BUFFY+LYNCH=I SAW THE TV GLOW

pietroizzo
Cult
2 min readJul 20, 2024

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Un oggetto stranissimo, I Saw The TV Glow di Jane Schoenbrun. Lo guardo perché è un film A24, e io tendenzialmente devo vedere tutti i film A24. Lo guardo e mi prende, perché ha quell’andamento ipnotico lynchiano bizzarro che ben si sposa con i miei gusti.

Dopo un po’ mi rendo conto che è un film che mescola le atmosfere lynchiane con una secchiata di riferimenti alla serialità televisiva anni ’90 e in particolare a Buffy The Vampire Slayer (c’è persino un cameo di Amber Benson e la serie tv nel film usa lo stesso font di Buffy).

Alla fine mi rendo conto che in realtà è tutto una grande metafora della condizione transgender e che avrei dovuto capirlo fin dall’inizio quando Owen, il protagonista bambino, cammina trasognato sotto una enorme bandiera transgender, appunto.

Comunque: è la storia di Owen (Justice Smith, ma da piccolo è interpretato da Ian Foreman), giovane un po’ problematico, che incontra una ragazza con qualche anno in più, Maddy (Brigette Lundy-Payne, vista in Atypical). I due legano sulla base dell’apprezzamento per una serie TV a carattere parapsicologico intitolata The Pink Opaque, in cui due amiche, Tara e Isabel, combattono contro i mostri inviati da Mr. Melancholy (una “faccia sulla luna che è a metà tra Méliès e un video degli Smashing Pumpkins).

A un certo punto Maddy, che di suo è un po’ intensa, scappa di casa. Dopo qualche anno torna, intercetta Owen cresciuto e comincia ad insinuare che forse The Pink Opaque non era proprio solo uno show ma che (sempre forse) Owen in realtà è Tara e lei è Isabel (o il contrario, a un certo punto mi sono confuso). Dichiara di aver vissuto “nello show” da quando è scappata.

Insomma, si comincia a pensare che forse la vita vera è un inganno e che Owen e Maddy siano in realtà veramente Tara e Isabel sepolte vive dal perfido Mr. Melancholy. Tutto questo porta a un finale estremamente bizzarro e volendo anche un po’ cronenberghiano che non vi svelerò ma che ha senso se pensiamo che è tutta una metafora della disforia di genere.

In linea di massima vedere questo film è un po’ come mangiarsi i funghetti, quindi come si usa dire “non è per tutti”, però oh, a me è piaciuto.

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☎️📱 Comunicazione digitale da sempre. Giornalista, docente, papà. Nel tempo libero provo a distruggere il patriarcato. 📝 CasaIzzo // 📩 Patrilineare