70.3, in quel caso quel qualcuno dovrebbe chiudere questa pagina e andare a leggere le parole di un trainer e non di un disperato che ti racconta le sue difficoltà. Scrivo soprattutto per memoria personale e per tutti quelli che come me hanno deciso di imbarcarsi in una piccola o grande avventura…assolutamente impreparati a farla. Siamo onesti, sono molto più interessanti le storie potenzialmente fallimentari piuttosto che quelle con un finale abbastanza scontato. Nessuno avrebbe mai letto il Signore degli Anelli fino alle ultime pagine se Frodo fosse stato un elfo superfigo con un sacco di poteri magici ed amici potentissimi al seguito. Non farebbe notizia un atleta professionista che si prepara, ancora, per una nuova gara. Sono capaci tutti di compiere un’impresa essendo assolutamente preparati ad affrontarla, non si chiamerebbe impresa. Le storie interessanti sono quelle con un finale inaspettato, piene di alti e bassi in cui la probabilità che vada tutto storto è altissima. Io parto più o meno da quella condizione e le mie avversità sono quanto di più vicino alla quotidianità vi possa venire in mente.

Partiamo dal principio, ma proprio dai fondamentali. Ho una vita normale con un ritmo scandito, come molti, da una vita privata riempita da una compagna ed un’appassionante lavoro che occupa gran parte del mio tempo. Per allenare quindi il mio corpo a nuotare per 1.9Km, pedalare per 90 e poi correre per 21 dovrò spendere molto, se non buona parte del mio tempo libero, ad abituarmi alla fatica. Così le giornate devono iniziare molto presto la mattina, quando è ancora notte e parte del mondo esterno dorme ancora. Siamo in gennaio e conosciamo tutti quella sensazione di torpore di quando svegliati dal fastidioso suono della sveglia pensiamo solo a rimanere qualche minuto in più sotto il peso delle coperte. L’istinto di sopravvivenza del cervello però ci fa spegnere l’infernale suono della sveglia in tempo record, così ti ritrovi velocemente in posizione eretta e ti chiedi se stai ancora dormendo oppure ti sei, per davvero, svegliato nel cuore della notte per infilarti i vestiti addosso, uscire al freddo e andare a tuffarti nell’acqua della piscina per nuotare qualche chilometro. Sono le cinque.

Fino a qui tutto normale, c’è un sacco di gente che si sveglia presto, ma nessuno mi ha saputo dire come fare a svegliarsi senza buttare giù dal letto anche quella povera creatura che dorme con me nel letto.

In molti sostengono che se ti svegli in un attimo chi ti dorme in fianco quasi non ti sente e che poi alla peggio si riaddormenta subito; ma in fin dei conti a nessuno piace essere svegliati di notte, anche se poi ti riaddormenti.

Le ho provate tutte, il telefono è stato una buona soluzione per un po’, ma la sveglia fa troppo rumore e se abbasso troppo il volume alla fine non mi sveglio neppure io. Il cellulare, spento per evitare di friggerti il cervello, posizionato proprio sotto il cuscino, volume al minimo e vibrazione a manetta, ti sveglia massaggiandoti l’orecchio, così che come un gatto puoi sgusciare fuori dal letto senza fare il minimo rumore. Peccato, dopo un paio di settimane, aver realizzato che la vibrazione incastrata tra cuscino e materasso crea un’onda d’urto su tutto il letto che è in grado di svegliare anche i vicini di casa e che quell’anima pia della mia metà non mi diceva nulla per carineria.

Secchiata d’acqua? Improbabile. Sveglia con la luce? Assolutamente inefficace per il mio sonno profondo e poi fastidiosa per tutti gli occupanti della camera. Elettroshock collegato ad una batteria a tempo? Credo addirittura illegale. Insomma sembra che l’unica soluzione sia assodare qualcuno che ti venga a svegliare facendo piano piano ed entrando in camera in punta di piedi. Ma in realtà neanche quello, perchè anche questo losco figuro in qualche modo si dovrà svegliare disturbando a sua volta la persona che gli dorme in fianco. La soluzione sembrerebbe quella di una sorta di serial killer sociopatico che vive da solo e che nel cuore della notte si possa svegliare per intrufolarsi nella tua camera da letto mentre dormi per…svegliarti. No, anche mentre lo scrivo mi sembra una cazzata.

La soluzione è arrivata da sola, una mattina mentre correvo, quando per l’ennesima volta passato il chilometro di riferimento il mio orologio ha emesso un suono e ha vibrato. VIBRATO. Ma perchè non leggo mai le istruzioni delle cose che compro e faccio il classico errore di chi è abituato alla tecnologia e comincia ad utilizzarla senza preoccuparsi di come funziona? Ho preso un fantastico Fenix 3 della Garmin che mi traccia qualcunque attività fisica io faccia, e che ha una splendida funzione sveglia con la vibrazione. Ma soprattutto perchè quando il venditore te lo consegna come prima cosa, fondamentale, non ti dice di usarlo come sveglia per evitare di rompere i maroni agli altri che hai nel letto? Ma dai, è una cosa che dovrebbe essere scritta nella pagina uno del libretto delle istruzioni, per quelli che le leggono ovviamente. Dovrebbero stamparla sullo scontrino: grazie per il tuo acquisto, hai speso tot, svegliati con la vibrazione. Non ci vorrebbe molto no?

Morale della favola, al momento ho scoperto come riuscire a svegliarmi senza rumori molesti per la camera, nel prossimo periodo cercherò di capire come svegliarmi prestissimo e provarci piacere.

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Guido Polcan
CRUDA
Editor for

Strategy & Innovation Culture at H-FARM, Founder at CRUDA